L’INDIA CYBERPUNK di IAN McDONALD – Il fiume degli dei

Fiume degli Dei Ian McDonald riesce a fondere in modo convincente e coinvolgente la hard science fiction con le discipline umanistiche

Il Fiume degli Dei
Il Fiume degli Dei

In India è difficile distinguere la differenza fra mitologia, religione, politica e tecnologia. Tutto s’intreccia e si confonde.

I più avanzati programmi informatici hanno il nome di divinità, e le stesse Intelligenze Artificiali di terza generazione (le potentissime AI 3.0) si identificano con gli Dei del pantheon induista. Se il governo ha esponenti di religione islamica, gli schieramenti politici dell’opposizione inneggiano il dio Shiva. I demoni sovrannaturali (i djinn della tradizione musulmana) vengono spesso identificati con i pericolosi virus cibernetici che infestano la rete, mentre gli Avatar della “Mano di Krishna” sono programmi utilizzati da uno speciale corpo di polizia per fronteggiare ed eliminare questi virus.

L’india di Ian McDonald è un mondo caleidoscopico, dove l’innovazione più spinta non cancella la tradizione, ma la reinterpreta, la aggiorna. Nomi antichi assumono nuovi significati, vecchie superstizioni diventano lucide metafore di pericoli reali. Un universo di contraddizioni in cui convivono i gusti kitsch degli indù e quelli raffinati dei musulmani, l’estremismo religioso e politico e l’ascetismo dei santoni, l’ambizione dei giovani raja del crimine e la devozione delle folle che pregano nei templi, gli stadi gremiti di tifosi dello sport nazionale (il cricket) e le arene clandestine dove combattono ferocissimi microfelini modificati e si scommette su quale animale squarterà l’altro…

Le strade sono gremite di povertà, ma misteriose multinazionali investono cifre astronomiche nella ricerca di universi paralleli.

Fiume degli Dei
Ian McDonald “Il fiume degli dei” Urania

Scorrono sulle rive di madre Gange le vite di numerosi personaggi, che attendono l’arrivo del monsone. Un monsone che tarda ad arrivare. E quando lo spettro della siccità diventa minaccioso, due regioni-stato confinanti (il Bharat e l’Awadh) si dichiarano guerra per l’acqua, mentre un gigantesco iceberg viene trainato dall’Antartide verso la foce del Gange, nelle speranza di ripristinare il clima perduto.
Sullo sfondo: gli intrighi politici, le convenzioni sociali e le tradizioni che creano barriere invalicabili fra le caste, i sessi e i diversi ceti sociali. Per non parlare dell’abisso che separa le vecchie generazioni da quelle giovani geneticamente modificate.

I bramini, nati senza difetti nei cromosomi, sono il sogno di tutte le madri, ma solo poche di loro possono permettersi economicamente il lusso di avere figli che vivranno più a lungo della media e avranno un’intelligenza superiore. Però cresceranno fisicamente molto più lentamente degli altri. Adolescenti con un corpo da bambino e i desideri di un adulto, immersi nella ricchezza, venerati e viziati, alteri come Dei, si sentiranno presto superiori a ogni codice morale.

I nute, giovani transgender che si sottopongono volontariamente a delicatissimi interventi chirurgici d’avanguardia, vengono visti da molti con diffidenza e disprezzo, da altri come il sogno trasgressivo di una notte. Chirurghi brasiliani, a un continente di distanza, li hanno operati telematicamente con l’ausilio di apparecchiature robotiche e di un solo dottore sul campo. I loro organi interni hanno galleggiato per giorni in un liquido fuori del corpo, le ossa e i muscoli sono stati rimodellati, i genitali asportati. Sono rinati in corpi nuovi, asessuati, eleganti, dalla bellezza quasi aliena. Hanno una tastiera sotto la pelle del braccio che, se suonata adeguatamente, consente loro di provare nuove forme di piacere. Attraenti, magnifici come Dei, ma psicologicamente fragili.

Infine le AI 3.0, intelligenze artificiali senzienti, molto al di sopra dell’immaginazione umana e di cui gli uomini hanno paura, non conoscendo il loro potere e non potendo quindi controllarlo. Sono i veri Dei, originariamente creati dall’uomo e ora superiori a lui, e per questo motivo dichiarati fuorilegge.

Cosa può tenere unita un popolazione così eterogenea, che ha fedi diverse, morali e mentalità diverse e addirittura corpi e cromosomi diversi? L’India è sull’orlo della disgregazione, però un mastice sociale esiste: si chiama “Town and Country” ed è una telenovela girata in stile Bollywood.
Nessuno, potendo, si perderebbe una puntata di questa soap opera fiume o l’intervista a uno dei suoi attori preferiti. Nessuno riuscirebbe a immaginare la sua vita senza “Town and Country”, sia nelle città sia nelle campagne. Addirittura folle di pellegrini si radunano e pregano davanti alla casa del protagonista, diventata ormai una sorta di tempio.  Curioso se si pensa che gli attori in carne e ossa non esistono: sono tutte intelligenze artificiali 2.0 che assimilano il copione scritto da professionisti umani e lo recitano in un mondo virtuale che sembra realtà. Le AI 2.0 sono venerate dallo star system, mentre le AI 3.0 vengono cacciate, come Harrison Ford caccia i replicanti in Blade Runner.

Ma qual è il vero pericolo rappresentato da queste intelligenze artificiali senzienti? Cosa vogliono veramente? Sostituirsi all’uomo e diventare la razza dominate del pianeta? E’ questo che temono i governi delle nazioni tecnologicamente evolute? Una guerra contro le AI?
Oppure le AI sognano di fuggire in un altro universo, dove potranno espandersi liberamente senza la minaccia di venire distrutte dalla razza che le ha create? Non potremmo convivere con loro pacificamente e con reciproco vantaggio in due universi contigui?
Ma le AI come vedono la razza umana? Ci vedono come i loro Dei? In fondo vivono in un universo immateriale che abbiamo creato e noi possiamo sempre riscrivere, “riscrivere l’aspetto di qualunque parte del loro mondo”. Hanno accesso a tutte le informazioni della rete, possono manipolarle e trarne vantaggio, conoscono la nostra psicologia al punto da influenzare le decisioni del governo inventando un avversario politico senza che noi ci accorgiamo della sua vera origine, ma possono immaginare davvero le nostre emozioni, i nostri bisogni, le nostre angosce? Sanno elaborare i concetti umani di abbandono, di tradimento, di solitudine? E se un’AI biologica (cioè un’AI installata in un corpo umano) potesse calarsi nella nostra materia organica e fondersi con la nostra psiche? Sarebbe un trauma per un’intelligenza artificiale provare quello che provano gli esseri umani? E se lo fosse, che reazione dobbiamo aspettarci?

Forse la risposta viene dallo spazio: è racchiusa nel “Tabernacolo” di un misterioso asteroide, che la NASA sta studiando da anni. Infatti nel “Tabernacolo” i tecnici della Nasa sono riusciti a decodificare delle immagini digitali che riguardano tre persone che vivono oggi sulla Terra e sono in qualche modo legate alle intelligenze artificiali. Una scoperta sconcertante, se consideriamo che il “Tabernacolo” è frutto di una tecnologia aliena e che l’asteroide è più antico del Sistema Solare.

Nel “Fiume degli DeiIan McDonald riesce a fondere in modo convincente e coinvolgente la speculazione scientifica (“hard science fiction”) con le discipline umanistiche: sociologia, psicologia, antropologia…

L’ambientazione e i personaggi sono descritti in modo così realistico e rutilante da ricordare lo splendido stile di Salman Rushdie.

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