Biennale d’Architettura 2010 – Strategies Against Architecture

L’Architettura si mostra più vicina che mai all’arte, che sembra ormai persa nel suo vanitoso nichilismo, superandola, talvolta, in fantasia.
Temporaneità, condivisione, sostenibilità, politica, alimentazione, ecologia diventano temi basilari dell’architettura e all’architetto viene lasciato il compito di immaginare un futuro migliore.

Sta per concludersi (21 novembre) la Biennale di Architettura di Venezia, che si alterna alla Biennale d’arte.
L’edizione del 2010 (la dodicesima), intitolata “People meet in architecture”, è curata dall’architetto giapponese Kazuyo Sejima, la prima donna ad assumersi questo compito.
Essenziale come i giapponesi sanno essere, Kazuyo è molto nota per le sue architetture basate su modelli cubici e morbide curve di vetro/acciaio. I luoghi da lei progettati sono pensati come posti fluidi e privi di gerarchie che permettono una relazione continua tra esterno e interno, incoraggiando la capacità dei partecipanti di interpretare lo spazio.

IL CONCETTO

«Nel progettare ambienti ho come riferimento l’idea di parco, un luogo in cui persone di età diverse svolgono attività molteplici. Gli alberi e i sentieri creano lievi confini, ma è poi l’attività delle persone a trasformare il parco in un ambiente». Questo in breve il concetto di Kazuyo, in perfetta sintonia con il tema imposto all’edizione della Biennale 2010: L’architettura ha il compito di creare degli spazi reali che agevolano la comunicazione tra gli individui, in un’epoca in cui le tecnologie più avanzate sostituiscono il dialogo diretto tra le persone. Per superare la condizione di isolamento e restituire un nuovo senso alle comunità, l’architetto piuttosto che concentrarsi su grandi utopie, dovrà cercare di realizzare visioni funzionali al presente.

Un’edizione pensata e voluta per il grande pubblico…e l’obiettivo sembra sia stato ampiamente raggiunto visto il successo ottenuto, dimostrandosi un evento di grande interesse per tutti e non una “fiera specialistica” per addetti al lavoro.
L’Architettura si mostra più vicina che mai all’arte, che sembra ormai persa nel suo vanitoso nichilismo, superandola, talvolta, in fantasia.
Temporaneità, condivisione, sostenibilità, politica, alimentazione, ecologia diventano temi basilari dell’architettura e all’architetto viene lasciato il compito di immaginare un futuro migliore.

Biennale Architettura Venezia 2010
Biennale Architettura Venezia 2010

ARSENALE

Dopo essere stati accolti da una roccia attraversata da un piccolo tunnel di legno al cui interno si può annusare l’aroma del faggio, un video in 3D introduce la filosofia lavorativa di Kazuyo Sejima.
Da qui le stanze dell’Arsenale si aprono alle libere interpretazioni dei vari ospiti (architetti, artisti o entrambi).
Gli spazi possono essere riempiti dalla nebbia (realizzazione molto suggestiva nel contesto dell’Arsenale, ma un po’ meno pratica per un appartamento), oppure dall’acqua (un’installazione dell’artista Eliasson).
Quest’ultima un’esperienza visiva tutta da vivere: in una stanza buia canne dell’acqua appese all’altissimo soffitto costruiscono con il proprio getto disegni sempre differenti illuminati dai flash delle luci strombo.

Abitazioni Mimetiche in Galizia
Abitazioni Mimetiche in Galizia

I molti modellini e progetti architettonici riportano la Biennale a un piano meno artistico, ma non per questo meno suggestivo.
Delle curiose unità abitative mimetiche si armonizzano con il paesaggio costiero della Costa da Morte in Galizia. Questi monolocali sono, infatti, costruiti utilizzando un mix di paglia, gesso, cemento e vari materiali naturali che li fanno assomigliare a grandi rocce ricoperte di vegetazione.

ALBANIA
Albania: the Kingdom of Bahrain
Albania: the Kingdom of Bahrain

L’Albania, invece, pubblicizzando la bellezza a rischio estinzione del Regno del Bahrain (Golfo Persico), lancia una accusa alla mal urbanizzazione costiera. Le palafitte dei pescatori, decadenti, ma in perfetta armonia con il territorio, sono le strutture più adatte per integrarsi con il mare.  Et voilà allestite a Venezia queste architetture transitorie arredate da tappeti, cuscini, narghilè, in cui bere tè e giocare a backgammon.

REPUBBLICA MACEDONE

Il plastico intitolato “Learning Architecture” allestito dalla Repubblica Macedone crea un’analogia fra la forma degli edifici e degli spazi con le lettere di un nuovo alfabeto da comprendere e studiare.

IL GIARDINO DELLE VERGINI

Il giardino delle vergini” è la stupenda interpretazione dell’architettura del paesaggista Piet Oudolf in netto contrasto con gli edifici industriali dei cantieri navali e dei magazzini marittimi.
L’opera è stata definita delicata e impressionistica nella sua orchestrazione: l’ampio giardino si sviluppa al centro di una folta vegetazione selvatica, che è stata volutamente lasciata e disegna perfette geometrie tramite l’impiego di piante perenni dalla tarda fioritura.
(tratto da http://www.contesti.eu/arte-design)
http://www.oudolf.com/

Biennale Architettura Venezia 2010

GIARDINI

ROMANIA

Nonostante il concetto alla base del padiglione Romania sia complesso e molto concettuale, l’installazione è una delle migliori: un gigantesco plastico di legno in scala 1:1 in cui è possibile camminarci dentro.

CANADA
Canada: Hylozoic Ground
Hylozoic Ground

Il Canada crea un ecosistema di eteree e delicate piante di plastica inserite in una rete di sensori, che si muove lentamente, respira, palpita e si illumina al passaggio dei visitatori. Hylozoic Ground (questo il titolo dell’installazione) rimanda all’ilozoismo: antica dottrina secondo cui anche la materia è viva.

UNGHERIA

Suggestivo anche se discutibile il manifesto radicale proposto dai curatori del Padiglione Ungherese. Un percorso costruito da centinaia di matite sospese da fili bianchi elogia il concetto di “Progetto” e “descrive gli architetti non come costruttori di case ma come disegnatori di linee.”

AUSTRALIA

When Now” è una spettacolare e grandiosa installazione in 3D visibile nel padiglione Australia. La visione dei vari ecosistemi in costante mutamento urbanistico-climatico sembra scaturita più da un sogno di James Cameroon che dall’Istituto Australiano di Architettura.

EGITTO

Stiloso l’Egitto che coniuga perfettamente le sue tradizioni storiche con le più azzardate strutture astratte.
Altri padiglioni meno spettacolari offrono comunque numerosi spunti di interesse.

USA

Gli Stati Uniti, parlando di architettura, si interrogano su nuove abitudini alimentari più genuine.

SPAGNA

La Spagna analizza le insospettabili implicazioni politiche e sociali nascoste tra le mura domestiche.

BRASILE

Il Brasile celebra le sue Archistar e propone le giovani promesse che prenderanno il loro posto.

Padiglione BRASILE
OLANDA

E se lo spazio c’è perché non usarlo?” E’ la polemica domanda olandese che per provocazione e per protesta, ha deciso, quest’anno, di lasciare il loro padiglione vuoto, visto che Venezia utilizza questi spazi solo 4 mesi all’anno. …La domanda che sorge in alcuni visitatori subito dopo è “…ma è sempre necessario riempire gli spazi?”

GERMANIA

Monco il padiglione Germania il cui curatore è morto poco prima della sua realizzazione. La Germania si limita a dedicargli una doverosa retrospettiva.

NUOVI SPAZI

In concomitanza con l’apertura della Biennale Venezia apre al pubblico due nuovi spazi.
Il 25 agosto è stato inaugurato il completamento del restauro di Ca’ Giustinian (sede della Biennale) con l’importante recupero della Sala delle Colonne che ospita l’Evento Speciale della Biennale Architettura 2010, LUMA/ Parc des Ateliers, di Frank O. Gehry (Guggenheim Museum a Bilbao, dancing house di Praga,…), un progetto architettonico per un nuovo modello culturale situato nel centro di Arles, Francia.
Il 27 agosto è stata celebrata l’apertura della Biblioteca dell’ASAC (Palazzo delle Esposizioni, Giardini), che segna anche il completamento dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee e la sua ritrovata funzionalità.

"Le Corbusier la cui eredità rappresenta i successi e i fallimenti del modernismo sia per il potenziale di risoluzione della crisi abitativa mondiale attraverso la tecnologia, sia per la cattiva gestione di progetti che sono serviti come incubatori di povertà"
“Le Corbusier la cui eredità rappresenta i successi e i fallimenti del modernismo sia per il potenziale di risoluzione della crisi abitativa mondiale attraverso la tecnologia, sia per la cattiva gestione di progetti che sono serviti come incubatori di povertà”

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