FILM CHE PENSANO filosofia e cinema in un saggio di Umberto Curi

Film che pensano – Il binomio filosofia/cinema può destare qualche allarme in chi pensa che i due ambiti siano incompatibili.
Questo libro ha molti meriti e per primo ha quello di mostrare in maniera immediata che questa affermazione è falsa.

Il binomio filosofia/cinema può destare qualche allarme in chi pensa che i due ambiti siano incompatibili.
Questo libro ha molti meriti e per primo ha quello di mostrare in maniera immediata che questa affermazione è falsa.

FILM CHE PENSANO
FILM CHE PENSANO

Umberto Curi, professore emerito all’Università di Padova, ha da molti anni affiancato alla sua attività di storico della filosofia (memorabili, tra gli altri, i suoi La cognizione dell’amore. Eros e filosofia, Pòlemos. Filosofia come guerra, Endiadi. Figure della duplicità e Meglio non essere nati. La condizione umana tra Eschilo e Nietzsche) quella di filosofo del cinema, ovvero di un filosofo che, guardando un film, senza teorizzare, senza creare una sorta di inutile metafisica del cinema, individua nella storia, nella recitazione, nello stile, insomma nelle immagini in movimento, un pensiero, differente da quello delle opere filosofiche comunemente intese ma nondimeno definibile filosofico.
Sto facendo riferimento ai suoi tre libri dedicati al cinema, ovvero Lo schermo del pensiero. Cinema e filosofia, Ombre delle idee. Filosofia del cinema fra «American beauty» e «Parla con lei» e Un filosofo al cinema, usciti tra il 2000 e il 2006.

Umberto Curi
Umberto Curi

Ora queste opere ritornano, riordinate, ripensate, corrette e rese coerenti in un unico volume edito da Mimesis. Nonostante siano passati ventanni dall’uscita del primo libro sul cinema, è ancora diffusa l’opinione che un filosofo che si occupi di cinema sia poco serio.
Non c’è antidoto più efficace a queste sciocchezze di questo libro di Curi.
Curi smentisce inoltre anche un’altra assurdità, ovvero l’idea che un film per essere filosofico debba essere noioso, mortalmente serio o, peggio, parlare della vita di un filosofo.
I film pensano indipendentemente dal tono, dal genere o dalla presenza o meno di filosofi sullo schermo.

Alcuni critici e alcuni spettatori hanno ancora bisogno che venga specificato che non è il fantomatico “contenuto” a rendere filosofico un film. Quindi ben vengano nel “canone” filosofico registi e attori comici come Buster Keaton o Jacques Tati, musicals e cartoni animati!
Ma è necessario ricordare che siamo veramente messi male se c’è chi, per dire cosa sia un’opera filosofica, abbia dato la seguente definizione: “un libro scritto da un professore di filosofia”. Ecco perché l’oepera di Curi è così preziosa e necessaria.

FILM CHE PENSANO
Buster Keaton e Jacques Tati

La prima parte del volume approfondisce alcuni temi e questioni fondamentali che riguardano il cinema nel contesto di una tradizione filosofica che tiene fortemente presente Aristotele e la sua Poetica nonché alcuni successivi pensatori tra cui primariamente Martin Heidegger.
Sulla base di alcuni concetti aristotelici e heideggeriani mostra come evidente la filosoficità del cinema, inteso da Curi come narrazione per immagini.
Molto forte, ma a dire il vero non facilmente smentibile è la posizione dell’autore (di ispirazione aristotelica e non lontana dall’approccio delle scuole di cinema americane) riguardo alla priorità della storia sull’immagine, dell’intreccio sul piano del visibile e dell’udibile nella definizione di ciò che rappresenta la natura del cinema.

Personalmente dissento da questa posizione, ritenendo che il cinema sia contemporaneamente narrazione e immagine, ovvero che il comunica e nello stesso tempo tace. Pur ritenendo questo approccio parziale, l’opera di Curi rappresenta uno dei più riusciti tentativi di evidenziare il contenuto filosofico naturale dell’opera cinematografica. Ma direi più precisamente dei film, dato che Curi non crea una teoria del cinema, ritenendo quest’ultima una costruzione votata al fallimento ma legge le singole opere come creazioni bastanti a se stesse.

FILM CHE PENSANO
FILM CHE PENSANO

È questo il contenuto della seconda e terza parte in cui il filosofo si sofferma sulle opere di alcuni dei maestri come Truffaut, Eastwood, Fellini, Wilder, Spielberg, Garrone, Wenders e Scorsese nonchè su alcuni film memorabili come American Beauty, Moulin Rouge!, Il mestiere delle armi o Mullholand Drive.

È qui che, con sguardo aperto, senza snobismi nè chiusure mentali, Curi ci dimostra cosa significa e che conseguenze abbia l’affermazione che i film “pensano”.

Film che pensano
Umberto Curi,
Mimesis,
pp. 592, € 25, 2020

 

 

 

 

 

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