CORRENTI FUTURE – Il fascino dell’oceano in una originale antologia di scrittrici di fantascienza

CORRENTI FUTURE è una bellissima antologia di racconti brevi dal tema affascinante: il mare, anzi l’oceano, come suggerisce il sottotitolo originale (“A Sci-Fi Ocean Anthology”).
18 scrittrici sono state coinvolte nel progetto dalla fondazione XPRIZE, in occasione della Giornata mondiale dell’oceano.
La scelta di affidare il compito a sole donne sembra volerci ricordare che il simbolo dell’acqua è universalmente legato alla femminilità, come emerge dagli studi di antropologia sui miti e le religioni e come ha espresso più volte Jung, parlando degli archetipi dell’inconscio collettivo.

CORRENTI FUTURE Antologia di fantascienza marina
CORRENTI FUTURE Antologia di fantascienza marina – Future Fiction

I racconti affrontano spesso i temi dell’inquinamento dei mari (sversamenti di petrolio, rifiuti di materie plastiche) e dei cambiamenti climatici (riscaldamento degli oceani, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento delle acque).
Non mancano le critiche feroci alle politiche imperialiste e neocolonialiste, allo sfruttamento sfrenato delle risorse naturali.
Non si può parlare del mare senza parlare anche dei suoi abitanti (balene, delfini, capodogli, orche, foche, polpi, calamari, meduse, coralli…) e del nostro ancestrale desiderio di comunicare con loro.

La profonda empatia nei confronti degli animali e la tecnologia sostenibile a favore dell’ambiente e delle comunità locali mi hanno fatto spesso pensare alle parole di Donna Haraway su “come sopravvivere su un pianeta infetto”.

Le idee delle autrici sono brillanti e originali, ottimi i risultati, spesso di altissimo livello. Cito soltanto i 10 racconti che mi hanno colpito di più, ma tutti meritano di essere letti.

Vandana Singh
Vandana Singh
Vandana Singh (India/USA) – MADRE OCEANO

Paro è una giovane ricercatrice indiana che lavora in clandestinità nelle acque del Pacifico: è una dei tanti scienziati rinnegati, fuggiti dal potere che li ha estromessi dalle Università e che barattano le loro competenze con la “gente inutile” (pescatori, membri di tribù, poveri delle campagne… che possiedono “generazioni di esperienza su come sopravvivere nella precarietà”).
Grazie a un software sperimentale, Paro riesce a comunicare con i cetacei, il cui nome “si può cantare o rappresentare come una forma d’onda”, non certo ridurre in parole.
Sebbene limitata, la comunicazione funziona. Lo dimostra il fatto che la balenottera azzurra, con cui Paro è quotidianamente in contatto, un giorno le chiede aiuto perché la liberi dai cavi e dai fili che le si sono impigliati sulla testa e nella bocca. Eroico ed emozionante il salvataggio nelle fauci della balena (il mito di Giona rivisitato in chiave realistica).

Mohale Mashigo
Mohale Mashigo
Mohale Mashigo (Sudafrica) – TAPPETI GALLEGGIANTI

Vita subacquea in un villaggio sommerso dall’oceano. Una comunità sottomarina, che un tempo viveva sulla spiaggia, ma che è stata allontanata con l’accusa ingiuriosa di pesca di frodo: “una scusa per i potenti che volevano tenerci lontani dall’acqua e possibilmente scacciarci dalle nostre case”. Poi l’oceano ha rivendicato la terra e così la gente ha trovato il modo di “trasferirsi lì”.
Dalle finestre delle loro abitazioni, nella stagione delle balene, gli abitanti del villaggio subacqueo possono osservare i cetacei che nuotano: “un po’ come un Grande Fratello Sottomarino”. Ma questo non è solo un programma d’intrattenimento. Un apposito software non invasivo li avverte quando una balena finisce intrappolata nelle reti di protezione fantasma e deve essere salvata. Le balene sono esseri riconoscenti: “i mammiferi marini più grandi sembrano essersi innamorati della finestra di casa mia, e a volte mi addormento con uno di loro che mi guarda.

Bellissimo.

Rochita Loenen-Ruiz
Rochita Loenen-Ruiz
Rochita Loenen-Ruiz (Filippine/Paesi Bassi) – IMPROVVISAZIONI SU UN RICHIAMO OCEANICO

Raduni musicali nelle acque profonde. Una giovane donna mutante, con i geni da cetaceo, è l’organizzatrice dei concerti che hanno reso famosi i cetacei come delle rockstar. Il loro canti e le loro danze riescono a catturare il pubblico, che li adora. E non solo il pubblico pagante: anche quello delle profondità abissali. Banchi di meduse fluorescenti, per esempio, salgono verso la superficie, attratti da balene, orche e delfini che volteggiano. Le meduse producendo giochi di luce che si rivelano, ogni volta, una coreografia perfetta per lo spettacolo.

E’ grazie a questi raduni, alla pubblicità e alle trasmissioni sul benessere dei delfini e delle balene che viene portata avanti la lotta per i diritti dei cetacei. Una lotta per cui si batte la giovane protagonista mutante, figlia di una ricercatrice che studia le comunicazioni interspecifiche. Sua nonna si era sottoposta a una manipolazione genetica che, a distanza di una generazione, aveva prodotto lei. Da bambina aveva equamente diviso la sua vita fra gli umani, che la studiavano, e i cetacei del branco, che l’avevano adottata.
Da adolescente, un litigio con la madre l’aveva portata a immergersi nelle acque profonde fino a rischiare la vita. La sua seconda madre, la balena madre, si era sacrificata per lei, riportandola in superficie.
“Crescendo con l’ombra della madre del branco accanto a me, attorniata da una cerchia di zie, fratelli e sorelle, cugini, nipoti, c’è sempre stato qualcuno pronto a sospingermi in superficie se mi avvicinavo troppo a quella che il branco considerava una profondità pericolosa per me.”
Affascinante racconto di una donna, accettata dalle balene che la vedono come una di loro.

Sheila Finch
Sheila Finch
Sheila Finch (UK/USA) – PARLARE PER IMMAGINI

Comunicare direttamente con i delfini attraverso impianti neurali che ci consentono di trasmettere immagini da cervello a cervello: una bella sfida, dato che la mente dei delfini è sprovvista di immagini (usano il sonar per comunicare). Una sfida che probabilmente è destinata a fallire.
Ma cosa succede se nell’esperimento s’intrufola un ospite inatteso che non è un mammifero?
Potrebbe aprirsi una nuova frontiera nella scienza delle comunicazioni.
Bel racconto ambientato nel Mar Ligure, al largo di Noli (provincia di Savona).

Malka Older
Malka Older
Malka Older (USA) – LANTERNE SOLIDE E SCALETTE

Natalia, “ricercatrice comportamentale freelance specializzata in animali marini”, deve chiedere a un polpo consulenza per ricostruire la Grande barriera corallina, ormai un angosciante scheletro della baia australiana.
Per farlo è necessario vedere con gli occhi di un polpo e immergersi nella sua memoria.
Un’immersione fenomenale e struggente.

Madeline Ashby
Madeline Ashby
Madeline Ashby (USA/Canada) – LOTO BLU

I cetacei sono interessati alla politica di noi umani? Viene da ridere, ma tutto fa pensare di sì, altrimenti come dovremmo interpretare che branchi di balene si attardano a migrare, in attesa dell’esito delle elezioni in paesi come il Belize, il Sudafrica, Panama, i Paesi Bassi…? Finite le elezioni, i branchi ripartono all’improvviso.
Una sorta di investigatrice privata, affetta da “un disturbo dell’empatia” che le consente di trovare inconsce “connessioni tra cose che altrimenti apparirebbero scollegate”, viene incaricata di indagare su questi inspiegabili comportamenti animali.
Geniale la risoluzione del caso.

Elizabeth Bear
Elizabeth Bear
Elizabeth Bear (USA) – MARGINI MORBIDI

Un cadavere emerge dalle acque torbide della baia in seguito a un uragano. Però la causa della morte non è imputabile agli eventi atmosferici: si tratta di un omicidio.
La ricercatrice che ha rinvenuto il cadavere è un tecnico della palude modificata chiamata “rete”, zona di transizione fra la terra e il mare (“margine morbido”), che ha il compito di assorbire l’onda di marea, impedendo così all’acqua di sommergere la terraferma.
La detective incaricata del caso si rivolge a lei, ma la ricercatrice è un’obiettrice di coscienza: una cittadina che non crede nella “macchina industrial-carceraria”. “La punizione non è un deterrente. Un sistema giudiziario punitivo non abbatte il crimine, perché non interviene sulle radici profonde del crimine. Anzi non fa che creare altri criminali.
Questo potrebbe complicare le indagini.

Lauren Beukes
Lauren Beukes
Lauren Beukes (Sudafrica) – LA SUA SECONDA PELLE DI FOCA

Vuoi provare l’emozione di immergerti sotto la banchisa antartica? C’è un costosissimo parco acquatico con delle vasche dove puoi nuotare in un liquido tiepido, indossando una muta cibernetica che ti collega alla mente delle foche che vivono in Antartide. Grazie alla realtà virtuale, puoi scendere a profondità impensate, scivolare, fare capriole e piroette come se fossi davvero nel corpo di una di quella foche.
E se questa tecnologia venisse utilizzata per trovare qualcosa che si è inabissato nelle gelide acque del Polo Sud? Un’idea originale e ambiziosa, che però non tiene in considerazione che le foche hanno interessi diversi da quelli umani (non sembrano minimamente interessate a una caccia al tesoro) e, talvolta, rischiano di entrare in contatto con dei feroci predatori.
Agghiacciante la scena finale.

Deborah Biancotti
Deborah Biancotti
Deborah Biancotti (Australia) – OSCURITA’ SALMASTRA

Un importante progetto scientifico: coltivare coralli ibridi per ripopolare la barriera corallina (eReef). Però qualcuno vuole rubare i giovani ibridi, proprio sotto gli occhi di chi li coltiva con tanta dedizione. Nel cuore della notte, a bordo di un’imbarcazione scientifica, i guardiani dell’oceano (come amano definirsi) devono gettarsi nelle profondità marine per sventare il furto.
Realistiche le scene di lotta subacquea e finale inaspettato sul senso della condivisione.

Catherynne M. Valente
Catherynne M. Valente
Catherynne M. Valente (USA) – IL MARE FURIOSO E’ ABBASTANZA PER NOI

Il punto di vista di un’orca, che vaga tra le rovine delle città, sommerse dall’innalzamento delle acque. Un elegante esercizio di stile.

 

Maggiori informazioni sul sito Future Fiction

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