ALIEN VIRUS LOVE DISASTER – Un’antologia fanta/weird che calpesta il cuore

Un libro dal titolo Alien Virus Love Disaster andrebbe comprato a scatola chiusa. Se la copertina di Annalisa Antonini sembra un orifizio infetto, o un buco nero, o un occhio di pesce alieno, ancora meglio. Il contenuto riesce a stupire ancora di più.

Zona 42 pubblica questa spiazzante antologia composta da 12 brevi racconti scritti da Abbey Mei Otis trasversali all’horror e al weird.

ALIEN VIRUS LOVE DISASTER
ALIEN VIRUS LOVE DISASTER -Abbey Mei Otis

In Alien Virus Love Disaster la fantascienza è solo un pretesto per dare voce ai disperati personaggi di queste storie. Forse il futuro è meraviglioso, ma non per loro che vivono nelle periferie in rovina (Se potessi essere il dio di qualcosa), abbandonati in centri commerciali falliti e riadibiti ad accogliere i profughi climatici (Non è una storia di alieni), o segregati in un’inutile cittadina a causa di un virus (Alien Virus Love Disaster). Loro, se sono fortunati, hanno lavori frustranti e vivono in cinque in una stanza marcescente (Megasballo casalingo definitivo vol 4).

Gli alieni ci sono, ma, per le persone che ci parlano in prima persona in questi racconti, il vero alieno è il proprio corpo che non si è in grado di accettare. Il corpo muta nell’adolescenza, si trasforma a causa di un virus o si rattrappisce in forme grottesche a causa della differenza di gravità. I bambini marciscono in un generale senso di impotenza.

L’unica certezza nelle relazioni è l’abbandono. C’è sempre qualcuno che fugge dalle proprie responsabilità e chi evita di accollarsele. In questa antologia tutti sono terribilmente soli ed è torturando la propria carne che trovano sollievo da dolori più profondi.

Lo stile della giovane scrittrice statunitense è secco e apparentemente povero, fatto di frasi brevi e dirette capaci di colpire basso. Poche righe bastano a descrivere le piccole crudeltà quotidiane che tutti abbiamo vissuto in una relazione.

C’è molta fredda disperazione in Alien Virus Love Disaster. L’atmosfera delle sue storie è sempre deprimente tanto da ricordarmi in qualche modo i racconti di Raymond Carver.

Abbey Mei Otis sa descrivere bene il dolore e la rassegnazione di chi in futuro non avrà futuro.

Ulteriori informazioni sul sito di Zona 42

Una breve riflessione di Chiara Puntil, traduttrace del libro, sul sito di Zona 42

ALIEN VIRUS LOVE DISASTER
Abbey Mei Otis

 

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