FANTAITALIA – FILOSOFIA DELLA FANTASCIENZA a cura di Andrea Tortoreto

FANTAITALIA - FILOSOFIA DELLA FANTASCIENZA a cura di Andrea Tortoreto
FANTAITALIA – FILOSOFIA DELLA FANTASCIENZA a cura di Andrea Tortoreto

Filosofia della fantascienza, finalmente! Questa mia esclamazione non è solo motivata dal fatto che questo libro è stato in cantiere per anni prima di venire finalmente pubblicato ora. La felicità da parte mia è giustificata anche dalla mia passione antica per questo genere, soprattutto per la produzione letteraria, che ancora mi sorprende ed emoziona, tra grandi classici e libri meno conosciuti, nascosti nell’enorme bibliografia fantastica.

Ma soprattutto, al di là delle mie trascurabili predilezioni, dopo innumerevoli “filosofie di/del/della”, molte pubblicate proprio da Mimesis, non poteva rimanere fuori la fantascienza.

Un'illustrazione di Jim Burns "Spaceport"
Un’illustrazione di Jim Burns “Spaceport”

Perchè? È semplice: perchè la fantascienza, azzarderei, è costitutivamente generatrice di riflessioni filosofiche, essendo inevitabile che in un racconto di questo genere si tocchino temi come l’identità, la diversità, lo straniero e l’alieno, la sessualità, oltre a tutti i temi etici possibili nonchè temi politico-filosofici come ad esempio l’organizzazione dello stato. Tutti problemi filosofici fondamentali. E tra tutti questi c’è il tema principe della science fiction, ovvero il rapporto con la tecnologia e come essa modifichi i comportamenti, il pensiero dell’uomo e come infine concorra a modificare la definizione stessa di ciò che è umano.

Ho detto che la SF è costitutivamente filosofica. Bene, forse l’affermazione andrebbe corretta poichè è possibile scrivere fantascienza non filosofica. Ce n’è molta: è la scelta di numerosi, anche bravi, scrittori di romanzi che sostanzialmente sono storie d’avventura “vestite” di fantascienza, dove la basilare messa in discussione dell’uomo a causa della tecnologia non è posta al centro ed anzi è evitata accuratamente. Quindi: non tutte le astronavi fanno filosofia, come del resto non tutte le astronavi fanno fantascienza…

Prima di rimanere intrappolati in un ginepraio di problemi letterari-filosofici direi che è cosa buona attaccarsi a questa suggestione che mi sovviene ora: se l’origine della filosofia è la meraviglia, secondo Aristotele, allora il famoso “sense of wonder” delle origini non è altro che filosofia in potenza! Forse, ma appunto lo è solo in potenza, non necessariamente in atto.

Detto questo rimane fermo un concetto: la fantascienza tende per natura alla riflessione filosofica e sociologica (anche se non sempre porta a termine questa tensione) ma contemporaneamente è comunque sempre letteratura (meravigliosa) e dallo stupore che essa genera trae sempre nuova spinta (potenziale) alla riflessione.

L'originale design dell'Enterprise in Star Trek
L’originale design dell’Enterprise in Star Trek

I saggi brevi contenuti nel libro, organizzato da Andrea Tortoreto, sono ben sedici più un’introduzione generale dello stesso curatore (in aggiunta ad una prefazione di Luca Gallesi che è stato promotore anche di altri libri sulla fantascienza editi da Mimesis). C’è una certa disomogeneità tra di essi sia per una naturale differenza qualitativa, sia per la pertinenza al tema (filosofia della fantascienza). Premettendo quindi che non tutti gli articoli si occupano realmente di filosofia possiamo entrare nel merito dei vari contributi che presentano in alcuni casi molti elementi di interesse.

Il primo autore che voglio citare è Franco La Polla, scomparso nel 2009, uno dei più grandi studiosi del cinema americano e massimo esperto e studioso di Star Trek, tra i primi a segnalare la ricchezza di temi e rivoluzioni contenute in quel programma TV apparentemente d’evasione. Anche qui, nelle poche pagine di Fantascienza: dal presente al futuro, La Polla convince con alcune sintetiche notazioni su come la fantascienza ha saputo mettere in narrazione, contemporaneamente alla filosofia, le nuove concezioni di corpo, tempo e umano.

Un’illustrazione del ciclo di Dune

I temi sono enormemente vari e vanno dal cinema alla letteratura. Errico Passaro si occupa, ad esempio, della grande saga di culto Dune, letteraria ma con un discusso adattamento cinematografico ad opera di David Lynch ed un secondo in arrivo per la regia di Denis Villeneuve.

Giuseppe Panella riflette sull’urbanistica immaginaria nel saggio Un’estetica della città del futuro. Dal Falansterio a Stahlstadt e Metropolis.

La città di Metropolis
La città di Metropolis

Giulia Iannuzzi, sempre meritevole di lettura, già autrice di due volumi fondamentali sulla fantascienza italiana sempre per Mimesis (cercateli), amplia il discorso critico su Gilda Musa, probabilmente l’autrice più forte ed originale del nostro fantastico che meriterebbe una (ri)scoperta, anche editoriale.

“I 500 milioni della Begum” (1879) di Jules Verne

Un altro contributo importante, che esce dal solito ambito anglosassone, è quello di Riccardo Rosati su un tema molto ricco di implicazioni filosofiche ed estetiche: “La visione del mondo dei Samurai nei manga e negli anime.

Se Antonio Allegra tocca uno dei problemi più d’attualità nella riflessione filosofica: “Narrazione e ideologia. Una riflessione su transumano e filosofia”, Riccardo Gramantieri illustra il tentativo da parte del cyberpunk di disegnare una cartografia post-moderna in Spazi eterotopici nell’opera di William Gibson.

Al tema, ovviamente, centrale del robot si sono dedicati due studiosi: Giuseppe O. Longo (con “Il robot tra scienza e fantascienza) e Gianni Zanarini (Ai limiti dell’impossibile. Robot, cyborg, e avatar al cinema”).

“Ghost in the shell”

Gli autori presenti in questo libro, però, non sono solo critici o storici, come i sempre precisi e preziosi Carlo Pagetti (decano della storia della fantascienza che qui si dedica alla figura del “filosofo” Mr. Spock), Andrea Vaccaro (alle prese con il saggio “L’immortalità terrena tra filosofia, tecnologia, fantascienza e teologia) e Andrea Scarabelli (sorprendenti e ardite le sue pagine sulla lettura lovecraftiana di Oswald Spengler!). Ci sono infatti anche alcuni dei più interessanti autori italiani nel genere fantastico: ad esempio Giovanni De Matteo e Salvatore Proietti (con “Macchine come noi. Fantascienza, esseri artificiali e nuove forme di cittadinanza), Danilo Arona (con “L’ossessiva frequenza dei segni e dei sogni) e Sandro Nannini, che in coda al volume propone un testo narrativo da lui definito “un racconto di fantafilosofia”: “Assassino a Neurolandia.

In conclusione, un libro ricco di spunti e di suggestioni a cui diamo il benvenuto, auspicando ulteriori saggi che amplino, con gli strumenti propri delle discipline filosofiche, il discorso sui molti dei problemi qui toccati, convinti che l’enorme giacimento di idee della letteratura e del cinema di fantascienza abbia ancora molto da dire, anche per la filosofia.

Filosofia della fantascienza
a cura di Andrea Tortoreto
Mimesis Edizioni -Il caffè dei filosofi,
pp. 280, 2018, € 26 stampa, € 18,99 ebook

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