Lo ZOO PAZZO del fumetto e i capolavori di NONA ARTE

Da molti anni Nona Arte, insieme a poche altre, si è si è posizionata in cima ad un ideale podio delle case editrici che si dedicano ai classici del fumetto e ai recuperi dei grandi autori. La cura editoriale e la serietà della casa sono sotto gli occhi di tutti, dato che le pubblicazioni di grande pregio che hanno proposto ai lettori sono moltissime. Prendete nota, se volete leggere grandi fumetti in edizioni impeccabili!

I volumi da citare sarebbero decine ma mi limito a segnalare per prima cosa la collana integrale dedicata al grande classico del fumetto di aviazione “Buck Danny, creato nel 1947 da Jean-Michel Charlier e Victor Hubinon (autori anche di “Barbarossa, sempre edito da Nona Arte). La collana si completerà nel 2020: 52 albi originali francesi raccolti in 13 volumi pieni di dietro le quinte e approfondimenti storici. Altra grandiosa edizione è quella dell’immenso “Prince Valiant di Harold Foster, arrivata al 14° volume, coprendo per ora 28 annate originali, con una qualità di riproduzione delle tavole domenicali davvero da Oscar (o da Yellow Kid!).

Nona Arte non vuol dire solo classici, però. Sono molte infatti le novità assolute, dagli ultimi albi di grandi personaggi come Lucky Luke, Michel Vaillant o Ric Roland a novità stupefacenti comeAtom Agency” di Yann e Olivier Schwartz.

E l’Italia? Anche qui i gioielli sono molti. Cito solamente il grande recupero deIl Maestro, un vero capolavoro di Mino Milani e Aldo Di Gennaro e i volumi dedicati alle serie di un geniale sceneggiatore come Alfredo Castelli (“L’Ombra”, “Mister Charade” e finalmente un’edizione integrale di tutte le storie de “Gli Aristocraticiin quindici albi (sette già usciti) da raccogliere in tre cofanetti).

A tutto questo ben di Dio cartaceo si affianca ora un volume davvero anomalo e unico. “Lo Zoo pazzo. Tutte o quasi le Animalie: 1972-2019raccoglie, come dice il titolo, le vignette che negli anni hanno prodotto due autori molto diversi tra loro: Mario Gomboli e Massimo Mattioli.

Se Mario Gomboli è da anni è sceneggiatore, curatore ed editore di Diabolik e a lui ha dedicato gran parte della vita, ci sono stati anni in cui si dedicava ad altri fumetti. Questo è il caso di “Lo Zoo Pazzo, chiamato anche Animalie. Col titolo di Animalie uscirono negli anni settanta per Bompiani due volumetti che ne raccoglievano alcune vignette e col titolo inglese Animalisms la serie comparve anche in Inghilterra in ben quattro volumi! Un segno dell’universalità del linguaggio di questo fumetto.

Lo Zoo pazzo nacque però alla fine degli anni sessanta per mano di Gomboli che ne disegnò anche le prime vignette in appendice a Diabolik. Poi la serie sbarcò in Francia su “Pif Gadget” dove ai disegni venne chiamato Massimo Mattioli, già conosciuto oltralpe.

Si era formato un duo straordinario. Se Gomboli riesce ad essere leggero, naif, surreale, comico, fulminante, intelligente, trova in Mattioli un perfetto visualizzatore di anomali animali. Mattioli, scomparso ad agosto 2019, è stato autore di capolavori come “Squeak the mouse”, “Joe Galaxy” (ripubblicati in due imperdibili volumi da Coconino) e “Pinky” (di cui si attende un’edizione completa!), tutte serie in cui gli animali sono presenti, benchè assurdi, irreali, umanizzati o disumanizzati, folli e geniali, totalmente pazzi o perfettamente consci della realtà del nostro mondo (e oltre). Tutti elementi presenti in nuce in questo “Lo Zoo pazzo. Castelli dice nell’introduzione che non esiste in tutta la storia del fumetto una serie con animali basata sul format domanda-risposta…e noi ci crediamo! In queste vignette di semplicità disarmante (una semplicità che non è mai banale e che manca molto nei fumetti di oggi), prive della violenza cartoonesca di alcuni fumetti di Mattioli ma ricche di fantasia e dolcissima ingenuità (caratteristiche tipiche di altri suoi fumetti…sì, Mattioli era TUTTO!), gli animali rispondono intelligentemente, ironicamente, provocatoriamente a domande rivolte loro da una voce fuori campo. Domande che alla luce delle loro risposte, sempre a tono, risultano alla fine noiose e stupide. Una perfetta messa in scena della naturalità, della spontaneità del mondo animale contrapposta con l’intellettualismo sterile di noi umani. Umano era però anche Mattioli (purtroppo, io lo volevo eterno). Eppure creò e ideò cose che ancora oggi ci fanno saltare sulla poltrona per la felicità e che ci fanno dire che talvolta anche noi siamo degni di questo mondo…e la perfetta unione di disegno e parola, l’ironico uso della lingua italiana e soprattutto, come dice Antonio Faeti nell’altra introduzione, la capacità di trasformare l’animale in “portatore di un’identità esilarante e pensosa ad un tempo”, fanno di queste Animalie un piccolo gioiello di grafica e d’idee.

Un applauso quindi a Nona Arte per tutto il suo strepitoso catalogo e per aver recuperato “Lo Zoo pazzo” dall’oblio dei decenni e per aver dato dignità di libro (un bel volume orizzontale cm 28,5×21,5) a queste vignette condannate per moltissimi anni ad una lunga vita in appendice.

Lo Zoo pazzo. Tutte o quasi le Animalie: 1972-2019
Mario Gomboli, Massimo Mattioli,
Nona Arte,
pp. 128 – € 24,90 – 2019

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