GIAPPONE ISOLA SADICA – LA DONNA DI SABBIA – Hiroshi Teshigahara (1964)
La donna di sabbia – Meraviglioso film surreale di Hiroshi Teshigahara. Secondo capitolo della trilogia scritta in collaborazione con lo scrittore Kōbō Abe
IL FILM
Un entomologo dilettante chiede ospitalità per una notte agli abitanti di un remoto paese di una zona desertica del Giappone. L’uomo viene portato a casa di una giovane vedova che vive, come molti altri abitanti, in una baracca in fondo a una buca scavata nella sabbia accessibile solo grazie a una scala di corda.
La scala, con stupore dell’entomologo , viene tolta dall’alto intrappolandolo con la gentile vedova.
L’uomo è inizialmente incuriosito, scambiando per curiose abitudini la trappola che gli è stata tesa: la poverissima comunità cerca un uomo giovane e forte che aiuti la giovane donna. L’uomo rimarrà prigioniero fino a quando si abituerà alla sua nuova condizione. L’incredulità per un piano tanto ingenuo lascerà ben presto posto all’accettazione per quella buca tanto inospitale e alla passione per la vedova.
IMPRESSIONI
“Woman in dunes” è il capolavoro di Hiroshi Teshigahara premiato a Cannes nel 1964 col premio speciale della giuria (Fritz Lang presidente della giuria). Come molti altri film giapponesi affronta il tema della prigionia e dell’inversione dei ruoli fra vittima e carnefice, anche se, in questo caso la vittima è un uomo.
La dimensione onirica e visionaria di “Woman in dunes” è potentissima. L’insidiosa sabbia perennemente in movimento costringe i protagonisti a un lavoro continuo ed esasperante. Il deserto inghiottirà in breve tempo la baracca se la buca non viene tenuta libera dalla sabbia. Inutili i tentativi di fuga: tutto frana ogni volta che l’uomo prova a scalare le pareti farraginose arrecando maggior danno e maggior lavoro. Anche lo spettatore respira l’onnipresente sabbia che si deposita sui corpi.
Inquietanti e morbose le scene in cui gli abitanti del villaggio vanno a trovare la coppia mascherati da demoni giapponesi al ritmo di tamburi. Superbe le immagini che sovrappongono le dune di sabbia alle forme femminili.
Il film, sceneggiato e tratto da un romanzo di Kōbō Abe, si presta a numerose interpretazioni sociali, politiche e filosofiche, ma, forse, è più importante affogare nelle mareggiate di sabbia così ben fotografate da Hiroshi Segawa come fosse un incubo assurdo.
Da recuperare, ovviamente, la versione integrale di 2 ore abbondanti.
“La donna di sabbia” (1964) è il secondo film nato dal felice connubio con lo scrittore e sceneggiaotre Kōbō Abe. Gli altri film sono “The Face Of Another” 1966 e “Pitfall” 1962).
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