FANTAITALIA – FANTASCENEGGIATI RAI – parte 2

FANTASCENEGGIATI RAI anni 70

A come Andromeda
(1972 – Regia: Vittorio Cottafavi, sceneggiatura: Inisero Cremaschi – 5 episodi)
“A come Andromeda” (1972)
“A come Andromeda” (1972)

TRAMA: un segnale alieno viene decodificato da un equipe di ricercatori. Sono le istruzioni per l’assemblaggio di un elaboratore che utilizza materiale genetico. Un’opportunità per l’uomo o una grande minaccia?
PERCHÉ: nonostante gli anni, “A come Andromeda” è ancora un ottimo prodotto, sicuramente per il soggetto del fisico e matematico Fred Hoyle.

ESP
(1973 – Regia: Daniele D’Anza, sceneggiatura: Flavio Nicolini – 4 episodi)
“ESP” (1973)
“ESP” (1973)

TRAMA: Gerard Croiset è un uomo dall’infanzia travagliata turbato da allucinazioni. Grazie all’aiuto di un esperto di parapsicologia scopre che le sue visioni sono doti extrasensoriali. Grazie a esse inizia a collaborare con la polizia.
PERCHÉ: Gerard Croiset (1909 – 1980) fu un parapsicologo veramente esistito, le cui doti extrasensoriali vennero usate più volte dalla polizia per cercare persone scomparse. Fu consultato addirittura per trovare il nascondiglio dove le BR tenevano sequestrato Aldo Moro nel 1978. Non c’è da stupirsi se si pensa che gli indizi più importanti (il nome della via in cui era prigioniero Moro) emersero in una seduta spiritica alla presenza di Romano Prodi e sua moglie. Alla fine dello sceneggiato andava in onda “A proposito di ESP” per capire questo fenomeno per l’epoca appassionante, il cui ospite era Gerard Croiset stesso.

Extra
(1976 – Regia: Daniele D’Anza, sceneggiatura: Luciano Mandarà – 2 episodi)
“Extra” (1976)
“Extra” (1976

TRAMA: due amici vengono rapiti da un UFO mentre stavano pescando. Gli alieni dopo averli studiati li rilasciano. I due faticheranno a far accettare la loro versione dei fatti anche per l’intervento delle autorità militari che cercano di zittire i testimoni.
PERCHÉ: ispirato a un vero caso di rapimento alieno avvenuto negli Stati Uniti, lo sceneggiato ha un taglio documentaristico che lo rende apprezzabile. Gli UFO erano un altro argomento allora molto popolare in Italia.

Gamma
(1976 – Regia: Salvatore Nocita, sceneggiatura: Flavio Nicolini – 4 episodi)
“Gamma” (1976)
“Gamma” (1976)

TRAMA: in una Parigi prossima ventura il pilota Jean Delafoy viene sottoposto a un trapianto di cervello dopo un grave incidente automobilistico. Il donatore sembra essere quello di Daniel: un giovane giustiziato tramite ghigliottina per aver ucciso un poliziotto. Jean inizia ad avere strani ricordi che non gli appartengono e rimane coinvolto nell’omicidio di una donna conosciuta da Daniel.
PERCHÉ: Gamma è uno sceneggiato molto cupo, a tratti inquietante ancora oggi per vari motivi. Le scene iniziali girate con un abile montaggio in cui il giustiziato, parlando in prima persona, percorre i corridoi della morte che lo portano alla ghigliottina (pratica tornata in uso nella Francia futura). Il volto bendato con grandi occhiali scuri del pilota Jean Delafoy. Le sigarette drogate. I clown spacciatori. Le malinconiche musiche di Enrico Simonetti (padre di Claudio fondatore dei Goblin). Le bizzarre invenzioni tecnologiche come il videotelefono a rotella o la macchina per creare gli identikit che fotografa i ricordi, simile alla macchina del test Voight-Kampff di Blade Runner. Le ambientazioni futuriste girate al Palazzo degli Affari di Torino, progettato dall’architetto Carlo Mollino, e le riprese in alcuni quartieri periferici di Parigi.

La traccia verde
(1976 – Regia: Silvio Maestranzi, Flavio Nicolini – 3 episodi)
“La traccia verde” (1976)
“La traccia verde” (1976)

TRAMA:  un omicidio viene smascherato grazie alla testimonianza di una pianta sottoposta alla macchina della verità.
PERCHÉ: Gilda Musa, scrittrice di fantascienza e moglie di Inìsero Cremaschi, accusò la RAI di plagio (il suo romanzo “Giungla domestica” del 1975 ricorda la trama dello sceneggiato). In realtà esperimenti sull’intelligenza delle piante esistevano veramente e, come tanti altri argomenti parapsicologici, andavano molto di moda in quegli anni.

Uova fatali
(1977 – Regia Ugo Gregoretti – 2 episodi)
“Uova fatali” (1977)
“Uova fatali” (1977)

TRAMA:  uno scienziato crea un raggio in grado di amplificare la capacità riproduttiva delle amebe. I raggi saranno applicati in modo ingiustificato creando una razza di superpolli.
PERCHÉ: tratto da un racconto di Michail Bulgakov, nello sceneggiato vennero utilizzati effetti speciali avanguardistici. Il terzo episodio di “Uova fatali” è in realtà un “making of” più interessante dello sceneggiato stesso.

Paura sul mondo
(1979 – Regia Domenico Campana – liberamente tratto dal libro “L’uomo è forte” di Corrado Alvaro – 3 episodi)
"Paura sul mondo" (1979)
“Paura sul mondo” (1979)

TRAMA:  L’ingegnere Dale torna in patria all’indomani di una rivoluzione che ha rinnovato completamente l’ordine sociale del paese. Scienza e tecnologia sono le colonne della nuova cultura, ma in realtà è solo una dittatura mediatica.
PERCHÉ: per riscoprire un classico della fantascienza italiana: “L’uomo è forte” di Corrado Alvaro scirtto nel 1939. Ottime le claustrofobiche scenografie e la fotografia di Dante Spinotti candidato a due premi Oscar (“L.A. Confidential” e “Insider – Dietro la verità”) e direttore di numerosi film statunitensi come “Manhunter” di Michael Mann.

Le serie antologiche:

Oltre il 2000
(1971 – 2 episodi)

Oltre il 2000” doveva essere composta da 5 episodi slegati fra loro ambientati nella società di un lontano futuro. Il progetto dello scrittore Inìsero Cremaschi fu ridimensionato a soli due episodi: “La fabbrica dell’uomo” e “Il computer”. Il primo affronta il tema del ricondizionamento psichico, il secondo la libertà di scelta in un campo molto intimo: l’amore.

Racconti di fantascienza
(1979 – 3 episodi)
“Racconti di fantascienza” (1979)
“Racconti di fantascienza” (1979)

Racconti di fantascienza” è una curiosa serie antologica creata da Alessandro Blasetti e condotta da Arnoldo Foà. Ogni puntata conteneva la trasposizione televisiva di un racconto di fantascienza e una parte girata in studio, in cui Foà leggeva un brano tratto da un libro, si discuteva di fantascienza e venivano proposti spezzoni di film adatti al tema dell’episodio. Fra i brani letti: “Immaginatevi” e “La sentinella” di Frederic Brown, “Tutto in un punto” di Italo Calvino, “Requiem automatico” di Robert Sheckley e “Il nuovo mondo” di Aldous Huxley. Interessanti anche le musiche elettroniche e melanconiche di Carlo Savina.

Le trasposizioni televisive sono tutte piuttosto scarse tranne “L’esame” (Richard Matheson) in cui le persone, superata un certa età, devono sottoporsi a un esame di utilità. Se non lo passano verranno eliminate per mantenere l’equilibrio demografico/economico della società.
La crisalide” (Ray Bradbury) è un episodio molto divertente in cui due scienziati esaminano un paziente affetto da una malattia mai vista prima, che si trasforma in crisalide per poi rinascere uguale a se stesso, o così sembra.
Divertenti anche “Primo contatto” (Murray Leinster) con Nanny Loy e “L’assassino” (Ray Bradbury) con Pippo Franco.
Riuscito anche l’episodio “La decima vittima” (Robert Sheckley).

I racconti di Primo Levi
(1978 – tre episodi)

Gli episodi “La bella addormentata nel frigo”, “Il sesto giorno” e “Procacciatori d’affari” sono tratti dai racconti di Primo Levi. Le trasposizioni televisive sono surreali, fantastiche, lievi e ironiche come la maggior parte della produzione dello scrittore. Solo il primo episodio, però, è degno di nota: una donna vive in ibernazione da ormai 140 anni e viene svegliata solo in occasione del suo compleanno.

Il versificatore
(1971)

Nel 1971 la RAI aveva adattato con maggiore successo un racconto di Primo Levi per la televisione: “Il versificatore”. Un famoso poeta, oberato dal lavoro, decide di comprare una sofisticata macchina che compone in modo automatico i versetti. “Il versificatore” è ancora oggi una piacevole e divertente visione.

Il fascino dell’Insolito
(1980 – 1982 Tre serie – 14 episodi)
Il fascino dell'insolito
Il fascino dell’insolito (1980 – 1982)

Il fascino dell’Insolito” fu una serie antologica i cui episodi erano ispirati ai racconti dei migliori scrittori di fantascienza e del terrore (non a caso il sottotitolo della serie era “dal gotico alla fantascienza”): “Castigo senza delitto” e “Piccolo assassinio” (Ray Bradbury), “Veglia al morto” e “La strada al chiaro di luna” (Ambrose Bierce), “Miriam” (Truman Capote),  “La casa della follia” (Richard Matheson), “Impostore” (P. K. Dick), “La scoperta di Morniel Mathaway (William Tenn), “Vampirismus (E. T. A. Hoffmann –  regia di Giulio Questi), “La cosa sulla soglia” (H.P. Lovecraft), “La specialità della casa” (Stanley Ellin).
Pochi gli episodi ancora validi, soprattutto a causa della durata eccessiva di 50 minuti.
Fra i migliori:
La casa della follia” in grado di inquietare anche oggi. Una casa assimila le vibrazioni negative degli inquilini fino a ucciderli.
Buono il crescendo di tensione e curato nelle musiche, nelle scenografie e negli esterni. Ottima la scena della macchina da scrivere insanguinata e adatte le litanie malefiche che emette la casa.
Castigo senza delitto”: una società offre un servizio particolare: noleggiare degli automi dalle fattezze desiderate da poter uccidere senza rimorsi.
Impostore”: un uomo comune cerca disperatamente di provare la propria identità perché sospettato di essere un robot-bomba. Tratto da un celebre racconto di Dick.

Il fascino dell'insolito
Il fascino dell’insolito (1980 – 1982)

FANTASCENEGGIATI RAI anni

La bella locandina disegnata da Philippe Druillet per "Il mondo di Yor" (1983) - Antonio Margheriti.
La bella locandina disegnata da Philippe Druillet per “Il mondo di Yor” (1983) – Antonio Margheriti.

In questo decennio la fantascienza farà comparizioni molto sporadiche in TV. Le rare eccezioni sono il noioso “Sound” (1989) con Peter Fonda, l’insolito fantasy “Il mondo di Yor” (1983) diretto da Antonio Margheriti e tratto dal fumetto degli argentini Juan Zanotto e Ray Collins pubblicato su Lanciostory e il coraggioso kolossal “L’isola del tesoro” (1987), versione futuristica del romanzo di R. L. Stevenson diretta da Antonio Margheriti e Renato Castellani. Le produzioni RAI, in questo decennio, si interesseranno maggiormente al genere horror/thriller abbandonando lentamente la fantascienza, per poi sparire quasi completamente nel successivo decennio.

Conclusioni.

Nonostante i budget minimi, la qualità scarsa, le autocensure e le ingenuità di un’epoca che sembra lontanissima, questi sceneggiati fanno parte di un tipo di televisione intelligente e attenta al meglio di un genere tanto screditato in Italia. Sarebbe bello ancora oggi vedere in RAI una serie TV di fantascienza a cui segue un approfondimento scientifico con ospiti in studio. In fondo questo tipo di format è diventato comune per le partite di calcio (partita e dibattito sulla partita), mentre in letteratura già succede, basti comprare l’antologia “Fanta-scienza” curata da Marco Passarello composta da interviste a scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia, alternate a racconti di fantascienza direttamente ispirati a queste interviste. Oppure “Divergender” curata da M. Caterina Mortillero e Silvia Treves, dove i racconti sono seguiti da saggi sul tema dell’identità di genere.

 

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