Il MAHABHARATA a fumetti

Le oltre 400 pagine a fumetti del Mahābhārata di Michaud e Carrière cercano di essere più fedeli possibile ai fatti narrati nel più “grande poema del mondo”.

L’idea di trasporre grandi poemi epici in fumetti non è certo nuova come è stato fatto da Lucho Olivera con la versione fantascientifica di Gilgamesh o da Roy Thomas e Gil Kane per Il canto dei Nibelunghi.

Per affrontare il Mahābhārata (centomila strofe scritte in un arco di tempo di circa otto secoli a partire dal quarto secolo avanti Cristo al quarto secolo dopo Cristo) ci vuole piuttosto coraggio non solo per la lunghezza dello testo (15 volte più lungo della Bibbia), ma anche per i contenuti che passano dalla religione, all’etica, alla politica, alle strategie belliche, senza contare tutti gli innumerevoli personaggi,  fra cui gli dèi e le loro differenti  incarnazioni.

Mahābhārata
il Mahābhārata di Jean-Marie Michaud (illustrazioni) e Jean-Claude Carrière (sceneggiatura)

Grant Morrison con 18 days provò a farne un adattamento dall’aura fantascientifica con pessimi risultati. Un progetto ambizioso sfuggito di mano dall’andamento troppo altalenante.

LA GRAPHIC NOVEL

Ci riprovano nel 2019 con successo l’illustratore Jean-Marie Michaud e lo scrittore e sceneggiatore JeanClaude Carrière collaboratore di Luis Buñuel (Bella di giorno, La via Lattea, Quell’oscuro oggetto del desiderio, Il fascino discreto della borghesia, Il fantasma della libertà) oltre ad aver già sceneggiato il testo per l’opera teatrale e successivamente per la trasposizione cinematografica di 9 ore Peter Brooke.

Mahābhārata
Il Mahābhārata di Jean-Marie Michaud (illustrazioni) e Jean-Claude Carrière (sceneggiatura)

Le oltre 400 pagine a fumetti del Mahābhārata cercano di essere più fedeli possibile ai fatti narrati nel più “grande poema del mondo”.

I disegni sono essenziali e impaginati in maniera rigorosa come insegna la vecchia scuola di fumetto francese, ben lontani dalle tavole statunitensi iper cinetiche dai personaggi testosteronici e dopati. L’illustratore Jean-Marie Michaud visualizza con plausibile accuratezza un mondo di cui non abbiamo documentazione senza rinunciare a interpretazioni personali e ironiche. Un esempio sono le divertenti vignette in cui il saggio Bhishma si lava i denti con dentifricio e spazzolino in mano annoiato dal dramma della bella Amba e prende la riparatoria decisione di vivere senza toccare più una donna.

Il Mahābhārata
Mahābhārata – Il giuramento di Bhishima

Magnifica la scelta dei tenui colori seppiati che dipingono perfettamente il luogo e l’era in cui è ambientato il Mahābhārata.

Il fumetto riesce anche a essere estremamente efficace grazie ai disegni degli alberi genealogici e ad alcuni espedienti narrativi che non fanno perdere il lettore nella miriade di nomi e personaggi.

Ottima anche la rappresentazione del testo sacro Bhagavadgītā che graficamente sembra un libro nel libro.

il Bhagavadgītā
Il Mahābhārata – il Bhagavadgītā

LA STORIA

La storia principale del Mahābhārata  trasposta nella graphic novel è la nascita di due ceppi familiari che si dichiareranno una sanguinosa e mortale guerra fratricida: i Pāṇḍava (i cinque figli di Pāṇḍu, il re sterile e pallido, generati con l’aiuto di cinque divinità) e i Kaurava (i cento figli Dhritarashtra, il re cieco, e Gandhari).

Ganesh
La nascita di Ganesh
I Kaurava

Figli del re Dhritarashtra e sua moglie Gandhari.
Vyasa, il padre di Dhritarashtra, riferì: mi sono avvicinato a lei senza desiderio, con la sola idea di perpetuare la mia razza. Alla mia vista lei chiuse gli occhi per il disgusto e li ha tenuti chiusi per non vedere il mio corpo ripugnante. Il bambino si chiamerà Dhritarashtra e sarà cieco.”
Duryodhana e i suoi 99 fratelli: potente, ma da sempre invidioso dei suoi cugini, ingannerà ed esilierà i Pāṇḍava.
Duhshasana: il più forte dei 100 fratelli è la nemesi di Bhima.

I Pāṇḍava

Figli del re Pandu e le sue due mogli Kunti e Madri .
“La seconda principessa tenne gli occhi aperti, ma lo sgradevole odore di Vyasa, il padre di Pandu, fecero perdere ogni colore dalle sue guance. Il bambino si chiamerà Pandu e sarà pallido”
Yudishthira: il primogenito, il migliore dei re nato dall’unione di Kunti e Dharma
Bhima: il più potente degli uomini nato dall’unione di Kunti e Vayu, il respiro degli dèi.
Arjuna: il nobile, il perfetto e il forte nato dall’unione di Kunti e Indra, il re degli dèi.
Nakula e Sahadeva: i gemelli divini devoti e saggi dagli occhi dorati nati dall’unione di Madri e Ashvin, il patrono della salute e della medicina.

Mahābhārata – l’albero genealogico
Gli alleati dei Kaurava:

Bhishma: il santo guerriero leggendario, benedetto dagli dèi che gli concessero di poter morire nel momento da lui stesso giudicato più opportuno. Crebbe sia i Pandava che i Kaurava, insegnando loro l’onestà e la saggezza. Bhishima è consapevole che i Pandava siano meritevoli di regnare al posto dei cugini, ma un giuramento lo lega al re. Per questo deve schierarsi contro la famiglia prediletta.

Drona: il maestro d’armi delle due famiglie cugine. Esperto di tattiche militari. Anche lui è legato a un giuramento che lo costringe a guidare le milizie dei Kaurava, nonostante sia affranto nel veder combattere fra loro i suoi allievi prediletti.

Karna: è il miglior personaggio del Mahābhāratam, peccato non gli sia dato maggior rilievo nel fumetto, rimanendo, probabilmente, il più fedele possibile al testo originale. Karna è il Dart Fener del poema.
Nato sotto una cattiva stella il suo destino è segnato.
Nato da Kunti (la futura madre dei 5 Pandava) e il dio Sole, Kunti lo abbandona e viene adottato da un’umile famiglia. Karna diventa, comunque, un guerriero forte e coraggioso tanto da sfidare Arjuna in combattimento, ma viene semplicemente deriso per le sue umili origini. Il maligno cugino Duryodhana, compresa la sua forza, gli dona la sua amicizia in cambio dalla sua fedeltà.
Karna è l’unico uomo in grado di uccidere Arjuna grazie anche alla sua lancia magica. Krishna lo teme e per questo evita sempre lo scontro fra il suo pupillo e il fratellastro.
Solo la madre conosce il legame fra i due uomini. Commuovente il momento in cui Kunti rivela a suo figlio Karna la verità sul suo passato, implorandolo di risparmiare Arjuna. Solo così si potrebbe porre fine alla folle guerra. L’amarezza di Karna non gli impedisce di fare un giuramento a sua madre, che gli risulterà fatale.

Il Mahābhārata di Jean-Marie Michaud (illustrazioni) e Jean-Claude Carrière (sceneggiatura)
Gli alleati dei Pāṇḍava:

Ghatotkacha: l’enorme e imbattibile demone nato dall’unione di Bhima con il demone Hiḍimbī.
Perfino l’indomabile Karna non riesce ad avere la meglio su di lui, tanto da dover utilizzare la sua lancia magica per distruggerlo.
Mentre Bhima piange il figlio Ghatotkacha, Krishna esulta e balla. La lancia di Karna destinata ad Arjuna poteva uccidere una volta sola, ma ora è perduta: Arjuna vivrà, Karna morirà. L’esito della guerra, ormai, è certo, ma tanto sangue dovrà ancora scorrere.

Krishna: l’avatar di Vishnu. Il suo volere e i suoi atteggiamenti sono ambigui e imperscrutabili.
Krishna è l’amico, il consigliere, lo stratega e l’auriga di Arjuna. Sarà lui a guidare il carro di Arjuna nello scontro finale col fratellastro Karna.
L’onnisciente dio non si limita a predire la guerra, ma sembra desiderarla. Nel famoso canto Bhagavadgītā  contenuto nel poema, Krishna spiega e convince il titubante Arjuna a dare il via alla sanguinosa battaglia di 18 giorni. Da questa devastante guerra, infatti, nascerà il suo regno di pace e armonia guidato dalla saggia famiglia dei Pandava. Dopodiché lo stesso dio morirà e il mondo sprofonderà in una nuova guerra.
Difficile capire come possa essere giusta una guerra in cui tutti i padri e tutti i figli di entrambe le fazioni perderanno la vita.

Maggiori informazioni sul sito della casa editrice Ippocampo

Il Mahābhārata di Jean-Marie Michaud (illustrazioni) e Jean-Claude Carrière (sceneggiatura)
Draupadi si lava i capelli nel sangue di Duhshasana che l’aveva umiliata pubblicamente.

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