La fine del sogno a occhi aperti dell’era lunare: MOONCOP un fumetto di Tom Gauld

Desolazione e tristeazza che pervadono anche “Mooncop”, la breve graphic novel di Tom Gauld ambientata sulla Luna e giocata sul silenzio, sulla solitudine

MOONCOP
MOONCOP

A quei tempi ci sballava davvero il sogno a occhi aperti dell’era lunare, come cantava David Bowie nelle vesti di Ziggy Stardust (“Moonage Daydream” – 1971). Leggevamo i romanzi di Arthur C. Clarke (“Polvere di Luna” – 1961) e di Robert Heinlein (“La Luna è una severa maestra” – 1966). Guardavamo il film di Kubrick (“2001 Odissea nello Spazio” – 1968), dove i protagonti raggiungono la base Clavius costruita all’interno del gigantesco cratere lunare che le dà il nome. Non perdevamo un episodio dei telefilm della serie “U.F.O.” (S.H.A.D.O. – 1970), con le operatrici di Base Luna dall’improbabile parrucca viola, e di “Spazio 1999” (1975), dove l’equipaggio di Base Alpha si ritrova a vagare nello spazio a bordo del satellite che è uscito dall’orbita terrestre.

mooncop houses
mooncop houses

Poi c’è stata una battuta di arresto. Le missioni Apollo della NASA si sono concluse. Delle colonie sulla Luna non si è più sentito parlare.

Il senso di desolazione e di tristezza ha riempito il nostro immaginario. Desolazione e tristeazza che pervadono anche “Mooncop”, la breve graphic novel di Tom Gauld ambientata sulla Luna e giocata sul silenzio, sulla solitudine… sulla fine di un sogno.

Se le città lunari fossero state costruite e popolate da entusiasti emigranti che vedevano nella Luna una nuova frontiera, oggi forse sarebbero vuote. Sì, perché la spinta iniziale si è esaurita. Nessuno vede più prospettive sul suolo lunare. Anche i pochi abitanti rimasti stanno pensando di abbandonare il satellite e tornare sulla Terra.

Resterà solo un poliziotto: emblematica l’inutilità del suo ruolo in una città ormai fantasma.

mooncop
mooncop

Un poliziotto che ha chiesto il trasferimento, ma che gli è stato negato per incomprensibili motivi burocratici. In compenso gli è stato inviato un terapeuta-robot per curarlo dalla depressione. Piccoli tocchi d’ilarità colorano i dialoghi con il terapeuta e la situazione surreale che viene a crearsi fra i due.

Molto umano l’episodio della signora che ha perso il cane e chiede al poliziotto di aiutarla a trovarlo. Anche il cane indossa una tuta spaziale e ha di fronte a lui le sterminate distese della Luna. Dove sceglierà di andare?

La stessa domanda che ci poniamo di fronte al vecchio androide Neil Armstrong, uscito dal muso dello spazio che sta venendo smantellato, e si aggira solitario fra gli edifici vuoti della città.

Gauld Poliziotto lunare-low
Gauld Poliziotto lunare

Romantico il finale, con il poliziotto e la ragazza dell’ultimo bar rimasto aperto sulla Luna, che guardano insieme la Terra.

Poche parole. Atmosfere rarefatte. Piccole emozioni. Il tratto minimalista del disegno. Questo è l’epilogo del sogno a occhi aperti dell’era lunare.

Tom Gauld è nato nel 1976 ed è cresciuto ad Aberdeenshire, in Scozia. È un disegnatore e illustratore e il suo lavoro viene regolarmente pubblicato su The Guardian, The New Yorker e New Scientist. E’ autore di fumetti come “In cucina con Kafka” e “Siete solo invidiosi del mio zaino a razzo” sempre editi da Mondadori. Vive a Londra con la sua famiglia.

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