TRASH – Once upon a time in NOLLYWOOD – prima parte

Nollywood è un fenomeno in continua ascesa che si conferma la SECONDA industria cinematografica al mondo per numero di produzioni annue (dopo l’India).

once upon a time in Nollywood
Nollywood

DOVE NASCE IL FENOMENO NOLLYWOOD

La Nigeria è un paese con molte contraddizioni, è il più popoloso dell’Africa (200 milioni di abitanti nel 2019) e nonostante la sua instabilità politica, secondo la Banca Mondiale, è una delle 5 economie pronte ad esplodere nei prossimi anni.

In Nigeria ci sono 100 etnie che parlano almeno 400 dialetti. La parte nord est del paese è controllata dalle fazioni terroristiche jihadiste di Boko Haram ma la parte costiera sud ovest vive un periodo di straordinaria prosperità. Non stupisce allora sapere che la sua industria cinematografica gode di un periodo di incredibile prosperità con numeri invidiabili e che dal 1992 (vedremo in seguito) è conosciuta nel resto del mondo con il nome di Nollywood ed ha il suo epicentro a Lagos.

Nollywood è un fenomeno in continua ascesa che, pur avendo avuto dei momenti di stallo, ha sempre saputo reagire con prontezza alle esigenze di mercato diventando la SECONDA industria cinematografica al mondo per numero di produzioni annue (dopo l’India).

UN PO’ DI NUMERI

Nel corso degli ultimi 30 anni Nollywood ha dimostrato un costante aumento di addetti ai lavori e di produzioni che hanno portato il cinema ad essere il secondo settore con più occupati nel paese, dopo l’agricoltura!
La sola industria cinematografica contribuisce al 5% del P.I.L. della Nigeria, arrivando all’11% se escludiamo la vendita di petrolio.
Le produzioni annue si aggirano intorno alle 1000 unità, il  costo medio per produzione si aggira tra i 7.000 e i 12.000 dollari, con tempi che vanno dai 7 ai 10 giorni per ogni film. Con queste tempistiche è chiaro che il risultato non possa brillare per qualità o effetti speciali, ma il fenomeno è talmente radicato da divenire genere a sé, lo stile Nollywood.

-200: produzioni settimanali.
-700.000: i dischi home video venduti al giorno nel solo mercato di Alaba (Lagos).
3 Miliardi di $: il giro d’affari dell’industria cinematografica nigeriana.
500.000: il numero di sale cinematografiche in Nigeria.
-1.6 Miliardi di $: valore dei contenuti trasmessi ogni anno.
5.000.000 di $: valore settimanale del settore noleggi.

LO STILE NOLLYWOOD

troupe al lavoro
Nollywood – troupe al lavoro

Sebbene per quasi un ventennio i film di Nollywood siano stati principalmente commedie, da tempo, ormai, si è aperto anche altri generi come l’horror e il noir…

Il budget limitato e l’estrema velocità di “girare” danno alle pellicole nigeriane un carattere “amatoriale”.  Solitamente si parla di trame semplici, con degli intrecci non complessi che risultano essere molto rassicuranti e un cast che difficilmente supera le 20 persone (comprese le comparse). I caratteri classici sono il giovane umile, educato e talentuoso che vuole fare carriera, la figlia del datore di lavoro, vicino ricco o amore d’infanzia e il cattivo di turno. Tutto chiaro fin dai primi minuti un po’ come le commedie americane anni ’50 dove, già dai titoli si capisce come finirà il film.

Il punto di forza della produzione Nollywoodiana si concentra sul fatto che la totalità delle produzioni sono destinate al mercato Home video (prima VHS poi DVD), anche i film proiettati nei cinema hanno questa particolarità. I costi sono ridotti al minimo: i set cinematografici sono sostituiti da normali location private o improvvisate (non da veri e propri studios) e i cineasti sono (per la quasi totalità)  autodidatti con strumentazioni obsolete.

Gli esordi dei film nigriani, in fondo, non sono altro che le riprese con camera fissa degli spettacoli teatrali itineranti del popolo Yoruba, molto in voga da secoli nel paese.

Nemico giurato di questo fenomeno culturale-economico è la pirateria, fino a pochi anni fa saldamente in mano alla mafia locale. La tecnologia ha da sempre strizzato l’occhio al malaffare, fin dei tempi del VHS per arrivare all’odierno streaming su piattaforme gratuite (youTube in primis), con grave danno anche per la malavita nigeriana.

Famoso è il caso del film “Evil Encounter” di Jimi Odumosu ( film horror del 1989, uscito direttamente per la televisione). Il giorno dopo la sua prima messa in onda, le strade del mercato di Alaba sono state invase da copie pirata che hanno regalato molta notorietà al film ma ben pochi guadagni, al contrario del malaffare che, forse proprio da questo film ha capito il giro d’affari che si nasconde dietro alla pirateria. Oppure il caso di Pete Edochie che, pur essendo famosissimo, non ha mai goduto economicamente  della sua notorietà perché gran parte delle copie dei suoi film  in circolazione sono ora di dominio pubblico in streaming lasciando a bocca asciutta  anche la malavita.

BREVE STORIA DEL CINEMA NIGERIANO

La cultura nigeriana è sempre stata ricettiva  dal punto di vista cinematografico, dimostrando già in epoca coloniale grande affezione per questo metodo di intrattenimento/propaganda, anche se fino all’Ottobre 1960 (indipendenza dal Regno Unito), i film trasmessi nelle numerose sale sparse per il paese erano d’importazione e non vi era nessun attore locale. Tuttavia vi erano delle esibizioni dei teatri itineranti del popolo Yoruba prima di ogni proiezione, che creava una sorta di fusione tra folklore locale e i prodotti coloniali. Non è un caso quindi se sono proprio delle compagnie Yoruba a prestare i propri attori al primo cinema nigeriano, sfruttando la popolarità goduta dagli spettacoli teatrali. Compagnie come Albegijo e Alarinjo e attori come Duro Lapido e Lele Paimo si prestarono a collaborazioni con produzioni estere girate in Nigeria.

ANNI ’70

Nel 1972, l’allora capo di stato Yakubu Gowon emanò il decreto di “indigenizzazione” trasferendo la proprietà delle sale cinematografiche da mani straniere a investitori nigeriani. La continua domanda di film e la scarsità di mezzi a disposizione di produttori locali attirò capitali dall’estero, specialmente Libano e India che portarono alla realizzazione di molte sale cinematografiche e teatri (tra cui spicca il National Arts Theatre, con 5000 posti a sedere). Il boom petrolifero del 1973 diede agio e benessere a molti, l’aumento del potere d’acquisto che ne è derivato ha permesso ad una vasta gamma di cittadini di avere più reddito da spendere in cinema e (successivamente) in TV, cosa che porterà alla prima crisi del settore nel decennio successivo.

ANNI ’80

Negli anni ’80 la diffusione della televisione diede un brutto colpo all’industria cinematografica di Lagos, ma fu solo una concausa di quella che passerà alla storia come la “fine della Golden Age“.

La mancanza di fondi statali e l’incertezza politica dovuta ai regimi militari, fecero desistere gli investitori stranieri, le sale cinematografiche vennero gradualmente chiuse, i produttori si convertirono a format televisivi, ingolositi dagli sponsor e dalla facilità d’esecuzione. Molte sale cinematografiche vennero acquistate da confessioni religiose e convertite in chiese, altre invece, vennero lasciate cadere a pezzi. Leggi del periodo limitarono contenuti stranieri nelle trasmissioni TV, isolando di fatto la Nigeria e condannandola ad un’autarchia grossolana.

ANNI ’90

Il grande successo del film “Living in Bondage del 1992 è considerato per alcuni il momento in cui il cinema nigeriano ha preso coscienza di sè. Fu questo il decennio decisivo che portò l’affermazione di Nollywood.

ANNI 2000

Nollywood approda su Netflix con  Lionheart (2016 – la storia di una donna che entra nel mondo maschilista dei trasporti dopo la malattia del padre) e la serie di animazione Mama K’s Team 4 (protagoniste quattro ragazze che devono salvare il mondo).

Leggi anche One upon a time in NOLLYWOOD – Parte 2

 

 

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