PERCHE’ ODIO LA TRAP? parte 1

…PERCHE’ NON LA CONOSCO

Ormai da qualche anno la musica TRAP si è fatta strada anche nel nostro paese, dopo anni passati in sordina scaldando le classifiche delle nicchie di periferia, pian piano ha preso sempre più piede con il passa parola fino ad impossessarsi del mainstream.

TRAP HOUSE

Atlanta: 2 Chainz uses Pink Trap House for free HIV Testing
Atlanta: 2 Chainz uses Pink Trap House for free HIV Testing

Nata negli Stati uniti alla fine del secolo scorso come sotto genere della cultura Hip Hop, deve il suo nome alle TRAP house, luoghi solitamente abbandonati dediti allo spaccio delle più svariate droghe (TRAPPING significa spacciare in slang). Non è affatto una sorpresa, quindi, che i testi di questo genere musicale raccontino principalmente le gesta di delinquenti, gang e traffici illeciti e rocambolesche interazioni con la polizia.

Questa caratteristica col tempo subirà delle mutazioni specialmente nei testi, iniziando a trattare temi meno spigolosi e condivisibili dalle masse, perdendo un po’ di quella rabbia repressa tipica delle trap-house e relegando lo stile che aveva in origine al sottogenere DRILL (anche se sottogenere è un termine improprio visto che conserva tutti gli elementi della scena originale con linguaggi cruenti e argomenti borderline).

ITAL – TRAP

GUE’ PEQUENO

Approdata nel nostro paese nei primi anni del nuovo millennio, la musica ha conservato molto, almeno inizialmente, del suo stile originale che vede come punti di forza la semplicità nella costruzione di un brano, i testi espliciti, le tematiche che raccontano la vita di strada, rivalse giovanili e “successi” vari, il tutto accompagnato dal una base elettronica semplice, con pochi cambi e dal ritmo costante.

I ragazzi italiani hanno tentato di riportare il loro vissuto quotidiano nelle canzoni ispirati dai loro idoli americani e, cosa più strana, trarre ispirazione dai testi con risultati a volte grotteschi: risulta chiaro a chiunque che la vita nei sobborghi di Detroit post crisi 2008 ( per fare un esempio) è molto diversa da quella di un paese della provincia italiana.

Ecco così che le comitive di amici nostrane vengono paragonate alle Gangs d’oltre oceano, i piccoli intrallazzi per avere qualche centinaio di euro in tasca diventano storie di narco traffico internazionale e piccole furbate alla polizia diventano vere fughe. Uniamo a tutto questo un po’ di sana frustrazione giovanile ed il gioco è fatto… il successo tra i giovani è assicurato.
Il vero risultato è una versione Disney di “Gang’s of New York” in salsa contemporanea, dove il teppista di turno fa il duro al parchetto per poi tornare a casa dove la mamma gli prepara la cena e gli rimbocca le coperte…veri uomini, insomma.

Nel nostro paese la Trap ha faticato  a farsi strda, eticchettata nei primi anni del millennio come “ALTERNATIVE RAP”, bisogna aspettare il 2011 con l’uscita de “IL RAGAZZO D’ORO” di GUE’ PEQUEÑO che si inizia a perlate di TRAP.

LA MUSICA

Roland TR 808

Come anticipato, una caratteristica della musica Trap è una sorta di monotonia melodica costruita su una base senza troppi cambi (generalmente anche nessuno) che spazia tra i 100 e i 180 bpm.
Una sorta di evoluzione del RAP con dei kick a ritmo sincopato e degli Hi-Hat a doppio o triplo tempo con un abbondante uso di campionature (ereditate dalla scena madre).
La drum machine prediletta è la ROLAND TR-808 un gioiello dei primi anni ’80 che solo in pochi possono permettersi, per tutti gli altri è ancora la tecnologia che corre in aiuto con gli emulatori e VST di qualsiasi tipo che poco chiedono ai portafogli dei genitori.

Chiunque abbia un computer ed un microfono di medio livello può ottenere ottimi risultati ed è questa la causa principale dell’esplosione di questa moda, il self-made che offre a tutti (teoricamente) la possibilità di sviluppare una canzone Trap a casa propria.

Per i neofiti che non riescono o non possono mettere in fila una sequenza decente di beats, c’è la possibilità di scaricare loops sui quali comporre il proprio testo attaccandoli in sequenza come dei mattoncini Lego (come https://splice.com , professionale ma con un contributo mensile; oppure https://www.looperman.com , un po’ più spartano ma free).

Anche su Youtube  si trovano già basi pronte senza bisogno di fare nulla (per i neofiti a livello 0).
La struttura del pezzo è molto semplice come vuole la miglior tradizione free style, il che richiede pochissime doti canore anzi, più che un canto sembrerebbe una cantilena, anche se l’intonazione e qualche altra dote canora non guastano mai e se ogni tanto si tira una stecca, non c’è problema con Auto-tune.

Auto-tune è un software creato dalla casa Antares Audio Technologies nel 1997 che permette di correggere gli errori d’intonazione, in principio utilizzato solo come Tool, ben presto ha acquisito lo status di vero e proprio effetto grazie alla sua dote di deumanizzare la voce rendendola metallica ed eterea.

Uno dei primi esempi di utilizzo del Auto-tune come effetto è nel brano “BELIEVE” di Cher del 1998. Da allora, forse anche per le date di nascita presso che coincidenti, è sempre stato legato a doppio filo con la scena Trap diventandone uno dei caratteri salienti tanto da avere dei detrattori nella scena stessa, una sorta d’involuzione verso il rap originale.

LYRICS

I testi odierni sono anch’essi il risultato di un’evoluzione che parte da un triste e grottesco tentativo di trasposizione di quella che è la street-life nelle peggiori periferie americane con le trap house e scontri a fuoco con bande rivali (trattando i temi sopracitati in salsa nostrana), per arrivare ad un testo molto vicino al cantautorale classico, o almeno, come noi italiani lo intendiamo classico: si torna a parlare di sentimenti e frustrazioni comuni (non solo rabbia come in passato), i Trappers hanno imparato a mettersi a nudo e a parlare di loro stessi, aprendosi e conciliando con la tradizione riuscendo così non solo a conquistare il mainstream ma anche un pubblico non più giovanissimo rompendo quel confine di nicchia che li imprigionava da quasi due decenni.

Conoscendo meglio questi testi (quelli dei giovani, della nuova generazione) ritrovo molto quello che si era perso preferendo di imitare le mode a stelle e strisce, ricompaiono valori come amicizia, famiglia e gratitudine, storie più facili da indossare a qualsiasi ragazzo.

Ritrovo nello spirito del sapersi arrangiare, costruendosi le basi in un processo DIY (Do It Yourself) caro alla prima scena Punk, quello spirito che ha fatto grande la nostra musica.

I Trappers sperimentano e lo fanno in un ambiente permeabile e dinamico dove, gli scambi e le collaborazioni (FEAT.) sono all’ordine del giorno con dei risultati sbalorditivi: Le sonorità in continua evoluzione abbracciano testi sempre più profondi ed introspettivi dove la rima (vero must per la scena Rap) è diventata un nostalgico optional.

DALLE PERIFERIE

ASSO

ASSO
ASSO

Ancora una volta la novità arriva delle periferie, dove è nato tutto.
Sull’onda di questa nuova ventata nella musica Trap, riscontro un divario importante tra quello che c’è nel mainstream e quello che trovi nelle strade.

Il mainstream “vende” ancora un prodotto inverosimile, restando ancorato a quello stereotipo che vede il trapper nostrano una versione edulcorata dell’omologo a stelle e strisce.

https://www.youtube.com/watch?v=ct2zdGDbvWU

Nelle periferie tutto cambia, lì ci sono contenuti genuini, racconti in prima persona e drammi adolescenziali.
E’ dalle periferie che è partita la rivoluzione ed è per questo che ho deciso di conoscere in prima persona un esponente di quel movimento e, in men che non si dica ho incontrato ASSO.

ASSO rappresenta il campione ideale del discorso di poche righe sopra: ragazzo con approccio cantautorale con ambizioni modeste e raggiungibili che nei suoi brani parla di sé e con il quale ho avuto il piacere di fare una breve video intervista.

E’ proprio parlando con gente come lui che ho avuto modo di convincermi che non c’è poi molta differenza tra quello che vuole dire la sua generazione e quello che hanno detto le generazioni passate.
Anche la generazione TRAP cerca il suo posto in questo mondo e lo fa dissacrando, bruciando e ricostruendo dalle ceneri la loro idea di mondo.

Da ASSO ho capito che, per parafrasare Tomasi Di Lampedusa : “ Se vogliamo che tutto resti uguale, tutto deve cambiare”, e così è stato.

Qui sotto “ANGLE & DEMON”  traccia che dà il nome al’EP ,l’ultima fatica di ASSO uscito a fine marzo.

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