Intervista a ANTONELLO CRESTI. Musica ed esoterismo.

Antonello Cresti è, proprio come la materia esoterica che studia, un tesoro per pochi (quel piccolo popolo che compra e legge saggi sulla musica),

Antonello Cresti - Solchi Sperimentali

Antonello Cresti è, proprio come la materia esoterica che studia, un tesoro per pochi (quel piccolo popolo che compra e legge saggi sulla musica), ma che meriterebbe essere di tutti.
Antonello Cresti è uno degli autori più interessanti che si siano occupati di musica in Italia negli ultimi anni e questo perchè, a differenza di moltissimi suoi colleghi, non teme di inserire la musica che tratta in un discorso più ampio, che coinvolge la cultura del paese che l’ha prodotta (nel suo caso l’Inghilterra), nonostante questo implichi lunghi studi e approfondimenti interdisciplinari.
Cresti ha scritto libri importanti per chi si interessa di musica inglese, ma direi, addirittura, di musica in generale. Sono molto felice di poterlo incontrare e di dialogare con lui sui temi dei suoi libri.

Jimmy Page davanti alla Boleskine House, la villa scozzese che fu di Aleister Crowley, l’occultista che ha influenzato più di ogni altro con la sua vita e il suo pensiero la musica esoterica inglese e non solo.

B-SIDES: I tuoi libri colmano un vuoto nel mercato editoriale, nessuno aveva precedentemente dedicato testi alle origini e alle influenze esorteriche nella musica inglese dagli anni ’60 ad oggi. Ti sei spiegato il motivo di questa mancanza?

Antonello cresti picAntonello Cresti: Si tratta di uno dei tanti vuoti, chiamali se vuoi “censure” del nostro mondo editoriale. Ad onor del vero, sia pure in maniera frammentaria, qualcosa in lingua inglese è uscito, ma in Italia il discorso è diverso… Io cerco di scrivere su quello che mi piacerebbe leggere! Sui motivi di queste mancanze credo si tratti di una propensione alla viltà e alla volontà di non osare, sia perchè ritenuto commercialmente rischioso, sia perchè è meglio attenersi alla visione ufficiale delle cose, anche quelle artistiche.

B-SIDES: Quasi tutti i tuoi libri sono legati tra loro e fanno parte, a mio parere, di un’unica opera in progress. Anche tu la vedi così?

Antonello cresti picAntonello Cresti: Senza dubbio! Anzi, dirò di più: tutto quello che faccio nasce con l’intenzione di svilupparsi dialogicamente con gli altri miei progetti, presenti, passati o futuri. Questo perchè credo che qualsiasi operazione “culturale” sia da intendersi primariamente come un punto di partenza, non un arrivo. Dunque si apre una porta e poi si invita altri ad oltrepassarla, oppure lo si fa noi stessi. Spesso amici giornalisti e scrittori mi hanno detto cose tipo “hai scritto il libro a cui pensavo da tempo, ma non avevo il tempo o la concentrazione giusta…” Ecco, quando sento queste frasi mi sento obbligato a svolgere questo work in progress cui accenni tu.

 

Uno dei capolavori dei Third Ear Band uscito nel 1971 di cui Cresti parla in “Come to the sabbat” e “Solchi sperimentali”.

B-SIDES: Con Fairest Isle. L’epopea dell’electric folk britannico (Aereostella, 2009) inizi quella che può essere considerata una trilogia sull’Inghilterra e la sua musica più segreta. Ci puoi parlare di questo libro?

Antonello cresti picAntonello Cresti: L’idea di base di quel libro era riflettere sul senso che la tradizione (musicale, in questo caso) può rivestire nel mondo attuale. Il caso dell’electric folk da questo punto di vista è esemplare poichè si tratta di una musica che discende da epoche antichissime, ma che è capace di rinnovarsi completamente, mostrando anzi una propensione alla sperimentazione, alla ibridazione, maggiore di molti altri generi. Ho tentato dunque di mettere in fila i tanti grandi album folk inglesi degli anni sessanta e settanta cercando di ricontestualizzarli in un quadro più storico, sociologico e culturologico.

B-SIDES: L’anno successivo pubblichi Lucifer over London. Industrial, folk apolittico e controculture radicali in Inghilterra (Aereostella, 2010), dedicato ad alcuni musicisti fondamentali dell’industrial e del folk apocalittico UK, ovvero Throbbing Gristle, Psychic TV, Current 93 e Coil. Quando ho letto questo libro due temi relativi alla cultura inglese mi hanno colpito moltissimo: uno è l’attrazione da parte di tutta quella cultura per le tematiche della decadenza (dell’Inghilterra, dell’occidente, del mondo), l’altro è la tradizione dell’eccentricità.

Antonello cresti picAntonello Cresti: La cultura britannica è uno strano enigma, poichè molto spesso ha espresso con forza, in contemporanea, una cosa ed il suo opposto. Tu parli di poetica della decadenza (Gibbons, Toynbee, Yokey – che era irlandese – Swinburne e altri) e ciò avveniva in un momento storico in cui la cultura inglese era anche pompa e trionfalismo. Sull’eccentricità il discorso è vastissimo e meriterebbe una lunga riflessione: provo dunque a metterla con un esempio pratico… Se mi venisse chiesto la ragione per la quale io sono grato alla cultura inglese non farei riferimento a Shakespeare o tanti altri “eroi” che in ogni caso ammiro, ma risponderei che ciò che davvero amo è una attitudine alla vita fatta di gioco, di rottura delle convenzioni, di oltrepassamento dei limiti. Questo si esprime in mille rivoli, ed io, ad esempio, stimo più onorevole una vita fatta di “wild swimming” e stranezze varie, che anche io metto in pratica, che una vita alla teutonica, con poco spazio per una creatività espressa anche nelle piccole cose.

Il leggendario spettacolo dei seminali Black Widow di cui si parla in “Come to the Sabbat”.

B-SIDES: Il terzo libro, Come to the sabbat. I suoni per le idee della Britannia esoterica (Tsunami, 2011), è forse, finora, il tuo opus magnum. Uno stupefacente archivio delle innumerevoli sfumature esoteriche della musica inglese degli ultimi cinquantanni. Il tuo lavoro è importantissimo in primo luogo perchè, come tu stesso hai scritto, non esiste, nemmeno in inglese, un’opera che sia riuscita a trattare esaustivamente il tema che ti sei proposto. Come hai impostato la tua ricerca? Hai avuto delle difficoltà?

Antonello cresti picAntonello Cresti: E’ stato il lavoro più impegnativo che abbia affrontato sino ad ora. La prospettiva culturologica è al suo massimo in quel libro e per scriverlo mi sono avvalso – oltre che delle fonti dirette – di testi di critica letteraria, filosofia, storia, storia della magia, storia del folklore, storia delle arti… Un viaggio bellissimo che mi ha impegnato a lungo, ma dal quale io stesso ho scoperto molte cose che ancora non conoscevo. Anche musicalmente…

B-SIDES: Quali sono stati i libri più utili su cui ti sei potuto basare per partire per la tua lunga ricerca? Ci sono alcune letture che puoi consigliare a chi volesse approfondire l’argomento “esosterismo” (passami il termine generico e onnicomprensivo)? In italiano ci sono opere enciclopediche ben fatte? E per quanto riguarda le opere esoteriche quali sono secondo te quelle da leggere, quali i classici ancora illuminanti?

Antonello cresti picAntonello Cresti: Provo a citare a memoria alcuni libri che mi sento di consigliare: “Albion” di Peter Ackroyd, “Utopia Britannica” di Chris Coates, “The Modern Antiquarian” di Julian Cope, i testi degli studiosi Graham Harvey e Ronald Hutton, utili per conoscere il neopaganesimo inglese. Un bellissimo libro di musica è “Electric Eden” di Rob Young. Tutto in lingua inglese, purtroppo…

Austin Oman Spare, figura enormemente importante della magia del ‘900 nonché grande artista, in un autoritratto.

B-SIDES: È davvero unica la tecnica da te scelta di inserire le interviste nelle colonne di lato dei fogli con testo bianco su sfondo nero, mentre il testo principale prosegue parallelamente sulle colonne centrali. Anche questa scelta contribuisce a sottolineare l’anticonformismo e la libertà di pensiero che sta alla base della gran parte delle ricerche e delle idee degli autori e dei musicisti trattati.

Antonello cresti picAntonello Cresti: Mi piace pensare che un libro non sia un monologo autoriale, ma che l’oggetto dello studio possa “dire la propria”. Quando si parla di persone viventi ciò è per fortuna possibile e – devo dire – io sono il primo lettore di queste interviste! Le trovo un complemento affascinante.

B-SIDES: Dopo la trilogia sull’Inghilterra esoterica ti sei dedicato ad una ricerca sull’avanguardia dagli anni sessanta ad oggi con il volume Solchi sperimentali. Una guida alle musiche altre (Crac Edizioni, 2015). Ci sono alcuni nessi con i temi da te trattati precedentemente, ce ne puoi parlare?

Antonello cresti picAntonello Cresti: I miei precedenti libri seguivano un criterio settoriale geografico e culturologico, adesso invece sono interessato solo ad enucleare un approccio stilistico alla materia sonora. In “Solchi Sperimentali” trovi certamente artisti di cui ho già parlato, ma la gran parte è inedita per chi mi segue da un po’. E, anzi, qui il gioco è stato opposto: non fossilizzarsi sulla scena anglofona, ma andare a scovare tesori musicali altrove. Al solito è stato un bellissimo viaggio che mi ha permesso di conoscere tanta musica nuova che adesso fa parte del mio bagaglio.

 

Una celebre foto di Maxine e Alex Sanders (al centro e a destra), due delle figure più influenti nell’esoterismo degli anni ’60 inglesi.

B-SIDES: Devo dire che apprezzo questa tua apertura mentale che ti permette di esplorare ambiti musicali anche lontanissimi fra di loro. Questo vorrà dire che anche i tuoi gusti sono eclettici e quindi sarà molto difficile per te segnalarci i tuoi artisti preferiti…ma purtroppo ti tocca questa tortura! (Io odio rispondere a queste domande ma amo farle!).

Antonello cresti picAntonello Cresti: Oddio… non difficile, ma impossibile! Se pensi che nei miei libri sinora ho resocontato del mio amore per centinaia e centinaia di artisti, e che questi rappresentano solo una parte dei miei ascolti, hai le proporzioni di tutto. Faccio prima a dire cosa non mi piace, ma non so se questo interessi!

B-SIDES: E dal punto di vista letterario quali sono le letture più formative per te? E nel fumetto?

Antonello cresti picAntonello Cresti: Nell’ambito del fumetto le mie conoscenze sono minime… Conosco solo Topolino e certe esperienze di arte influenzata dalla psichedelia. Per i libri è diverso, anche se sono sempre stato più attratto dalla saggistica che dalla narrativa. Seguendo la mia attitudine scelgo testi che propongano una visione della vita diversa da quella dominante e dunque mi interessano tutte le idee nel solco dell’anticapitalismo (ecologia, spiritualità, controcultura…) ad esempio.

 

La magica atmosfera della Penguin Café Orchestra era resa perfettamente anche nelle copertine, in questo caso opera di Emily Young, la cui voce compare nel disco. A lei i Pink Floyd dedicarono “See Emily play”!

B-SIDES: Qual è la tua posizione riguardo alla magia e all’esoterismo in generale? Hai una tua interpretazione personale? Prima ti ho chiesto delle tue conoscenze sul fumetto perchè, ad esempio, Alan Moore ha una posizione nei confronti della magia molto affascinante e convincente.

Antonello cresti picAntonello Cresti: Non amo conventicole e ortodossie. L’esoterismo mi interessa in quanto – come dicevo prima – può essere inteso come una delle tante vie per evincersi per differenza e non fare la vita da automi che il Sistema vorrebbe. Personalmente sono molto affascinato dalla importanza che la Natura ha in molte pratiche neopagane, collegate con la magia. Io stesso ho celebrato il mio matrimonio pagano, il mio handfasting, in un cerchio di pietre della Cornovaglia…

B-SIDES: Il tuo prossimo progetto editoriale, sempre edito da Crac Edizioni sarà dedicato all’avanguardia italiana, anche questo un tema mai trattato da nessuno in volume. A che punto sei con il lavoro?

Antonello cresti picAntonello Cresti: Si chiamerà “Solchi Sperimentali Italia” (il work in progress torna sempre…) e in qualche modo è una summa di ciò che ho fatto, nel senso che segue l’impostazione del primo volume, ma aggiunge le interviste, come in “Come to the Sabbat”… Saranno 170 e, credetemi, renderanno questo studio davvero qualcosa di proporzioni mai tentate. Sono a fine scrittura e conto di uscire a Ottobre. Restate sintonizzati!
Anch’io vi rinnovo il consiglio di tenere d’occhio Antonello Cresti e i suoi libri unici. Sono “libri per tutti e per nessuno” e potranno farvi scoprire tesori preziosi!

 

The black one” dei Sunn O))) è uno dei grandi dischi del black metal dell’era digitale e contine il loro capolavoro “Báthory Erzsébet” dedicato alla contessa sanguinaria ungherese.

Twin Infinitives” dei Royal Trux è stato nel 1990 un tremendo schiaffo per le orecchie, un capolavoro di decostruzione-ricostruzione del rock, il Trout Mask Replica del low-fi.

God in three Person“: uno degli innumerevoli e imprevedibili album dei Residents, un’opera “rock” molto, molto diversa da quelle prog.

Of Ruine or Some Blazing Starre“: uno dei capolavori (uscito nel 1994) del folk apocalittico dei Current 93 (citazione da Crowley) progetto di David Tibet.

 

 

 

 

 

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