HARMONY KORINE – il Buster Keaton tossico

Fra le chiacchiere di Bellocchio, gli scontati applausi a Kim Ki-Duk e le provocazioni di Seidl, il film più interessante presentato a Venezia quest’anno è stato poco considerato, segno che anche quest’opera finirà nell’oblio di pellicole non distribuite sul comatoso mercato italiano. “Spring Breakers” è il quinto lungometraggio dell’inquieto Harmony Korine, personaggio corteggiato a distanza dall’industria cinematografica e con un ormai accanito gruppo di estimatori.

Spring Breakers

Harmony Korine- Spring Breakers

In questa nuova pellicola il regista californiano furbescamente raduna un cast che fa scalpore: fra le quattro adolescenti disinibite protagoniste di “Spring Breakers” spiccano i nomi delle giovanissime teen idol Vanessa Hudgens (“Beastly”, “High School Musical”) e sopratutto Selena Gomez della scuderia Disney. Tutt’altro che family friendly i ruoli che interpretano, anzi rappresentano l’incubo di ogni genitore. Così Vanessa e Selena, insieme a altre due amiche del cuore, ansiose di godersi nuove esperienze, decidono di rapinare un fast food con delle armi giocattolo per scappare in Florida per lo Spring Break, le goliardiche vacanze scolastiche primaverili. Vengono arrestate e, poco dopo, scarcerate da uno spacciatore (!) che se le porta a casa e le convince a uccidere il suo nemico (?).

Kids

Kids - Harmony Korine + Larry Clark
Kids – Harmony Korine + Larry Clark

Riassunto così il film pare un po’ una vaccata e le atmosfere sembrano rimandare più ai film del suo ex compagno di avventure Lerry Clark a cui sceneggiò nel 1995, a soli 21 anni, l’allucinante “Kids” (ancora oggi uno dei film più brutali nel descrivere la promiscua e sregolata gioventù statunitense travolta da sesso, droga e aids) e nel 2002 “Ken Park” (film scandalo tutt’ora supercensurato). Visti i numerosi fischi ricevuti a Venezia confidiamo che Korine non abbia perso lo smalto, riciclandosi con un prodotto scabroso fine a se stesso come accade troppo frequentemente al suo amat0/odiato ex socio, troppo attento a filmare morbosamente i suoi personaggi/attori adolescenti. L’immaginario di Harmony Korine, infatti,non è puramente voyeuristico come quello di Larry Clark, ma sa immergersi talmente nella realtà malata americana da diventare surreale, poetico o terrificante.

Gummo

Harmony Korine Film Poster: Gummo - Julien Donkey Boy- Mr. Lonley
Harmony Korine Film Poster: Gummo – Julien Donkey Boy- Mr. Lonley

Icona del suo cinema è l’innocente e perverso ragazzino vestito da coniglio rosa di “Gummo“, il suo film d’esordio, che si aggira mezzo nudo come un randagio mentre i suoi coetanei sniffano colla nel bosco o vendono gatti morti ai ristoranti. Gli adulti bevono, fanno prostituire le figlie ritardate e vivono nell’indifferenza. Non c’è trama nel film, solo degli sketch nonsense di totale degrado in cui gli attori interpretano poco più che loro stessi.”Gummo” è il quotidiano di Xenia, un paese dell’Ohio tanto povero da sembrare volgare.

“Qualche anno fa un tornado si è abbattuto sul villaggio, in tanti sono rimasti uccisi qui. Cani e gatti sono morti, case spaccate a metà, collane e braccialetti sopra gli alberi. I morti avevano le ossa che gli uscivano dalla testa, Oliver ha trovato una gamba sul letto, molti padri di famiglia sono morti durante il grande tornado e ho visto una ragazza volare per aria e le ho guardato sotto la gonna..” così racconta con voce narcotizzata il piccolo Solomon (Jacob Reynolds) all’inizio del film. Gli scarti di “Gummo” diventarono qualche anno dopo “The Diary of Anna Frank p. II” con scene di vomitate collettive sulla Bibbia, e funerali di cani.

Un simile esordio lasciò spiazzata la maggioranza del pubblico e della critica, che lo etichettò frettolosamente un film fine a se stesso, ma stupì e interessò Werner Herzog (che da allora recitò nelle successive pellicole del giovane regista) e Gus van Sant (la sua bella trilogia “Elephant”, “Last Days” e “Paranoid Park” è influenzata, a mio parere, dall’immaginario di Korine).

Julien Donkey Boy

Gummo - Harmony Korine
Gummo – Harmony Korine

In “Julien Donkey Boy” Korine analizza più da vicino il nucleo familiare borderline statunitense, avvicinandosi stilisticamente ai film Dogma (Dogma #6). Julien è schizofrenico, il padre e padrone (Herzog) lo deride e umilia in continuazione, riversando il suo amore per l’altro figlio che allena per essere un vincente nella vita. La sorella è incinta e ha un rapporto torbido con Julien, fingendo di essere loro madre morta che veglia su di lui. Un film spesso insostenibile, con scene crude come l’inizio, in cui Julien uccide un ragazzino con cui ha litigato, o la drammatica fine. Bravissimo Ewen Brenner (lo”Spud” di “Trainspotting”) a interpretare il confuso e stralunato Julien con i suoi ossessivi monologhi insensati e dagli atteggiamenti impulsivi e inconsapevolmente pericolosi.

Mr. Lonely

Harmony Korine con Denis Lavant in “Mr. Lonely

Dopo otto anni di depressione e tossicodipendenze, Korine dirige il suo terzo lungometraggio (grazie anche all’aiuto di della stilista Agnes B.): “Mister Lonely” una commedia surreale completamente diversa dalle precedenti pellicole. La storia è lineare, mancano le sperimentazioni visive di “Julien Donkey Boy” e le forzate provocazioni di “Gummo“. I personaggi di “Mr. Lonely” di lavoro fanno tutti i sosia di personaggi famosi e vivono in una comunità per imitatori. La loro vita è solo una replica degli atteggiamenti della star che hanno studiato. Vivono senza identità proprie, chiamandosi con i nomi dei popolari personaggi che interpretano, in una perenne finzione di vita. La loro ambizione è solo somigliare a Marylin, o Michael Jackson, Charlie Chaplin (interpretato da un hitleriano Denis Lavant), Abramo Lincoln, il Papa, la Regina (Anita Pallenberg), Sammy Davis Jr., cappuccetto rosso, Madonna e James Dean.

Qui sotto la scena delle suore volanti tratta da “Mr. Lonely“; musica Thee Silver Mountain Zion

La storia principale è intervallata, senza motivo apparente, dalle gesta di una comunità di suore missionarie guidate da un padre alcolizzato (un indimenticabile Werner Herzog) , che con la sua fede e il suo aeroplano vuole catechizzare le aree più sperdute della giungla panamense. Bellissime e di rara poesia le scene della sottotrama panamense. Memorabile la caduta della giovane suora dall’aereo. Il vestito azzurro della suora volteggia con grazia nel cielo come un angelo in attesa dello schianto, ma la sua preghiera, così semplice e così profonda, la miracolerà. Le ipnotiche note di “13 Angels Standing Guard ‘Round the Side of Your Bed” dei Silver Mt. Zion (progetto collaterale dei Godspeed You! Black Emperor) sono il commento perfetto a queste scene surreali. Chi cerca emozioni forti non le troverà in questo malinconico e, a modo suo, romantico film, sempre leggero anche nei momenti più drammatici.

Trash Humpers

Harmony Korine - Trash Humpers
Harmony Korine – Trash Humpers

Ma è l’invisibile “Trash Humpers” l’opera più radicale e rappresentativa di Harmony Korine. Degrado e squallore tornano a essere i veri protagonisti della pellicola tanto da avvicinarsi a un film horror. Tre personaggi con maschere da vecchi girano per una periferia così noiosa da risultare inquietante ingroppandosi i sacchi dell’immondizia, compiendo inutili atti vandalici e, saltuariamente, ammazzando qualcuno. Nessuna trama, siparietti idioti e deliranti si alternano a parcheggi deserti dagli onnipresenti lampioni. Ognuno sembra interpretare se stesso (questo forse il vero lato terrificante). Un mockumentary di come si può cadere gioiosamente in basso. “Trash Humpers” è una sorta di “Jackass” fatto da freak borderline dagli istinti omicidi, tutto filmato con tre torce elettriche e una telecamera VHS.

Qui un’intervista in cui il regista ci illumina sull’estetica di questo film (se di un film di può parlare).

Harmony Korine - Macaulay -Sonic Youth
Harmony Korine – Macaulay -Sonic Youth

Chi volesse avvicinarsi con cautela a questo regista può farlo attraverso il video dei Sonic YouthSunday” in cui compare un’ossessione di Korine: l’ex bambino prodigio Macaulay Culkin.

o il lungo surreale clip girato per gli Antwoord

Altrimenti farsi due risate con una vecchia intervista da sballato al David Letterman Show (la versione USA del Maurizio Costanzo Show) in cui annuncia di fare il sequel di “Titanic“.

https://www.youtube.com/watch?v=KRO6jZgQ6i4

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