I MITI di CTHULHU. Dall’orrore di Howard Phillips Lovecraft – A cura di Giuseppe Lippi, Gianfranco De Turris, Sebastiano Fusco

Questa antologia, rivista e ampliata rispetto all’originale, attesa da molti appassionati, colma una lacuna importante riguardante l’opera di Lovecraft

Lovecraft
I MITI di CTHULHU – Lovecraft

Questa antologia, rivista e ampliata rispetto all’originale, attesa da molti appassionati, colma una lacuna importante riguardante l’opera di Lovecraft e in particolare la sua creazione letteraria più celebre. Con l’espressione “Miti di Cthulhu”, o “Ciclo di Cthulhu” si fa riferimento a quei racconti in cui compaiono o sono citati le divinità e le creature da lui create all’interno della sua orribile visione del cosmo. Alcuni, però, ritengono scorretta questa espressione proponendo un più adatto “Ciclo di Yog-Sothoth”, divinità superiore a Cthulhu.

Raccontare la storia di questo libro appena uscito per la mastodontica collana Oscar Draghi di Mondadori può servire a molte cose, non ultima a sottolineare l’eccezionale e duratura fortuna di Lovecraft nel mondo e in Italia in particolare.

H. P. Lovecraft visto da Mike Mignola
H.P.L. visto da Mike Mignola

Tales of the Cthulhu Mythos”, l’antologia originale che è il cuore di questo libro, uscì 1969 per Harkham House, la casa editrice del curatore, quell’August Derleth che riportò in libreria le opere di Lovecraft e contribuì sensibilmente alla sua riscoperta. È stata la prima antologia di questo genere, ovvero una raccolta di racconti non scritti da H.P.L. che in vari modi avevano una forte relazione con la creazione narrativa dei Miti di Chtulhu. Il libro, poi riedito con diverse aggiunte, conteneva storie di contemporanei di H.P.L. e di autori più recenti. In seguito questa formula venne riproposta in numerosi volumi anche da altri editori e con altre scelte, operate da curatori come Lin Carter, Brian Lumley e Robert M. Price. Negli anni settanta, a partire da “The disciples of Cthulhu” (1976), uscirono anche antologie di racconti composti appositamente, scritti nel filone Lovecraftiano.

I miti di Cthulhu Lovecraft - Fanucci
I miti di Cthulhu – Fanucci

La prima versione italiana di “Tales of the Cthulhu Mythos” uscì nel 1975 per Fanucci. Allora la casa editirice romana fondata da Renato Fanucci era protagonista, insieme alla Nord di Milano, degli anni pionieristici della fantascienza e del fantastico in libreria. Nonostante la qualità, quel volume, l’ottavo della bella collana «Orizzonti», non venne più riproposto.

Ora, dopo 44 anni, ritorna enormemente arricchito (più di 800 pagine totali). La cura è a sei mani, le prime quattro di Sebastiano Fusco e Gianfranco De Turris, i curatori delle collane Fanucci dal 1972 al 1981. Le due mani aggiunte in questa edizione sono quelle sapienti e precise di Giuseppe Lippi, scomparso a dicembre 2018. Con grande soddisfazione mi aveva personalmente annunciato l’uscita del volume nel 2018, poi rimandata al 2019. Lippi, che è stato uno dei più grandi editor di fantascienza e fantastico in Italia e che ora manca moltissimo a tanti lettori, ha contribuito ad arricchire ulteriormente un volume già pieno di gioielli. Che tipo di gioielli? Diciamo di tre generi.

I PRECURSORI

Bierce, Hodgson, Chambers
Bierce, Hodgson, Chambers

I primi, raccolti sotto la sezione Precursori, sono i prodotti letterari che hanno posto le basi all’opera lovecraftiana e che possono essere letti come suoi antenati letterari. Sto parlando dei racconti di E. A. Poe, Ambrose Bierce, Robert W. Chambers, Algernon Blackwood, William Hope Hodgson, Dunsany, Arthur Machen e Abraham Merritt. I testi scelti sono tutti tasselli fondamentali della letteratura dell’orrore e sono stati scelti anche in base ai commenti dello stesso Lovecraft nel suo saggio “L’orrore soprannaturale in letteratura. Merita una citazione l’inclusione del romanzo “La casa sull’abisso di William Hope Hodgson, capolavoro assente da decenni dalle librerie italiane. Tutta questa sezione era assente nel volume americano ed è interamente ideata da De Turris & Fusco.

I CONTEMPORANEI DI LOVECRAFT

Derleth, Bloch, Blong

La seconda sezione include i migliori tentativi dei contemporanei di Lovecraft nel filone dei Miti di Chtulhu. Ecco quindi C. A. Smith, Robert Bloch, Frank Belknap Long, Henry Kuttner e lo stesso August Derleth, ovvero gli autori che più hanno seguito le sue tracce.

I CONTINUATORI

Lumley, Campbell, Wilson
Lumley, Campbell, Wilson

La terza sezione raccoglie testi dei cosiddetti Continuatori, scrittori come Campbell, Brian Lumley, J. Vernon Shea, James Wade e Colin Wilson. Insomma, una vera e propria storia dell’influenza della creazione lovecraftiana che però, data la ricchezza e la qualità dei racconti presenti, può valere anche come storia della letteratura dell’orrore tout court. Ulteriore contenuto bonus rispetto all’edizione di Derleth sono quattro racconti di scrittori italiani: Riccardo Leveghi, Marco De Franchi, Giulio Leoni ed Errico Passaro. Sono solo alcuni dei moltissimi autori che hanno scritto opere ispirate ad H.P.L. ai quali avrei, personalmente, aggiunto anche il bravissimo Ivo Torello.

 

Due parole sulla cura del volume.
I nomi di De Turris & Fusco sono noti a molti anche per alcune antiche polemiche riguardanti le loro interpretazioni dello scrittore. La loro lettura mitico-simbolica di Lovecraft (come anche di molta SF e Fantasy da loro curata per Fanucci) è stata rifiutata da alcuni. Questo tipo di critica del fantastico è stata percepita come una lettura “di destra”, opposta ad una lettura ed una critica “di sinistra”. I settanta erano, come si sa, anni di polarizzazioni politiche estreme e spesso ciò ha impedito di leggere in modo obiettivo le espressioni che non si conformavano ad una lettura dominante. Credo che questa antologia possa servire a ribadire che non esiste una modalità di analisi ermeneutica univoca di Lovecraft (e l’inclusione, come prefazioni, di due testi di Derleth e Mosig, dalle letture antitetiche, lo mostra palesemente) ma diverse scelte critiche possono portare a diversi risultati, ognuno con un contenuto prezioso a chi voglia capire lo scrittore. Il fatto che Lippi, il primo ad aver curato un’edizione italiana integrale delle opere dello scrittore di Providence basata sui manoscritti originali, abbia commissionato a De Turris & Fusco la cura della nuova edizione del libro del 1975 credo che possa significare solo questo: un tributo a due critici che, con le loro specificità ed eccentricità, hanno contribuito ad alzare di molto il livello della critica del fantastico in Italia almeno quanto i contemporanei Vittorio Curtoni e Riccardo Valla.

In appendice troviamo un saggio preciso ed interessante di Andrea Vaccaro, grande conoscitore lovecraftiano e fondatore dell’ottima Hypnos, la migliore casa editrice italiana di ispirazione lovecraftiana dedicata al weird. Vaccaro ci rende edotti sugli innumerevoli scrittori, anche di grande valore, che hanno seguito in modo personale ed originale la via indicata da H.P.L.

Concludono il volume i profili degli autori e una ricca bibliografia dei Miti di Cthulhu.

Il libro si presenta dietro un’aggressiva copertina disegnata da Malleus e curata graficamente da Alessandro Scalia ed è impreziosito dalle illustrazioni interne di Greta Grendel, già vista all’opera sulla materia lovecraftiana.

L’antologia (ma questo è uno di quei casi in cui il termine sembra davvero riduttivo) esce in due edizioni, quella regolare (il solo volume ad € 25) e quella deluxe (a € 38) con una T-shirt che riprende l’illustrazione di copertina racchiusa in una robusta scatola illustrata. Segno che, ormai, Lovecraft non sta più in una nicchia polverosa ma è entrato ormai definitivamente nella cultura mainstream.

I MITI di CTHULHU. Dall’orrore di Howard Phillips Lovecraft
A cura di Giuseppe Lippi, Gianfranco De Turris, Sebastiano Fusco,
Mondadori,
pp. 828, € 25, 2019
Illustrazioni di Greta Grendel

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