PINGUINI PERVERSI E DELFINI STUPRATORI

Pinguini perversi Scott Antarctic Expedition

James G. Ballard, lo scrittore inglese scomparso nel 2009 che ha scandagliato l’inner space (il paesaggio interiore e metafisico della fantascienza) e ha descritto nei suoi ultimi romanzi dei futuri prossimi sottilmente inquietanti (che sono analisi sociologiche fin troppo lucide del nostro presente), ha affermato che abbiamo tutti una visione troppo disneyana della natura.Delle geniali e provocatorie affermazioni di Ballard questa è tornata recentemente di grande attualità perché, a giugno di quest’anno, la BBC – e molti quotidiani come “The Guardian” e, in Italia, “Il Corriere della Sera” – hanno riportato una notizia sui pinguini davvero scioccante e decisamente… poco british!

ATTI SESSULAI DEPRAVATI DEI PINGUINI
Stupri, molestie sui minori, infanticidi, necrofilia…
Ovviamente la notizia è supportata da uno studio scientifico di tutto rispetto: quello di George Murray Levick, biologo e naturalista inglese che ha studiato per tutto l’inverno antartico l’intero ciclo riproduttivo della colonia di pinguini di Cape Adare. Lo studio non è proprio recentissimo: risale al 1911! E non si può certo dire che passare tutto l’inverno al Polo Sud fosse il sogno di Levick. Lui e cinque colleghi furono costretti a passarlo rannicchiati in una grotta di ghiaccio nell’attesa che una nave venisse a salvarli.

Scott Antarctic Expedition
Scott Antarctic Expedition

La Scott Antarctic Expedition, 1910-1913, è ricordata come una delle spedizioni più sfortunate della storia.
Fu duro sopravvivere al gelo e alle bufere, ma per Levick fu ancora più duro accettare il comportamento ripugnante di quelle creature che era venuto a studiare: gruppi di giovani maschi che si avventavano sulle femmine, abusavano dei pulcini sotto gli occhi dei genitori, li calpestavano e li ferivano fino a ucciderli, si masturbavano e si accoppiavano con chiunque capitasse a tiro, comprese femmine morte congelate da almeno un anno…

Antartic penguins
Antarctic Penguins – Dr. Murray Levick

Insomma, uno scenario trash ben diverso da quello a cui ci aveva abituato il documentario “La lunga marcia dei pinguini”.
Puritana e raffinata com’era, la società edoardiana d’inizio secolo non avrebbe potuto accettare tutte quelle depravazioni. Ma Levick, gentiluomo edoardiano, per quanto scioccato e indignato restava pur sempre uno studioso: il suo compito era quello di documentare. Quindi documentò tutto, anche i comportamenti più aberranti di quelle “piccole bande di teppisti”. Cercò però di evitare che le sue osservazioni, se capitate nelle mani sbagliate, potessero diffondersi e sconvolgere un pubblico impreparato, così scrisse gli appunti sul suo taccuino in greco antico. Levick tornò a Londra nel 1913 e divenne famoso per il suo trattato sui pinguini. Il capitolo che affrontava l’argomento scottante della sessualità non venne mai pubblicato. I suoi appunti, però, circolarono segretamente fra un gruppo ristretto di intellettuali e quest’anno, a distanza di un secolo, Douglas Russell – uno degli attuali curatori del Museo di Scienze Naturali di Londra – ne ha trovato una copia. Russell spiega che i pinguini si riuniscono nel mese di ottobre e hanno solo poche settimane di tempo per allevare i cuccioli. I giovani adulti, che non hanno alcuna esperienza in materia, in quelle poche settimane cercano di imparare tutto, ma inizialmente lo fanno rispondendo agli stimoli ormonali in modo inappropriato. Da qui la depravazione apparente del loro comportamento.
Levick ne è rimasto completamente scioccato perché è caduto nella trappola di umanizzare i pinguini (antropomorfismo). Il loro buffo modo di camminare ricorda quello dell’uomo, ma i pinguini restano uccelli! Levick, invece, ha visto un “piccolo popolo” di “bipedi” e ha proiettato su di loro pensieri e moralità esclusivamente umane.
Però, anche se li giudicava come se fossero persone, mangiò per mesi grasso di foca e carne di pinguino per sopravvivere, e credo che neanche per un attimo si sentì un cannibale!

Scott Antarctic Expedition
Alcune foto d’epoca di spedizioni antartiche

Oggi non siamo più in una società edoardiana (come dice Russell), ma restiamo ancorati più che mai a una visione della natura da cartone animato: una visione fiabesca, ricca di sentimenti e di insegnamenti morali che aiutano i bambini a crescere. Una volta adulti, impariamo la differenza fra metafora e realtà, ma la visione antropomorfa degli animali continua ad accompagnarci: ci piace, ci diverte, ci tranquillizza, ci rassicura… e fingiamo di crederci. Quando la cruda realtà sui pinguini ci viene sbattuta in faccia, restiamo sbalorditi. Fatichiamo a crederci. Non vogliamo crederci! Poi la spiegazione scientifica ridimensiona tutto e rende più accettabile la verità: in fondo sono uccelli, anche se camminano come noi sono molto diversi da noi!
Ma cosa accade quando notizie del genere riguardano i mammiferi? Soprattutto mammiferi intelligenti come i delfini?

Antarctic Penguins - Dr. Murray Levick
Antarctic Penguins – Dr. Murray Levick

Fu uno choc anche per la biologa Rachel Smolker scoprire il carattere dei suoi amici di Shark Bay, in Australia.

Io partivo dall’idea che fossero sempre gentili, allegri e giocherelloni. Non passò mai nella mia mente il pensiero che potessero avere un lato più buio. Il modo in cui i maschi erano stati così tesi, aggressivi e decisamente cattivi sembrava estraneo al loro carattere.

Gli studi di Rachel Smolker degli anni ottanta hanno fatto emergere chiaramente il significato della cooperazione maschile fra delfini: competere con gli altri gruppi di maschi per conquistare o rubare le femmine.

I maschi sceglievano una femmina, spesso separandola dalle sue compagne e addirittura inseguendola in modo aggressivo. I maschi voltavano di scatto la testa e urlavano verso la femmina che volevano conquistare: un comportamento che si spingeva fino a inseguirla e addirittura picchiarla.

Antarctic Penguins - Dr. Murray Levick
Antarctic Penguins – Dr. Murray Levick

L’amicizia virile fra delfini è descritto piuttosto dettagliatamente. A Shark Bay, i delfini maschi formavano gruppi di tre e nuotavano insieme o vicini, ma potevano formare coppie che affioravano in sincrono e che potevano comprendere anche maschi di gruppi diversi. Per rafforzare le alleanza e i legami di cooperazione, i maschi fra loro spesso si dedicavano al petting. Ma quello che scandalizzava era il loro comportamento brutale con le femmine. I delfini sono universalmente considerati intelligenti, buoni e giocherelloni, per questo il modo aggressivo e calcolatore con cui i maschi costringevano le femmine a stare con loro e ad accoppiarsi contro la loro volontà ebbe un impatto così forte sull’opinione pubblica. Come dice Rachel Smolker, il fascino dell’orrido riempì le pagine dei giornali. Successivamente altri studi hanno parlato anche di infanticidi e hanno spinto il New York Times a titolare più o meno così un articolo: Le prove mettono i delfini sotto una nuova luce, quella di assassini.

Anche per Rachel Smolker, come per Levick, parliamo di antropomorfismo? E’ davvero difficile tracciare una linea di demarcazione fra noi e la natura. In fondo noi ne facciamo parte. Probabilmente è come scrive Rachel Smolker sui delfini:

Sono più simili a noi, e siamo più simili a loro di quanto molte persone siano disposte ad ammettere. Il loro comportamento è meraviglioso e sorprendente per la sua complessità, profondità e sottigliezza. Non sono le creature perennemente dolci e cortesi che in un primo tempo abbiamo immaginato che fossero. I delfini possono effettivamente essere gentili e simpatici, ma anche cattivi, egoisti e decisamente politically incorrect secondo i nostri criteri.

Antarctic Penguins - Dr. Murray Levick
Antarctic Penguins – Dr. Murray Levick

Secondo i nostri criteri di giudizio, gli animali sono dei depravati che commettono atti contro natura? E se fossimo proprio noi a indurli alla perversione? E’ il caso dei panda. Questi bellissimi orsacchiotti sono così pigri che hanno preferito diventare vegetariani e nutrirsi esclusivamente di bambù, pur di evitare lo stress della caccia. La loro indole pacifica e tranquilla li porta a convivere serenamente con le altre specie, quasi fossero dei monaci buddisti, e il distacco dalle passioni terrene, predicato dal Buddha, sembra aver attecchito in loro molto più che negli esseri umani. Infatti, per eccessiva pigrizia o per profonda illuminazione, i panda rischiano l’estinzione a causa di accoppiamenti sempre meno frequenti.

Stiamo tentando di risvegliare in loro i piaceri della carne proiettando documentari in cui il maschio si accoppia con la femmina. Praticamente li costringiamo a vedere giornalmente film porno! Ai panda piace il porno?

panda_watching_porn
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