H. R. GIGER. Arte contro cinema. “Tokyo. The Last Megalopolis”, “Poltergeist II”, “Species”, “Killer Condom”

Per ricordare lo scomparso H. R. Giger abbiamo rispolverato le sue collaborazioni cinematografiche minori, escludendo la saga di “Alien”

Per ricordare lo scomparso H. R. Giger abbiamo rispolverato le sue collaborazioni cinematografiche minori, escludendo la saga di “Alien” e l’irrealizzato progetto “Dune” di Jodorowsky.
Il rapporto di Giger con il cinema era conflittuale, da un lato il film di Ridley Scott lo rese famoso in tutto il mondo, consacrandolo come artista di fama internazionale. Per sua stessa ammissione difficilmente avrebbe potuto godere di tanta notorietà vivendo isolato nel suo paesino svizzero. Dall’altro vedeva la sua arte utilizzata, mal realizzata e spesso travisata.

H .R. Giger "Poltergeist II" Juilian Beck
H .R. Giger “Poltergeist II” Juilian Beck

Iniziamo con il bruttissimo film “Tokyo. The Last Megalopolis” del regista Akio Jissoji, noto in Italia specialmente per la serie televisiva “Ultraman“, ma famoso in Giappone anche per le trasposizioni cinematografiche dei racconti di Edogawa Ranpo come “Ranpo Noir” e “The D Slope Murder Case“.
Tokyo. The Last Megalopolis” è un film del 1988 tratto da un manga molto popolare: “Teito Monogatari” diHiroshi Aramata. La storia è una rivisitazione horror/fantasy dei primi decenni del 900 giapponese. Riti occulti, mostri, divinità dormienti, personaggi realmente esistiti e avvenimenti storici (il terremoto del 1923) popolano questa monumentale opera. Contrariamente al manga la trasposizione cinematografica, riguardata oggi, è decisamente ridicola, ma a suo tempo fu un kolossal di grande successo che influenzò molto l’immaginario giapponese.

H. R. Giger "Tokyo. The Last Megalopolis": gohō dōji
H. R. Giger “Tokyo. The Last Megalopolis”: gohō dōji

H.R. Giger fu contattato per collaborare al film. Una scelta perfetta considerati i numerosi riferimenti esoterici presenti nella storia. Nonostante l’iniziale interesse del grande artista, il suo contributo si limitò a disegnare il gohō dōji che nella cultura popolare rappresenta un piccolo spirito protettore, ma nel film assume connotati demoniaci al servizio del crudele generale Kato. I bozzetti di Giger mostrano una diabolica macchina antropomorfa a forma sferica in grado di aprirsi nel mezzo per azionare una serie di letali lame rotanti. La realizzazione, purtroppo, lascia molto a desiderare e non valorizza la natura diabolica del gohō dōj. La scena di combattimento contro il piccolo macchinario dura pochi secondi e sono piuttosto imbarazzanti.

H. R. Giger "Tokyo. The Last Megalopolis": gohō dōji sketch
H. R. Giger “Tokyo. The Last Megalopolis”: gohō dōji sketch

Nel 1985 Giger fu contattato per collaborare all’inutile horror per famiglie “Poltergeist II“, promettendogli carta bianca. Giger si impegnò molto. Disegnò numerosi bozzetti e storyboard, ma l’industria cinematografica nella sua peggiore forma mortificò completamente il suo lavoro. L’artista svizzero considerò un fallimento personale il suo contributo a questo noiosissimo film, ma le tavole e le macabre idee partorite dalla sua mente sono raccapriccianti.
Una serie di bozzetti mostrano una caverna claustrofobica e vermiforme (tema che doveva essere ricorrente nel film) in cui il pazzo reverendo Kane (Julian Beck) si chiuse insieme ai suoi adepti condannandoli tutti a morte.

H. R. Giger "Poltergeist II" Sketch
H. R. Giger “Poltergeist II” Sketch

Un’allucinazione avrebbe dovuto mostrare i volti di tutti i condannati a morte ammanettati a una lunga sbarra al cui centro campeggiava gigante il volto demoniaco di Juilian Beck.
Il posticcio mostro che appare alla fine del film era originariamente un totem a croce rovesciata composto da vari cadaveri.
L’unica idea approvata e realizzata decentemente è la scena del Mezcal: Steve, il padre di CarolAnn la bambina oggetto delle attenzioni maligne, bevendo a canna dalla bottiglia di mezcal ingoia il verme infernale, assumendo, così, la personalità del reverendo Kane. Lottando con se stesso riesce, però, a liberarsi dello spirito maligno vomitando un ectoplasma che in breve tempo assume l’aspetto di uno scheletrico mezzo busto strisciante. Nonostante la realizzazione posticcia degli effetti speciali a cura di un Richard Edlund (“Poltergeist I“, “Guerre Stellari“, “Ghostbusters“) poco incline a dar credito a un artista straniero, la scena è ancora oggi piuttosto disgustosa.

H. R. Giger "Poltergeist II"
Bozzetto per “Poltergeist II”

Leggenda da set vuole che in alcune scene siano stati utilizzati dei veri scheletri. Furono praticati degli esorcismi indiani, ma la “maledizione” colpì comunque la troupe e a distanza di pochi anni morirono Juilian Beck, Will Sampson (l’indiano di “Qualcuno volò sul nido del Cucuolo”) e la bambina Heather Michele O’Rourke a causa del morbo di Crohn (che uccise pochi anni fa anche Dan O’Bannon: l’originario inventore di Alien, coinvolto nel progetto “Dune” di Jodorowsky, nonché lo “scopritore” di H. R. Giger). Dominique Dune, invece,fu uccisa dal fidanzato poco dopo la realizzazione di “Poltergeist I”.

 "Poltergeist II" the primitive creature
“Poltergeist II” the primitive creature
La batmobile disegnata da Giger
La batmobile disegnata da Giger

Species” del 1995 è un film gradevole che resiste ancora al tempo. Giger fu chiamato per occuparsi del design di Sil: la donna dai forti appetiti sessuali nata in laboratorio, mescolando DNA umano e alieno. Una buona occasione per creare un essere biomeccanico che esprimesse più sensualità che orrore. La realizzazione è buona anche se ricorda troppo Alien, come lo stesso Giger fece notare cercando più volte di correggerne le similitudini.
Curiosa la scena iniziale del treno, fortemente voluta da Giger, e belle le allucinazioni sessuali di Sil fedeli ai suoi quadri.

In qualche modo Giger partecipò come consulente creativo all’assurdo e divertente “Killer Condom” del 1997: un horror scalcinato prodotto dalla Troma tatto dall’omonimo fumetto di Ralf König e ambientato nello squallido mondo dei travestiti. Protagonista un poliziotto macho/gay.
Il titolo spiega già tutto.
Divertente la scena dell’autopsia del preservativo assassino: un chiaro sberleffo ad “Alien

Un video clip d’annata con Blondie

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