Vermilion Sands – 2. IL GIOCO DEGLI SCHERMI – James G. Ballard

James G. Ballard: tutti i racconti della surreale antologia di fantascienza Vermilion Sands – 2 Una troupe cinematografica si stabilisce nella villa di

James G. Ballard: tutti i racconti della surreale antologia di fantascienza Vermilion Sands – 2

Vermilion Sands - 5
Vermilion Sands – 5 – Karel Thole – illustrazione dell’antologia “Gli Scultori di Nuvole” di J. G. Ballard. Contiene l’omonimo racconto tratto dalla saga di Vermilion Sands.

Una troupe cinematografica si stabilisce nella villa di un ricco magnate per le riprese di un film sperimentale. La villa sorge fra le dune del deserto, a Lagoon West, sulle sponde di un lago di sabbia che si estende fra Vermilion Sands e Red Beach.
Il film verrà diretto da un famoso regista d’avanguardia e sarà interamente finanziato dal proprietario della villa, un aristocratico giovane ed elegante che cinque anni prima ha perso la madre in circostanze poco chiare, e si comporta ancora “come se lei spiasse ogni suo movimento da un balcone lontano, attraverso un binocolo da opera montato su un tripode”.
Uno degli artisti della città viene ingaggiato per dipingere i giganteschi fondali voluti dalla produzione: grandi tabelloni telati larghi duecento metri e alti dieci che si snoderanno come un serpente fra le scogliere di sabbia davanti alle grandi terrazze della villa.
In una di queste terrazze, quella di marmo a forma di scacchiera, vengono posizionati anche dodici pannelli su cui campeggiano gli emblemi zodiacali. E’ qui che il pittore incontra per la prima volta l’attrice che probabilmente interpreterà il film. E’ una donna fragile, dalla pelle bianca e dai capelli azzurri, che forse è stata un’amante del giovane mecenate e ha conosciuto la madre di lui, bisbetica e dominatrice. Vive nella villa da anni, “aggrappata (…) agli incubi dei suoi ricordi”, ed è costantemente sorvegliata da uno sgradevole psichiatra dal volto privo di espressione. Le sue guardie del corpo sono un esercito di ragni, mantidi religiose e scorpioni sparsi ai suoi piedi, che luccicano nella sabbia grazie ai preziosi gioielli che lei ha incastonato nelle loro teste.
Il produttore confessa al pittore che il film, in realtà, è solo un pretesto per mettere in scena uno psicodramma terapeutico, con l’obiettivo di trascinare la donna fuori del mondo privato in cui si è ritirata. Visto l’interesse che sembra nutrire per i pannelli sulla terrazza, gliene commissiona altri uguali, per giocare a spostarli come se fossero altissimi pezzi di una scacchiera dietro cui nascondersi.
La terrazza si riempie rapidamente di nuovi pannelli e il gioco prende piede. Muovendoli seguendo schemi inconsci si formano corridoi e labirinti zodiacali in cui perdersi. La danza ipnotica dei pannelli si trasforma presto in un astratto corteggiamento fra la donna e il pittore, sotto gli occhi dell’aristocratico, muto spettatore.
L’attrazione crescente verso quella donna malata, porta il pittore a penetrare una notte nella villa, con l’intenzione di rapirla e fuggire con lei, lontano dal luogo morboso delle sue ossessioni e dalla figura inquietante del suo psichiatra. Ma la donna si svincola dalla presa e ritorna sulla terrazza, dietro i tabelloni dipinti. Il proprietario della villa appare inaspettato fra le dune e si avvicina al pittore, spiegandogli in una sorta di complicità che da due giorni lei sfugge così anche a lui.
Il pomeriggio seguente tutte le comparse del film si ammassano sulla scacchiera per partecipare al “gioco degli schermi”, in una sorta di rituale oscuro. Quando poi le comparse iniziano ad abbandonare la terrazza, annoiate, il giovane produttore si lancia come una furia sulla scacchiera, sbattendo a terra i pannelli, lacerandoli e gridando il nome della donna. Lei è nascosta nel labirinto di tabelloni rimasti in piedi e, quando l’uomo la trova, si avventa su di lei in preda a una follia omicida. Per difenderla, tutti gli insetti gemmati gli si riversano addosso, conficcando i loro pungiglioni velenosi nella carne.
L’uomo, ricoperto di scorpioni scintillanti, corre verso il lago di sabbia e si accascia. Prima di morire, svela rantolando il segreto che lo tormenta da anni: è stata quella donna a uccidere sua madre.
Un anno dopo la tragedia, sopito lo scandalo, il pittore torna a Lagoon West e scopre che la donna si aggira ancora fra le stanze vuote della villa abbandonata. Di notte il suo volto è così bianco da apparire spettrale.

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