Vermilion Sands – 6. IL SORRISO DI VENERE / LA VENDETTA DELLA SCULTRICE – James G. Ballard

James G. Ballard: tutti i racconti della surreale antologia di fantascienza Vermilion Sands – 6

Vermilion Sands - 6 - Karel Thole
Vermilion Sands – 6 – Karel Thole

A Vermilion Sands la Commissione di Belle Arti indice un concorso per la realizzazione di una soniscultura destinata alla piazza centrale della cittadina. Soltanto tre scultori professionisti si presentano e, fra questi, viene scelta un’artista famosa, un tempo modella e amica intima di artisti di fama mondiale.
In piazza, durante il discorso ufficiale, la statua viene presentata al pubblico e questi inorridisce di fronte a quel groviglio di ferro che produce noiosissime melodie con il sitar. Ben presto rimane nella piazza soltanto il presidente del concorso con la segretaria, imbarazzatissima. In disparte, la scultrice osserva la scena, silenziosa ed enigmatica. Per rimediare alla figuraccia, il presidente fa rimuovere la scultura e la fa installare provvisoriamente nel suo giardino. Con grande stupore si accorge che la statua cambia con il passare dei giorni: il cespuglio di ferro, con i suoi aculei e i suoi nuclei sonori, si muove e incomincia a crescere come una pianta, suonando un repertorio classico a volume sempre più alto. Fuori controllo, le dimensioni della soniscultura raggiungono proporzioni pericolose. Poiché la scultrice è irreperibile, quando le spirali di ferro sfondano le finestre del primo piano della villa, il proprietario, esasperato, prende una decisione drastica e decide di smembrarla.
Al termine di una notte di febbrile lavoro passata a demolire l’opera, impone che la tonnellata di rottami accatastati in giardino non venga stipata nel museo locale, ma smaltita in un’acciaieria per la fusione.
Tuttavia il contratto stipulato con la scultrice impegnava l’amministrazione a proteggere l’opera da qualsiasi danno. Invece di trasferirla in luogo sicuro, il presidente l’ha smantellata pubblicamente e l’ha poi mandata al macero: un’iniziativa arbitraria e lesiva per la reputazione della scultrice, la quale non tarda a fare causa alla Commissione di Belle Arti.
La sentenza viene emessa dieci mesi dopo. E’ la prima causa dibattuta nella nuova sede di un tribunale ancora in fase di costruzione. Gli avvocati della donna vincono senza sforzo e la Commissione è costretta a riconoscere all’artista un indennizzo proporzionato alla sua fama.
Dopo il processo, il presidente della Commissione, sconfitto, esce sulla terrazza del tribunale, anche se il pavimento è ancora da piastrellare. Percepisce sotto i suoi piedi una sottile vibrazione, seguita da un ronzio che gli ricorda fin troppo bene gli accordi di sitar ascoltati durante la cerimonia di inaugurazione. Incredulo, corre all’ultimo piano del tribunale, dove le pareti sono ancora da intonacare, e vede che stanno spuntando, fra le travi di acciaio, delle spirali di ferro provviste di nuclei sonori. “Fra un po’ canterà l’edificio intero”.
Evidentemente la statua fusa ha contaminato tutto il metallo con cui è venuta in contatto. Si è riprodotta come un virus e presto intaccherà altri edifici in costruzione, e nuove automobili, forse anche navi e aerei!

Che sia la vendetta della scultrice?

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