HORRORSOVIET – LE VITE INVISIBILI DEI REIETTI: gli ipnotici film di ARTOUR ARISTAKISIAN fra le macerie sovietiche.

Artour Aristakisian: Non vediamo le cose per come sono, ma per come vengono chiamate… la mia fantasia è cancellare tutte queste denominazioni.

Non vediamo le cose per come sono, ma per come vengono chiamate… la mia fantasia è cancellare tutte queste denominazioni.” Artour Aristakisian
Ladoni - Artour Aristakisian
Ladoni – Artour Aristakisian

MACERIE UMANE

Artour Aristakisian (1961) è un personaggio veramente anomalo nel panorama del cinema contemporaneo.
Grande conoscitore della settima arte, ma anche suo grande detrattore. Onnivoro di film, ha diretto solo due pellicole: “LadoniPalms” (1994) e “Mesto na zemle – A Place on Earth” (2001).
Due film estremi che mostrano senza compromessi la fatiscente vita degli ultimi. Non c’è una linea marcata fra la finzione cinematografica e la documentazione della realtà. I relitti umani da lui filmati sono veri, agiscono sullo sfondo delle storie imbastite dal regista, ma sono loro il centro dell’attenzione.

I marcescenti quartieri sovietici che nascondo la vita di questi esclusi alla vista delle altre persone potrebbero essere ubicati in qualunque angolo del mondo perché la follia e la disperazione umana sono ovunque simili, tanto quanto i piccoli e luminosi momenti d’amore.

Artour Aristakisian
Ladoni – Artour Aristakisian

Mesto na zemle – A Place on Earth.

In un edificio diroccato del cuore di Mosca esiste una comune hippy raccolta intorno a un pazzo o un santo. La comunità è un rifugio per drogati, disabili, senza casa, mendicanti, disperati di ogni tipo. Si vive nell’utopia della condivisione dei propri corpi e dei pochi beni a disposizione.
Questi derelitti sono tanti, ma ogni loro volto racconta una miserabile storia diversa. Le stanze sono senza porte, ma è, comunque, un ambiente claustrofobico.
La gente scopa, si droga e muore in mezzo ai bambini. Sono talmente schiacciati l’un l’altro che un ospite della comune, sdraiandosi di peso su un letto, uccide inavvertitamente un neonato. La madre lo seppellirà fra i calcinacci dell’edificio marcescente tanto ha poca importanza ormai la sua esistenza.
Il santone si evira a causa di una crisi mistica e piano piano la comunità si sgretola. La polizia farà sgomberare l’edificio pericolante e i barboni torneranno alle loro vite solitarie.
Per più di due ore la macchina da presa si fa strada fra i corpi pigiati dentro le stanze della comune, fissa gli occhi svuotati di ogni speranza di queste creature disperate e indugia sui volti dei mendicanti segnati della sofferenze, sui loro piedi infagottati in qualche modo in stracci che fungono da scarpe e sulle mani screpolate dal gelo. Un’opera dolorosa in cui la speranza è solo motivo di ulteriori sofferenze.

A Place on Earth

Ladoni - Artour Aristakisian
Ladoni – Artour Aristakisian

Ladoni

Dopo un prologo ambientato nell’antica Roma al tempo della persecuzione dei cristiani il film si sposta a Kishinev (capitale della Moldavia) nel 1990 in una baraccopoli abitata da vagabondi che presto sarà rasa al suolo per edificare nuovi edifici. I suoi abitanti verranno portati in manicomi o prigioni.
La voce fuori campo monologa con il figlio non ancora nato. Il padre vuole preservare suo figlio dalla violenza della società indicandogli la strada dell’indigenza e della verginità come unica via per vivere fuori da un sistema capace solo di annichilirlo.

Vivere una vita di indigenza ti proteggerà dal sistema, la verginità dal fornicare con il sistema…
Per vivere con idee nuove bisogna prima perdere il senno.”
Il monologo è attribuito al poeta moldavo Naum Kaplan.

Ladoni -
Ladoni – Artour Aristakisian

La pallicola è divisa in 10 capitoli che introducono le vite dei vari mendicanti.

1 LETTO E VESTITI. Il titolo si riferisce alle storie di due mendicanti: una vecchia che vive sdraiata da 40 anni sul marciapiede; (in quel fazzoletto di cemento aspettava il suo sposo che non arrivò mai) e, a pochi passi dal letto della vecchia, un uomo che accumula nella sua baracca vestiti di persone morte che gli vengono regalati. Pigiami di ospedali sono l’arredo della sua sistemazione.

2 VITA NELLA PALUDE. La palude è una zona della baraccopoli allagata dove vive un gruppo di bambini.

3 YAZUNDOKTA / GIORGIO IL VITTORIOSO / L’UOMO NELLA TINOZZA ROTTA. Sono i nomi di tre vagabondi: Giorgio il vittorioso è un mendicante senza mani che girovaga per la città in ginocchio, L’uomo nella tinozza è un vecchio senza gambe che vive nella sua tinozza e Yazundokta è una donna che trascina una cassa in cui nasconde la testa del suo amante/carnefice.

4 ZAR OSWALDO/ CHANCE / PRIMO GIORNO DI LIBERTA’. Zar Oswaldo è un uomo senza gambe che corre sul suo carretto.

5 LA GUARIGIONE DEL CIECO. Insieme a una famiglia di mendicanti ciechi ci vengono presentati alcuni epilettici vittime di strani esperimenti sulla memoria.

6 SRULIK / FAME / VITA NOTTURNA DI MENDICANTI. In questo capitolo incontriamo Srulik, un vecchio che vive con i piccioni, e una donna che di notte vede il fantasma di suo marito morto di fame.

7 IL FLAUTO MAGICO. Il flauto magico è quello di una ragazza in carrozzella. In questo capitolo la voce narrante chiarisce il suo legame con il figlio.

8 LE FRONTIERE DELLO STATO DI ISRAELE. Un vecchio muto è convinto che il confine dello stato di Israele sia la staccionata che delimita il cortile in cui vive e dentro cui accumula da anni immondizia.

9 LETTO DI FERRO. Il vecchio muto mostra certificati inutili che dimostrerebbero che una vecchia senza gambe è sua moglie.

10 IL PARLAMENTO DEGLI UCCELLI. Con quest’ultimo capitolo si concludono le due ore abbondanti di volti e gesti che appartengono a una comunità che, probabilmente, non è sopravvissuta fino ai nostri giorni.

Ladoni

 

 

 

 

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