COMUNQUE UMANI – Guido Ferraro, Isabella Brugo

COMUNQUE UMANI - Guido Ferraro, Isabella Brugo
COMUNQUE UMANI – Guido Ferraro, Isabella Brugo

Non spaventatevi leggendo quella parola (semioantropologia), forse mostruosa come il suo stesso oggetto di indagine! Questo libro non è un saggio illeggibile per i soli addetti ai lavori. È un saggio bene e chiaramente scritto che può essere letto da chiunque abbia una certa curiosità (questa sì, è sempre un requisito necessario) nei confronti dei personaggi e delle figure mostruose del nostro immaginario.

Di cosa si occupa questo libro? Attraverso cinque capitoli dedicati ai diversi ambiti del fantastico cerca di esplorare ed analizzare le numerose modalità attraverso cui la cultura abbia rappresentato il mostruoso, incarnandolo in personaggi estremi che fanno riferimento alle figure archetipiche dell’orco, del vampiro, dell’alieno, del morto che torna in vita. Ed è un viaggio emozionante ed illuminante perché cerca di connettere le numerose epressioni artistiche e folkloriche in un unico discorso, prodotto nei secoli dalla cultura dell’uomo sul mostro. Non è un libro a tesi, benchè ci siano due idee che lo guidano, una a premessa e una a conclusione.

King Kong (1933) di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack
Le figure ricorrenti analizzate in “Comunque umani”: il mostro – King Kong (1933) di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack

La prima è che, se ci fosse ancora bisogno di ricordarlo, il fantastico (sia cinematografico sia letterario) è un ambito culturale degno di studio e foriero di ricca e riflessione sull’umano e sul reale almeno quanto quello appartenente al “realistico” (ma già distinguere tra realismo e fantastico sembra non solo molto difficile ma fondalmentalmente inutile). E, come corollario, che le produzioni di letteratura (o cinema) popolare sono oggetti che uno studioso di qualunque branca non può ignorare in quanto spesso ancora più utili allo studio di una cultura.

La seconda idea, e la sua evidenza sarà massima dopo aver letto il libro, è che il mostro, che dovrebbe essere radicalmente non-umano, alieno e incomprensibile, è in realtà uno strumento tra i più preziosi per comprendere ciò che siamo e i nostri sistemi culturali, etici, psicologici e sentimentali. A questo proposito mi sento di consigliare agli interessati uno straordinario saggio di antropologia di David Oldman del 1983 (“Making Aliens: Problems of description in Science Fiction and Social Science“) che analizza i vari tentativi della narrativa di fantascienza di creare l’alieno, ovvero un essere non-umano, dis-umano e come questo tentativo abbia, in ultima analisi, sempre incontrato il fallimento in quanto non è possibile per l’uomo uscire dal proprio sistema mentale di comprensione della realtà e di qualunque “essere”, nonchè dalle categorie del linguaggio e della logica.

Ian Miller - Dragons
Ian Miller – Dragons

Il viaggio degli autori parte, giustamente, dalle fiabe classiche. Gli esempi su cui hanno lavorato non sono sempre celebri e ciò è positivo perchè ci fa scoprire veri e propri tesori della nostra tradizione. Ad esempio le “Sessanta novelle popolari montalesi” raccolte da Gherardo Nerucci nel 1880 (attualmente fuori catalogo, ultima edizione Bur, 1998), considerate straordinarie da Italo Calvino ed effettivamente eccezionali anche da un punto di vista letterario, danno modo a Ferraro e Brugo di individuare, attraverso gli intrecci per nulla prevedibili delle favole pistoiesi, gli elementi fondamentali e le dinamiche, i tabù e i valori della nostra cultura. Tra questi anche quelli che, per chi non ha studiato antropologia sembrano secondari: avreste detto che tra il cibo crudo e il cibo cotto passasse una rivoluzione culturale che determina un diverso tipo di essere umano? E che tra l’arrosto e il bollito sta il confine tra l’uomo selvatico e l’uomo civilizzato, come affermava già Marcel Détienne nel 1977 nel suo “Dioniso e la pantera profumata (Laterza)“? Ecco solo uno degli esempi delle piccole e grandi illuminazioni che le analisi di questo libro possono offrire.

Non solo di favole, pur fondative di una cultura, si occupa questo libro. Sono molte le pellicole fondamentali per uno studio del “mostruoso”: “Aliendi Ridley Scott e “Nosferatudi Murnau, ad esempio. Molto interessante e profonda è l’analisi del mitico “King Kong del 1933 di Ernest B. Schoedsack e Merian C. Cooper ed è naturale, essendo in ultima analisi un film che pone il problema fondamentale della modernità, ovvero il modo in cui la nostra cultura può entrare in contatto con un patrimonio di credenze fuori dal tempo, con cui è necessario rapportarsi per poterci comprendere a nostra volta. Se vi interessa King Kong (forse tra i film più ricchi di implicazioni culturali ed antropologiche della storia del cinema) vi consiglio, oltre a questo libro, che vi dedica ben 40 pagine, anche la fondamentale monografia edita nel 2005 a cura di Roberto Chiesi per Gremese.

Bela Lugosi Dracula
Le figure ricorrenti analizzate in “Comunque umani”: il vampiro – Bela Lugosi Dracula

E per la letteratura, come non trattare le figure di Dracula e Carmilla? Qui il massimo esperto è Franco Pezzini di cui vi consiglio di leggere i libri su queste due figure fondamentali. Ma anche le pagine dedicate da Ferraro e Burgo sono molto gustose.
È da segnalare anche la attenta analisi di come il concetto di spazio venga declinato diversamente dalle varie figure di “mostro” prese in esame dal libro: per ognuno c’è un rapporto con esso specifico perché è anche attraverso la concezione di spazio che viene delineata una cultura (opposizione bosco/villaggio, ad esempio o il peculiare rapporto con lo spazio di Dracula).

In conclusione, “Comunque umani” è un libro che vi consiglio per tre motivi, in sostanza. Primo, fa venire voglia di leggere alcuni dei titoli indicati in bibliografia, per approfondire qualche argomento o spunto (e questo è qualcosa che fanno solo i buoni libri). Secondo vi costringe a guardare a figure, come quella del Drago o dell’Orco, forse appiattite nella loro apparente monodimensionalità in maniera diversa, in modo da scoprirne la grande complessità.
Terzo perché è assolutamente necessario ribadire quanto di Noi sia presente nell’Altro, archetipo della non-umanità che anzichè essere frutto di fantasia o di invenzione (popolare o artistica) ci rappresenta, nella sua differenza e per rovesciamento, forse ancora più perfettamente e potentemente.

Comunque umani” è ordinabile in tutte le librerie. Se volete ordinarlo on-line vi consiglio di passare dal sito della casa editrice.

Sergio Toppi: Sharaz-de
Sergio Toppi: Sharaz-de

Guido Ferraro insegna Semiotica, Teoria della narrazione e Semiotica dei consumi e degli stili di vita all’Università di Torino. È stato presidente dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici. Tra le pubblicazioni recenti: Fondamenti di teoria sociosemiotica. La visione “neoclassica” (2013) e Teorie della narrazione. Dai racconti tradizionali all’odierno storytelling (2015).

Isabella Brugo è semiologa, studiosa di folclore e usi tradizionali nell’alimentazione; insegna all’Istituto Alberghiero di Novara. Con G. Ferraro, C. Schiavon e M. Tartari ha scritto Al sangue o ben cotto (1998). Ha pubblicato il volume collettivo Oggetti Novecento e Duemila (2010).

COMUNQUE UMANI
Storie di mostri, alieni, orchi e vampiri: un’analisi semioantropologica
Guido Ferraro, Isabella Brugo
Linee – I saggi
2018 – pp.250 – € 20
ISBN 9788883537851

 

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