La QUERCIA – Walt Whitman illustrato da Brian Selznick

la-quercia-walt-whitman-illustrato-da-brian-selznick-(“La straordinaria invenzione di Hugo Cabret”) da-un-progetto-di-maurice-sendak da un’idea di Maurice Sendak

La quercia, Walt Whitman, Brian Selznick
La quercia, Walt Whitman, Brian Selznick

Il grande Maurice Sendak, illustratore e autore di libri indimenticabili come “Nel paese dei mostri selvaggi” sosteneva che la poesia non avesse bisogno di illustrazioni. È un’affermazione interessante perché la poesia ci appare superficialmente come una forma letteraria con minori informazioni rispetto alla prosa e quindi un’eventuale immagine dovrebbe essere benvenuta in quanto integrazione di un vuoto. La poesia, però, è, ancor più della prosa, fatta da un lato di allusioni, di suggerimenti anziché di significati univoci e dall’altro di immagini. Nonostante esista qualunque genere di poesia, anche di soli concetti, la natura della forma poetica è intimamente legata alla creazione o al suggerimento di immagini. Ecco perché allora illustrare una poesia è qualcosa di rischioso perché è un’operazione che andrebbe ad interferire con l’immagine poetica creando una ridondanza stucchevole.

La quercia, Walt Whitman, Brian Selznick
La quercia, Walt Whitman, Brian Selznick

Questo volume, in un certo senso, mette in crisi tutto quello che ho appena scritto.

L’idea di illustrare questo ciclo poco conosciuto di Walt Whitman prende origine proprio da Sendak che nonostante ciò che pensasse dell’illustrazione di poesia pensò a lungo di realizzare questo progetto. Non riuscì mai a dedicarsi a questo lavoro ma l’eredità di esso passò a Brian Selznick, uno dei grandi autori degli ultimi decenni nell’illustrazione e nel racconto per immagini.

Selznick è diventato celebre con il suo folgorante libro del 2007 “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret”, poi portato al cinema da un Martin Scorsese assetato di sperimentazioni 3D (e che forse è uno dei pochi film con questa tecnologia realmente interessanti). In seguito pubblicò altri libri degni di nota tra cui “La stanza delle meraviglie”. In Hugo Cabret veniva usata una forma poco usuale: le illustrazioni non illustravano nulla, anzi raccontavano eventi non descritti dal testo che inframmezzava le pagine disegnate. Si potrebbe definire questa una tecnica ibrida, tra la narrativa e il fumetto privo di dialoghi e didascalie.

La quercia, Walt Whitman, Brian Selznick
La quercia, Walt Whitman, Brian Selznick

Anche qui Selznick utilizza questa tecnica ma la differenza è che qui, ovviamente, la parte poetica preesiste all’opera disegnata. Inoltre l’artista, a differenza di altri casi in cui aveva utilizzato solo sfumature di grigio a matita, utilizza qui il colore in maniera efficace e molto emozionante.

Ma cosa sono queste 12 poesie di Whitman, il più importante poeta americano, la voce più autentica dell’America?

Quando stava per compiere quarant’anni, Walt Whitman scrisse dodici poesie che formavano un ciclo chiamato “Live Oak, With Moss”. Le scrisse in un quaderno rilegato a mano e le chiuse in un cassetto. Non le pubblicò mai integralmente ed in questo ordine ma ne utilizzò solo alcuni brani poi confluiti nella sezione intitlata “Calamus” nella terza edizione della sua raccolta-monumento “Foglie d’erba”. Quest’opera, uno dei libri fondamentali della cultura americana, spesso definito la Bibbia democratica d’America, uscì nel 1855. Conteneva solo 12 poesie, senza titoli. Whitman la ampliò tutta la vita, arrivando a pubblicarne una nona edizione poco prima di morire contenente 389 componimenti.

Qual era il tema di queste poesie illustrate ora da Selznick? Se per quanto riguarda la sezione “Calamus” (pubblicata nella terza edizione di “Foglie d’erba” del 1860) si può parlare di una celebrazione dell’amicizia virile, del cameratismo tra uomini (quello che Whitman definì amore adesivo), per quanto riguarda il quaderno rimasto nel cassetto il contenuto è ben più esplicito ed è una chiara descrizione di una relazione omosessuale. Il quaderno originale di Live Oak, With Moss vide la luce solo nel 1953 senza destare grandi reazioni per poi riemergere negli anni novanta, anche in relazione all’emergere dei movimenti LGBT.

Sono poemi emozionanti, pieni di sincerità e di concretezza, di intenso amore e di intimità. Anche se alcuni critici vi hanno visto un innegabile omaggio alle poesie di Shakespeare dedicate al Fair Youth, non si può arrivare a negare addirittura l’omosessualità dell’autore, nonostante i tentativi di depistaggio dello stesso Whitman che citò alcuni suoi amori femminili mai individuati con certezza. In queste pagine è evidente che il riferimento shakespeariano va oltre un’ispirazione formale e tematica per diventare una aperta confessione autobiografica.

La quercia, Walt Whitman, Brian Selznick
La quercia, Walt Whitman, Brian Selznick

Se il saggio di Karen Karbiener, professoressa alla New York University, ricostruisce splendidamente la storia della creazione dei dodici poemi all’interno della vita e dell’opera whitmaniana e la bella traduzione di Diego Bertelli convince nel saper dare un’efficace versione italiana dei versi originali, è la sezione illustrata che fa esplodere il libro e lo rende qualcosa di più di una pubblicazione di poesia importante dal punto di vista storico.

Nella prima sequenza illustrata, che precede le poesie, Selznick riesce a sintetizzare in 48 tavole doppie il tono di Whitman, visualizzando una quercia in bianco e nero che nasconde nel suo cuore un fuoco bruciante e vivo e ancora un cielo blu. Selznick arriva a descrivere in pochi flash visivi il desiderio fisico e l’attrazione tra due corpi. Nella seconda sequenza più breve, che appare dopo le poesie, il rosso sangue che prende tutta la pagina si rivela essere guardato più da lontano, un reticolo di arterie assolutamente identico alla struttura di una quercia. Nessuna parola, solo immagini continuamente in mutazione che volgono sempre in altro, a dimostrare quanto la metafora sia sempre una figura retorica necessaria ma limitata, in poesia come nel disegno. Ed ecco quindi che, come nei primi versi di Whitman, ogni tentativo di definire l’amore è sempre una continua negazione. Come per la teologia negativa, anche per l’amore è possibile solo dire che non è:

Not these – O none of these, more than the flames of me, consuming,

burning for his love whom I love

La quercia,
Walt Whitman,
Brian Selznick,
Tunué
pp. 287, € 23, 2019

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