WILLIAM BURROUGHS MANUALI DI SOPRAVVIVENZA E TECNICHE DI GUERRIGLIA SUL FILO DEL RASOIO – Riccardo Gramantieri (PARTE 2)

La trilogia dei Ragazzi selvaggi – WILLIAM BURROUGHS

William Burroughs
William Burroughs

Lo scenario si sposta dalla Tangeri degli anni Cinquanta alla Marrakesh di fine anni Sessanta.
I “Ragazzi selvaggi” sono adolescenti omosessuali, mutanti dalla pelle blu che combattono i governi militari occidentali con tecniche come l’ipnosi e il controllo subliminale del pensiero. Vanno e vengono da una dimensione che consente loro di muoversi sia nel tempo (“il tessuto temporale viene spezzato e rimontato” come in un film) sia nell’oltretomba. Uno dei protagonisti fonda l’Accademia della Morte dove addestra i ragazzi alla rivoluzione e insegna loro come immunizzarsi dalla morte.
L’invasione dei ragazzi selvaggi raggiunge anche l’America. Qui né l’esercito né l’intelligence riescono a fermarli. I giovani guerrieri si impadroniscono delle armi militari. La loro avanzata diventa inarrestabile: rovesciano i governi occidentali assolutisti che vogliono controllare l’uso delle droghe. Alle loro stragi si aggiunge anche un’epidemia che flagella le metropoli. Qui i giovani umanoidi “corrono rabbiosi come cani per le strade buie e senza polizia”.
La loro rivolta contro le istituzioni è “una rivisitazione in chiave fantascientifica del movimento di protesta giovanile allora nascente e che arriva al suo apice alla fine dell’era Nixon quando i giovani, abbandonati i panni colorati della grande estate psichedelica, indossano le divise della ribellione”.
Appare evidente che Burroughs, a differenza del suo giovane amico Allen Ginsberg (famoso poeta della Beat Generetion), non è un fautore della non-violenza. I suoi ragazzi selvaggi credono nella distruzione fisica del sistema.

William Burroughs
William Burroughs – Ragazzi selvaggi (1971) – Porto dei santi (1973) -E’ arrivato Ah Pook (1979) – Sterminatore (1960)

Nel romanzo successivo, “Porto dei Santi”, “migliaia di adolescenti scappano di casa per unirsi ai ragazzi selvaggi. Con loro formano comuni sulle montagne del Messico, nelle giungle del Sud America e del sud-est asiatico. La loro comunità è basata sullo scambio: di droghe, armi, abilità, incantesimi e pozioni. Il loro linguaggio comune si basa su una trascrizione della scrittura geroglifica”. Burroughs vede in questi villaggi il futuro dell’umanità: comunità chiuse dove i ragazzi omosessuali si riproducono per clonazione. Il tono del romanzo è malinconico e i riferimenti autobiografici alla repressione sessuale della sua adolescenza sono evidenti.

Conclude la trilogia un’antologia di racconti, “Sterminatore!”, in cui Burroughs riprende tutti i temi della sua narrativa, dalla tossicodipendenza alla ribellione giovanile. Però è un altro il romanzo che porta avanti le tematiche sviluppate nella serie dei ragazzi selvaggi: “E’ arrivato Ah Pook”. Qui si torna a parlare dell’Accademia della Morte e viene descritto il calendario Maya come mezzo di controllo operato dai sacerdoti a discapito dei sudditi (il calendario come “strumento di previsione del numero delle morti dei fedeli necessarie a bilanciare l’inflazione di anime”). L’invasione spagnola ha poi peggiorato le cose, perché i vescovi cristiani hanno distrutto i libri dei morti dei Maya, manuali esoterici che insegnavano la reicarnazione e il viaggio nel tempo. I libri scomparsi erano veri e propri “vademecum per orientarsi nell’aldilà”. La summa del potere degli antichi spazzato via dagli invasori è una critica della teocrazia Maya (la ditattura dei sacerdoti), ma anche del monoteismo cristiano, “non tanto della figura di Gesù Cristo, quanto della chiesa come istituzione, che ha creato nei secoli una situazione di monopolio religioso”.

Geniale l’idea di associare gli antichi libri dei morti agli odierni quotidiani, con i loro archivi di necrologi: sono questi l’equivalente attuale dei testi sacri delle anime.

William Burroughs
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Conoscendo la sua avversione per i dogmi e le forme di controllo occulto, è paradossale che Burroughs abbia aderito con entusiasmo proprio alla Dianetica di Hubbard e che già nel 1959 l’abbia vivamente consigliata a suoi più fedeli amici (Allen Ginsberg fra i primi). Si tratta di una psicoterapia fondata sull’autoanalisi, che consente “di migliorare sé stessi senza ricorrere a lunghe e costose sedute psicanalitiche”. L’idea di Hubbard è che l’uso di certe parole possa cancellare dalla mente tutte quelle esperienze dolorose che sono alla base delle psicosi. “Queste parole non sono le stesse per ognuno e gran parte del trattamento consiste nell’individuarle.” Guarire, quindi, leggendo un libro che usa le parole come cura e che trasforma il paziente in dottore! Geniale, anzi miracoloso!

http://www.youtube.com/watch?v=ocDJLsOGw04

Quando, però, la psicoterapia deraglia nel misticismo religioso e la Dianetica si trasforma in Scientologia, Burroughs si rende conto che le idee di Hubbard vengono utilizzate come strumenti di manipolazione mentale. La segretezza che avvolge questa nuova chiesa, i suoi metodi di affiliazione, la conoscenza nelle mani pochi eletti e il fatto che chi si allontana dal gruppo venga additato come un nemico, lo portano a definire “la Scientologia come un metodo di controllo del pensiero attuato da un’organizzazione quasi poliziesca”.

Scientology appare sotto forme diverse in molte opere di Burroughs.
Del resto tutta la sua narrativa è intessuta di paranoia e di teorie del complotto: la parola che cura nelle mani sbagliate può diventare un’arma (il linguaggio è letale come un virus), una setta segreta controlla il mondo manipolando la realtà (la Polizia Nova, il Dipartimento di Riscrittura e la sala di montaggio del film biologico), chi possiede la verità non la divulga così che il potere possa rimanere nelle mani di pochi (i sacerdoti Maya, i testi ermetici per viaggiare nel tempo e nell’aldilà, la dittatura dell’immortalità).

http://www.youtube.com/watch?v=dlQKPYfP0CM

WILLIAM BURROUGHS MANUALI DI SOPRAVVIVENZA E TECNICHE DI GUERRIGLIA SUL FILO DEL RASOIO – Riccardo Gramantieri (PARTE 1)

WILLIAM BURROUGHS MANUALI DI SOPRAVVIVENZA E TECNICHE DI GUERRIGLIA SUL FILO DEL RASOIO – Riccardo Gramantieri (PARTE 3)

Altre informazioni sul saggio sul sito della casa editrice

 

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