FUTURUS – Luigi Atomico Zanuso e Umberto Baccolo (2018)

Futurus. Luigi Atomico Zanuso nei panni del filosofo greco Diogene cerca l’uomo in un mondo di robot e di persone disumanizzate.

Luigi Atomico

Luigi Atomico Zanuso nei panni del filosofo greco Diogene cerca l’uomo in un mondo di robot e di persone disumanizzate. Dopo una breve introduzione dello stesso regista, il film si apre sulle note di un potente brano del cantautore Pol Bertagnolli con la silhouette di Diogene che esce da un frigorifero abbandonato in un rudere. Luigi Atomico assomiglia a Anthony Hopkins mentre si aggira con la lanterna e fare austero alla ricerca dell’uomo, ma, forse, il film avrebbe dovuto finire qui. I dialoghi di “Futurus” sono spesso confusi e rincorrono una trama molto naïf in cui i robot vogliono assoggettare l’umanità.

Gli attori (Gaia Chon, Pol Bertagnolli, Eliott Molinaro,…) fanno il possibile per entrare nella parte, ma la sola scelta di caratterizzare gli intelligenti automi con le stereotipate movenze a scatti è più da cabaret che da film dalle ben più grandi ambizioni.

Peccato perché alcuni dei capitoli in cui è suddiviso il mediometraggio non sono niente male come, per esempio, “carne sprecata”, in cui i robot divorano pezzi di carne cruda senza comprenderne il sapore di fronte allo sguardo sbeffeggiante di una donna.

Anche il surreale ballo di Serena Caldirola con i manichini è suggestivo.

Il cameo dei porno terroristi Rosario Gallardo è, ovviamente, sconcertante, con “lei” che denigra violentemente i robot incapaci di provare passioni.

Ma ha senso analizzare e giudicare “Futurus”?
Per i film artigianali di Ed Wood degli anni ‘50 o per certi video sperimentali di fine anni ’80, l’importante non era né come raccontare né cosa raccontare. La necessità era esprimere un mondo personale di immagini, di ansie e di ossessioni in modo non convenzionale, punk o delirante.

In “Futurus” questa necessità è racchiusa nella domanda “dov’è l’uomo oggi” in un mondo fatto di involucri di carne senz’anima?

Il Diogene Atomico non sa dare risposta e quando l’onnipotente Alessandro, re dei robot, gli chiede con il consueto fare meccanico cosa può fare per lui, il filosofo gli risponde di spostarsi per non togliergli la luce del sole, una risposta spiazzante e inaspettata, forse la migliore del film.

Molto bella la colonna sonora di musica classica: una selezione di brani pressoché sconosciuti, scelti accuratamente da Luigi Zanuso.

Luigi Atomico

Molto bella la colonna sonora di musica classica: una selezione di brani pressoché sconosciuti, scelti accuratamente da Luigi Zanuso.
Ricercate anche le location scelte da Umberto Baccolo: una balera abbandonata per gli esterni e i sotterranei dell’Osteria Sottovento di Pavia per gli interni.
Grazie al locale Carmen Town di Brescia per aver ospitato la serata e ai Raudi per il concerto di chiusura.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: