RENÈ LALOUX – ROLAND TOPOR: i fanta surrealisti

il pianeta selvaggio roland topor renè lalouxIl pianeta selvaggio” è una delle opere fondamentali di cinema d’animazione rivolto a un pubblico colto e adulto. Diretto da Renè Laloux insieme all’illustratore surrealista Roland Topor (1938 – 1997).
Il film descrive la difficile esistenza degli uomini (scappati dalla Terra ormai devastata) sul pianeta Ygam popolato dai giganteschi e crudeli Draag, androidi che vivono di meditazione, i cui animali domestici sono i piccoli umani tenuti in schiavitù.
I Draag vengono iniziati alla meditazione con un rito di passaggio fra l’adolescenza e l’età adulta, tramite una sorta di cuffia elettronica che comunica con le loro coscienze situate sulla loro luna.
Un piccolo umano, scappato alla schiavitú, si rifugia in un albero cavo assieme ad altri fuggitivi. Con sé riesce a portare una di queste cuffie trasmittenti che gli permetteranno di acquisire una conoscenza superiore e ad affrontare gli spietati Draag.
Alla fine degli anni 60, la fantascienza era ancora una fonte di sogni aperta su altri mondi e ci permetteva di raccontare una specie di fiaba contemporanea. Mentre oggi la conquista dello spazio non fa più tanto sognare

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I disegni sono spesso schizzati e volutamente tratteggiati a matita. Le tavole di Topor vengono animate da Josef Kabrt e dal suo esperto team di disegnatori cecoslovacchi. Il risultato sembra più uno splendido quadro surrealista in lento movimento.
Per lo spettatore tutto quello che non si muove come nei cartoni animati di Walt Disney è sgradevole. Ora, io credo che sia falso considerare realistico il movimento in Disney…Per quel che ci riguarda avevamo deciso di raccontare la nostra storia in maniera espressionista, non restando a tutti i costi attaccati alla realtà.”

roland-topor-securite-1986Topor (fondatore del movimento surrealista Panico insieme a Jodorowsky e Arrabal) e Laloux avevano già collaborato in altri cortometraggi di animazione: il comico-surreale “Les Escargot” e satirico-cinico “Les Temps Morts”.
Nel primo un contadino ottiene un raccolto gigante di verdure innaffiando il terreno con le sue lacrime, ma il campo viene infestato da lumache di dimensioni spropositate che distruggeranno la città.

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Il secondo, una denuncia contro il binomio potere-guerra, unisce animazione, illustrazioni e girato.
roland toporNel 1989 Roland Topor, insieme aHenri Xhonneaux, crea anche “Marquis”, film ispirato alla vita e alle opere del marchese De Sade. In questa bizzarra pellicola tutti gli attori indossano fantasiose maschere animalesche (galli, mucche, cani, pesci, maiali, leoni, pappagalli etc), disegnate da Topor stesso e animate in maniera sbalorditiva e fin nei minimi dettagli con una tecnica chiamata animatronics, che permette di regalare ai personaggi un’espressività antropomorfa. Il film è ambientato all’interno della Bastiglia, nel periodo che precede la Rivoluzione Francese e l’atmosfera di scontro sociale e perversione sessuale, che si poteva probabilmente respirare in quegli anni, viene resa in maniera ironicamente plausibile. Il marchese dall’aspetto canino, nell’isolamento della propria cella, disserta per gran parte del film,in maniera irresistibile, con il suo pene, chiamato Colin, unico personaggio ad avere un volto umano.

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i maestri del tempo rene laloux - moebiusNel frattempo Laloux, grazie al successo del film Heavy Metal, inizia a collaborare con i creatori della rivista Metal Hurlant.
Nasce così 1982 “I maestri del Tempo” in collaborazione Moebius. Una favola spaziale in cui si narrano le peripezie del piccolo Piel, un orfanello sopravvissuto ad un incidente su un pianeta lontano. La forza del film è, stranamente, nella sceneggiatura che intriga e affascina, complici le bizzarre creature che popolano l’universo di Laloux/Moebius. I disegni, al contrario, spesso sono piatti e bidimensionali, mentre l’animazione poco fluida. Nonostante questo la pellicola resta una delle opere di riferimento della FS animata.

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Con  “Gandahr” (del 1986) le cose vanno decisamente peggio, disegni e animazione rimangono approssimativi e ormai datati come la storia: confusa e senza ritmo. L’ambizione di emulare la visionarietà del “Pianeta Selvaggio” rendono la visione del film ancora più irritante.
Molto meglio i cortometraggi in collaborazione con Caza (altro maesto del fumetto francese)
La prisonnière” e “How Wang-fo Was Saved”.
L’animazione, a volte, è quasi inesistente, ma le tavole di Caza sono riprodotte fedelmente e gli scenari apocalittici new age rimangono altamente suggestivi.
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