Il brutale potere delle donne nel libro RAGAZZE ELETTRICHE di Naomi Alderman.

“Ragazze elettriche” il sorprendente romanzo di Naomi Alderman… perché descrive l’uso cinico e spietato del potere anche quando è nelle mani delle donne.

le ragazze elettriche
le ragazze elettriche

Il potere” (“The Power”): questo il titolo originale di “Ragazze elettriche”, il primo, sorprendente romanzo di Naomi Alderman.
Sorprendente e destabilizzante, perché descrive l’uso cinico e spietato del potere anche quando questo è nelle mani delle donne, che per secoli sono state vittime dei maschi e che ora si ribellano, ricorrendo senza scrupoli agli stessi metodi violenti e repressivi che hanno dovuto subire nel corso della storia. Le derive si rivelano aberranti.
Tutto nasce dalla scoperta che le donne hanno un potere innato che nei millenni era andato affievolendosi, forse si era addirittura atrofiizzato tanto da venir dimenticato, ma che ora riemerge inaspettatamente, prepotentemente, pericolosamente. Le ragazze sono le prime ad accorgersi di possederlo. Poi  insegnano alle donne più adulte come attivarlo e maneggiarlo. Ben presto, il mondo scopre una nuova forma di elettricità! Sì, perché il potere femminile consiste in questo: far scoccare una scintilla fra le dita.
La società maschile inizialmente ne resta colpita, ma non ne comprende subito la portata, le implicazioni, le potenzialità…
Una donna può volontariamente darti una piccola scossa stringendoti la mano! Be’, questo non porta a niente di davvero rivoluzionario. Però se la donna può inviare la scossa a distanza e calibrarla sia per solleticarti durante i giochi erotici, sia per fulminarti o per torturarti provocandoti ustioni che ti bruciano la carne… questo cambia completamente le cose. Per di più, se la scoperta avviene quasi contemporaneamente in ogni angolo del globo, le donne si trovano fra le mani – è proprio il caso di dirlo – un’arma che può dare loro una sicurezza che non provavano dai tempi preistorici del matriarcato. Non avere più paura dell’uomo, tenerlo a distanza, sapersi imporre e difendersi… questa è una nuova forma di emancipazione!

le ragazze elettriche

Le immagini delle ragazze che schioccano eletticità fra le dita fanno il giro del mondo grazie alle riprese amatoriali di un giovane nigeriano, che le posta inizialmente sui social network. Le immagini hanno un tale successo, che la CNN le acquista e mette sotto contratto il ragazzo. In breve tempo, diventa il più famoso inviato free lance, che documenta ciò che sta cambiando nei paesi caldi del pianeta, in cui il conflitto fra uomini e donne diventa sempre più teso (prima l’Arabia Saudita e l’Iran, poi gli Stati Uniti, infine una zona di confine fra la Moldavia e la Romania).
Bastano dieci anni perché gli assetti geopolitici e le gerarchie si capovolgano completamente e le donne prendano il potere.

Il potere totalitario ora è nelle mani di Tatiana Moskalev, dittatrice violenta e psicopatica della Moldavia del Nord; il potere teocratico è gestito da Madre Eve, dal forte carisma mediatico, fondatrice di una nuova religione che riporta in auge il culto della Dea Madre; la sicurezza e la democrazia vengono garantite ed esportate della senatrice USA Margot Cleary, che fonda unità speciali di donne addestrate all’uso militare della loro abilità elettrica; la criminalità organizzata è impersonata da Roxy Monke, manager di una multinazionale dello spaccio a gestione familiare, dove i parenti sono tutti serpenti.
Il potere sfugge facilmente di mano e la pulsione verso la catastrofe porta a un finale di portata apocalittica.

I personaggi sono descritti in modo così realistico da rendere credibili anche le situazioni più estreme. Agghiacciante come un maschio viene stuprato da una soldatessa, incitata dalle compagne radunate intorno a lei, che ridono e la esaltano. Terrificanti i rituali tribali delle donne che vivono nei boschi. Feroce la distruzione di un campo profughi ad opera delle miliziane inebriate di potere.
L’ultima frase del romanzo è una presa in giro al vetriolo del mondo dell’editoria maschile, che probabilmente avrebbe strappato una risata sarcastica anche a James Tiptree Jr (alias Alice Sheldon).

Naomi Alderman - le ragazze elettriche
Naomi Alderman

Ragazze elettriche” non è un romanzo femminista. Per Naomi Alderman le dinamiche del potere portano sempre agli stessi estremismi, sia che al potere ci sia un uomo oppure una donna.

E’ stata Michela Murgia ad aprirmi gli occhi su cosa sia l’opposto del potere maschile.
Michela Murgia – scrittrice vincitrice nel 2010 del premio Campiello e che analizza le forme della narrazione, portando spesso a esempio il mito dell’eroe nella letteratura fantasy, da Tolkien a Harry Potter – a Pistoia, per la decima edizione dei Dialoghi sull’uomo (maggio 2019), ha parlato con Ritanna Armeni delle dinamiche del potere. Da questo incontro emerge una visione del potere femminile diversa da quella ipotizzata da Naomi Alderman.

Nella storia, l’organizzazione del potere femminile si è sempre rivelata lontana da quella  maschile, fondata su modelli piramidali caratterizzati al vertice dalla figura del leader, del capo, dell’eroe (“L’eroe dai mille volti” di cui parla Joseph Campbell). Le donne, invece, “venendo dal margine non hanno potuto costruire strutture piramidali. Pochissime donne nella storia hanno potuto comandare su qualcuno. Quasi nessuna.” Tuttavia questo non significa che le donne non hanno avuto e non hanno potere, solo non utilizzano “la categoria del potere forte”, non controllano, cioè, sistemi piramidali. Sanno organizzare, invece, i poteri deboli, i poteri di rete: hanno la capacità di riunire persone che si trovano tutte nella stessa condizione di fragilità, di marginalità, ma anche di potenzialità. Riescono così a combattere il sistema delle disuguaglianze.

Il femminismo è stato l’unico movimento politico negli ultimi 50 anni che non ha mai utilizzato la violenza sulle persone come metodo. L’uso della violenza è stato riconosciuto come uno degli strumenti dell’oppressione del sistema patriarcale sulle donne.
Come ha sintetizzato Ritanna Armeni nell’auspicio finale rivolto al pubblico: “Al mito dell’eroe sostituiamo la pedagogia del femminismo”.
E’ chiaro, quindi, che “Ragazze elettriche” non può essere letto come l’apoteosi della pedagogia femminista, ma, anzi, è la metafora del suo esatto contrario.

Michela Murgia e Ritanna Armeni
Michela Murgia e Ritanna Armeni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: