BEGOTTEN – incubo espressionista

Begotten Poster E. Elias Merhige 1991“Begotten” è un incubo di E. Elias Merhige del 1991.
78 minuti di silenzi e immagini atroci in bianco e nero che copiano lo stile dell’espressionismo tedesco degli anni 20.  Per creare l’immagine, sporca poco chiara e sgranata che caratterizza il film sono state necessarie ore e ore di post produzione. Ogni singolo frame della pellicola è stato rifotografato e corretto per ottenere un bianco e nero puro senza toni intermedi. Il risultato è un’atmosfera cupa e angosciante in cui i dettagli delle immagini si confondono con le ombre, niente è definito e comprensibile.
Definito da Merhige: “un test di Rorschach per l’occhio”.

Begotten Poster E. Elias Merhige 1991Questo primo capitolo di un’ipotetica trilogia (mai realizzata) è ispirato alla “Genesi”, anche se il regista afferma di aver voluto ricreare il più possibile l’esperienza provata di pre-morte in seguito a un incidente.
L’intreccio si sviluppa in modo poco comprensibile fino ai titoli di coda.
Un personaggio inquietante, il cui volto è coperto da una maschera urlante, si suicida a rasoiate in una casolare fatiscente. Dal suo corpo nasce una donna che, dopo aver masturbato il cadavere, rimane incinta.
Lei e il nascituro (un corpo anoressico e tremante), dopo un breve momento bucolico, si uniscono a un gruppo di uomini incappucciati, che, con crescente crudeltà, li umiliano e torturano fino a ucciderli.
Al termine del film appare una scritta che spiega i personaggi e lo sviluppo della storia: “Dio si suicida sventrandosi con un rasoio. Tramite la sua morte viene generata Madre Natura che, masturbando il cadavere di Dio, si feconda e genera il Figlio. Madre e Figlio andranno nel mondo e saranno accolti dagli uomini, ma quando i due cercheranno di sfuggire dalla perversa società degli uomini questi li puniranno e li uccideranno. Dalla loro morte nasceranno nuove piante e fioriBegotten Poster E. Elias Merhige 1991
Significati e chiavi di lettura sono molteplici: spaziano da temi ambientalisti a criptici riferimenti alchemici.
In realtà resta una soggettiva esperienza visiva violenta e ricca di suggestioni visionarie. La spiegazione finale è poco più che un futile pretesto per mettere in scena dolore, sofferenza, angoscia, blasfemia, frustrazione, crudeltà, ansia, sporcizia.

La maschera urlante di Dio è già un incubo da sola. Il figlio epilettico è di una forza disturbante fuori dal comune.
L’umanità senza volto che si nasconde dietro cappucci tipo Ku Klux Klan mette veramente paura.
La musica è sostituita da un tappeto di rumori amplificati: il frinire dei grilli, lo sgorgare del sangue, il grugnire degli uomini, il lamento continuo del figlio tremante.

Begotten Poster E. Elias Merhige 1991Disturbante tanto quanto Eraserhead o i primi cortometraggi di Lynch.

Il poco prolifico Merhige firma la regia di altri due film abbastanza distanti dalle virtuosistiche intransigenze artistiche di Begotten. “L’ombra del vampiro”  un’altra dichiarazione d’amore per l’espressionismo tedesco.
Un buon film su un ipotetico “making of Nosferatu” di Murnau in cui si specula sul leggendario attore Max Schreck che interpretò il vampiro. Nel film di Merhige si ipotizza che Schreck fosse veramente un non-morto. In realtà c’é chi afferma fosse Murnau stesso e chi fosse una persona affetta da una particolare malattia che gli impediva di stare alla luce del giorno.

Nel 2005 dirige “Suspect Zero” un classico thriller paranormale, ma con tocchi bizzarri e visionari, specie nelle premonizioni e nei disegni del medium interpretato da Ben Kingsley

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