E GIUSTIZIA PER TUTTI il nuovo romanzo di Giuseppe Ricci

Giuseppe Ricci dopo il romanzo “Sbranando Dio” torna con un romanzo breve, come sempre cattivo e doloroso: E GIUSTIZIA PER TUTTI.

Giuseppe Ricci dopo il romanzo “Sbranando Dio“, proposto da B-Sides Magazine nel 2012 e pubblicato da HabanerO Edizioni, e due saggi (“Nemici Politici_Pubblici Nemici” 2017 e “Oscure 5 stelle” 2019) torna con un romanzo breve, come sempre cattivo e doloroso: E GIUSTIZIA PER TUTTI. Una polaroid sbiadita dei nostri tempi vuoti.

Giuseppe Ricci E Giustizia per tutti
E Giustizia per Tutti

logo bsidesmagazine Ciao Giuseppe. Dopo due saggi torni a scrivere un romanzo breve: “E Giustizia per Tutti”. Dove è ambientato?

Ricci thumbRoma. Una discoteca, poi un bunker, qualche strada tra il centro e la periferia, la casa del protagonista, e poco altro; questi sono anche luoghi simbolici, allegorie delle realtà sociali che si scontrano nell’intreccio del romanzo. Roma come luogo preciso in cui l’impero ormai in caduta ancora si diletta tra bassezze lussuose e tentativi di salvarsi. Esistono i centri culturali e le periferie della cultura. Esistono esistenze consapevoli e altre periferiche a loro stesse.

https://www.youtube.com/watch?v=_yGYsvcfojg&feature=youtu.be

logo bsidesmagazineCe ne puoi parlare?

 

Ricci thumbNon è semplicissimo perché il romanzo vive su diversi livelli: quindi tenterò di rimanere “freddo” per non svelarne. Un romanzo in Odio-lucido nei confronti di chi e cosa abbruttisce il mondo e le vite di tanti, in Amore verso chi resiste alle imposture e alle violenze subdole sordide dei “furbi”, verso chi agisce e opera per il nuovo e per il progresso culturale e per la liberazione dell’individuo.

No, il Covid è attualità, mi sembra un “tema” superficiale perché “tutti”, soprattutto sui social hanno da dire la propria ( a buon diritto eh! ); è ancora un argomento pop, e se ha cambiato il mondo lo sapremo tra qualche anno, non ne sono tanto interessato nonostante la tragicità degli eventi.

Tutto si svolge in 72 ore, nel fine settimana della Pasqua. Il protagonista è un trentenne laureato in matematica impegnato con la sopravvivenza economica in una precarietà che è stile di vita e con tutto il caos che la società (non-società) contemporanea gli è attorno e quindi anche dentro.

Il ragazzo, Saimon, non è sciocco e percepisce tante sfumature di quello che lo circonda ma sarà fatale un incontro con una ragazza (Anna) e con gli amici di quest’ultima. In loro troverà un passato comune, tragico, un legame che è anche fratellanza generazionale, anche dettata da un accadimento reale storico che è stato punto di svolta nella cultura occidentale. Da lì un vortice di accadimenti che porteranno Saimon a delle nuove e diverse consapevolezze fino all’accettazione di un progetto che… ovviamente non sarebbe delicato anticipare.

https://www.youtube.com/watch?v=j203gdzdKVw&feature=youtu.be

logo bsidesmagazine Come stai promuovendo il libro?

 

Ricci thumbLa casa editrice –Bookabook – agisce in modo relativamente “innovativo” ma molto funzionale.
Chi pre-ordina il libro diventa di fatto un tassello che concretizza la possibilità della sua esistenza materiale oltre la copia prenotata.
Da parte mia non mi è spontanea un’auto-promozione aggressiva, più che altro informo e divulgo: come da tempo continuo a usare i social per esprimere opinioni, pubblicare articoli e condividere riflessioni magari estrapolate da miei precedenti saggi; quindi data la possibilità di prenotare “E giustizia per Tutti” mi muovo per farne conoscere a “piccoli frammenti” il contenuto e la trasversalità dei contenuti: oltre a Facebook e Instagram, anche con un canale YouTube dedicato su cui girano brevi booktrailer, e un canale MixCloud dove condivido quella che è la colonna sonora del romanzo e potrebbe essere un sottofondo per la lettura.

Infine e non per ultimo ho il supporto e i consigli del mio agente Gianluca Zanella…che è uno che si occupa di tante belle cose.

E Giustizia per Tutti
E Giustizia per Tutti

logo bsidesmagazine Come nei precedenti romanzi (“AmarKord”, “Caos, amore, caos”, “Sbranando Dio”) la tua visione sulla società moderna è decisamente pessimistica. I giovani che descrivi sono vuoti e vanitosi. Eppure dal tuo primo romanzo a oggi sono passati 15 anni. Queste nuove generazioni sembrano radicalmente diverse da quelle precedenti. Le loro abitudini, la loro musica, le loro necessità non hanno più a che fare con il passato.

Ricci thumbInnanzitutto, oggi, non credo sia ancora possibile adottare le categorie giovani-adulti, la società occidentale contemporanea ha annullato la trasformazione delle persone in adulte, certo un ragazzo passerà dagli studi al lavoro, dalla comodità alla ricerca dell’autonomia economica, ma credo che gli ultimi adulti siano stati quelli che sono passati tramite la miseria diffusa, le tragedie della guerra, e la mancanza di intrattenimenti a perder tempo; nell’opulenza non c’è evoluzione: e con questo non voglio dire che la mancanza di età-adulta sia condizione negativa, ma solo che il “benessere” mantiene viva, recondita, una determinata visione del mondo e una certa “dipendenza” dai passatempi. (Ovviamente anche oggi ci sono individui che devono affrontare la battaglia quotidiana per sopravvivere veramente e non per potersi pagare “vizi” e “intrattenimenti”, ecco allora quelli forse sono già più adulti).

Siamo tutti, in certa misura “vuoti e vanitosi”: siamo esseri del nostro tempo, l’importante è averne consapevolezza e cercare di “curarsi” da questa peste. La mia visione non credo possa definirsi pessimistica, per lo più – i romanzi precedenti – sono stati visioni e messe-in-scena dell’insieme sociale partendo da segni particolari di costume e di degrado. Più che pessimistica la definirei non ipocrita e tendente alla scomodità di certe realtà che la morale piccolo-borghese non vuole vedere e accettare.

I protagonisti non sono poi così giovani, sono trentenni e quarantenni (adultescenti): inoltre in “E Giustizia per Tutti” esistono almeno due tipologie di umani: quelli asserviti, e poi appunto i veri protagonisti che per contro pare abbiano diverse consapevolezze guadagnate tramite esperienze e volontà di evolvere.

I cosiddetti “giovani d’oggi” si ritrovano in abitudini e musiche diverse certo, ma credo siano diverse solo per “cornice”, le loro necessità sono le stesse dei giovani di una decade (o due) fa, ai primi sono stati sottratti i “riferimenti” culturali utili per individuarle e focalizzarle.

https://www.youtube.com/watch?v=2F8ucaJ5krU&feature=youtu.be

logo bsidesmagazine Da parte loro c’è un ritorno all’impegno sociale/politico che era sparito da quasi due decenni. Anche nell’atteggiamento dei giovani politici c’è la tendenza a rimarcare una distanza con tutto quello che li ha preceduti. Leggendo i tuoi romanzi, sembra che l’unico atto liberatorio possibile sia sempre un gesto folle, a volte tremendo. Cosa è andato storto?

Ricci thumbForse è folle oggi scandalizzarsi, reagire, pensare a una Libertà che non sia gestita, o rovinata, da tante minuscole libertà pre-impostate. Non è andato storto nulla dal punto di vista del Sistema, il dominare delle sottoculture non ha trovato da decenni degni avversari nelle istituzioni e nella controcultura. (A che se, fortunatamente i movimenti di Coltrocultura esistono e agiscono).

Il gesto folle (concettualmente violento) è figlio di disperazione, di mancanza d’altri mezzi, non significa necessariamente essere nel “torto”. I personaggi di “ E Giustizia per Tutti” sono comunque disadattati (chi non lo è?) ma a salvarli sono una profonda consapevolezza e una dolorosa lucidità; quello dei miei personaggi (anche nei precedenti romanzi) è sempre un autosacrificio in nome di qualcosa, qualcosa di più grande, o almeno a far fronte, ad agire contro l’ingiusto (anch’esso grande) e subdolamente molto più violento.

Giuseppe Ricci - E Giustizia per Tutti
Giuseppe Ricci

“On n’échappe pas de la machine” – non si sfugge alla macchina – scriveva Deleuze,
…e allora quale sfida è più esaltante del cercare invece di “emanciparsi dalla macchina”?

Anche l’impegno politico è (in parte) da sempre una questione di sfruttamento del naturale disagio adolescenziale (che oggi si protrae in disagio esistenziale a lungo termine), si tratta di un circuito chiuso, il Disagio fa attecchire PseudoCure, a sottoculture che poi inesorabilmente producono Nuovi Disagi. L’impegno sociale e politico nei giovani, in alcuni di questi, in certi gruppi, c’è sempre stato (pensiamo al 68 o al finire degli anni Settanta). E’ anche in quei frangenti politici che le necessità esistenziali dei “giovani” hanno incontrato e incontrano la funzionalità di sottoculture preimpostate dal Sistema stesso. (E’ il concetto che analizzo in profondità nel saggio Nemici Politici di qualche anno fa).

https://www.youtube.com/watch?v=pcR8PNqSwOk&feature=youtu.be

logo bsidesmagazine La droga è la normalità nelle realtà che descrivi. Da simbolo trasgressivo e contro culturale che una volta poteva rappresentare è diventata oggi una nuova forma di conformismo? O uno strumento di controllo di massa?

Ricci thumbSia chiaro, non sono un moralista né un bigotto (una birra e qualche sigaretta piacciono anche me) ma qui la questione è la consapevolezza, l’emancipazione da possibili e varie schiavitù che di fatto non solo continuano ad arricchire e rendere più potenti “i potenti” ma anche che semplicemente “ci fanno male”.

Il semplice tabacco e gli alcolici, fino alle droghe e alle sostanze psicotrope (illegali per ipocrisia e libere di circolare non a caso), sono sempre stati serviti a uso e consumo della massa per il suo imbonimento; anche qui la trasgressione è figlia di sottoculture gestite da grandi potentati finanziari e industriali (quelli di tutte le sostanze stordenti appunto) che hanno saputo muoversi (e continuano a farlo) in modo che il “tutto” sia ammantato di trasgressività e ribellione. Dal cosiddetto mondo della musica a quello del cinema siamo circondati da collaborazionisti della distruzione e del massacro, e sto parlando anche di quelli che si ammantano di anti-sistemicità; che sono i “peggiori”. Uno dei concetti cardine del mio lavoro è proprio questo, in “E Giustizia per Tutti” è sviscerato in maniera più diretta scovando precisamente i meccanismi della grande impostura, indicando le “figure” promotrici e le dinamiche con le quali la stessa impostura si instilla in quelle menti naturalmente alla ricerca di “guide” e modelli e speranze.

logo bsidesmagazine In “Giustizia per tutti” hai sperimentato uno stile narrativo più personale rispetto alla prosa cruda e acida dei precedenti romanzi. In che veste ti ritrovi meglio? Saggista o scrittore?

Ricci thumbSi è vero, dev’essermi successo qualcosa…. Sono due approcci diversi alle questioni che si vuole affrontare. Fin dagli inizi sono abituato ad alternare un saggio a un romanzo, ma non so perché, forse per trovare un mio personale equilibrio e giungere a riflessioni più allargate. Alcuni concetti diventano più forti, più esaustivi se lasciati sottotraccia o nei diversi livelli di lettura di un romanzo; che forse preferisco proprio per la libertà di percezione che lascia al lettore.

https://www.youtube.com/watch?v=gS8NtukAk9Q&feature=youtu.be

 

logo bsidesmagazine Ogni libro può toccare le corde più profonde del lettore, gratificandolo, illuminandolo o sconvolgendolo con emozioni viscerali oppure con potenti architetture intellettuali. Secondo te che tipo di persona è quella che resterà folgorata o si rispecchierà nella lettura di “E Giustizia per Tutti” ?

Ricci thumbNon esistono delle “condizioni necessarie”, forse dei “requisiti minimi di sistema” o dei sentori sulla non-Società in cui viviamo, degli anticorpi intellettuali già in coltura, e una voglia di Libertà non effimera.
Forse un tipo di persona che:

  • crede che figure come Barbara D’Urso e diversi altri andrebbero portati in giudizio per “crimini contro la civiltà e lo sviluppo culturale dei cittadini”.
  • Percepisce la “pubblicità” (nel senso più ampio del termine) come la più subdola violenza che l’essere umano abbia mai subito
  • ha capito che il Cinema di Hollywood anche quando capace di mascherarsi da anti-qualcosa è pur sempre un prodotto a gioco della cultura-dominante
  • non vede i tatuaggi con simboli massonici (tipo piramidi e occhi) come delle predestinazioni alla realizzazione o delle superiorità innate, ma anzi come deboli e inutili preghiere di salvezza
  • ama molto la musica e il cinema nelle sue svariate forme, ma crede che nel rock come in altri generi “diverse cose siano andate storte” e quasi tutto faccia parte di un GrandeSpettacolo distraente,
  • sta acquisendo consapevolezza che alcool e droga sono il Sistema e non altro,
  • non intende il benessere e la sopravvivenza come qualcosa di scontato,

Tengo a ringraziare tutti quelli che nel frattempo hanno pre-ordinato il libro, il mio agente ed editor Gianluca Zanella perché lo faccio un po’ impazzire, la Casa Editrice Bookabook che ha valutato positivamente l’opera, e diversi creativi musicali e non (ABKY-Enea Boccato, ARTO, Ovo, BALTO, SOVIET SOVIET, IO e la TIGRE, FUZZ ORCHESTRA, ZEUS!, Il Lungo Addio, Rasman, HEUTE NEBEL, Giacomo Cancellieri, CUBI Dj, Riviera-musica, Simone Ferrara, più Marco Ferri, Lorenzo Anzini (LOREPROD) e Preto Pasin [per avermi prestato i loro dipinti], che in questo periodo mi stanno prestando i loro Suoni per i booktrailer rintracciabili sulla pagina YouTube YouTube.

https://www.youtube.com/watch?v=xFy3Krp2xGU&feature=youtu.be

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