STRADE dell’EST: il regista polacco Andrzej Żuławski part-2

Nato da una famiglia di artisti, Żuławski inizia la carriera come assistente del più grande regista polacco della vecchia scuola: Andrzej Wajda.

zulawski_on the silver globe
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Nato da una famiglia di artisti (poeti, scrittori, pittori, musicisti), dopo aver girato l’Europa accanto a suo padre (allora diplomatico), Żuławski inizia la carriera cinematografica come assistente del più grande regista polacco della vecchia scuola: Andrzej Wajda.

La terza Parte della Notte (1971)
Poster polacco realizzato da Andrzej Krauze & Marcin Mroszczak
Poster polacco realizzato da Andrzej Krauze & Marcin Mroszczak

Nel 1971 esordisce con il suo primo film “La terza Parte della Notte” un cupo film ambientato durante l’occupazione tedesca in Polonia.

Le tematiche care al regista appaiono sin dal suo primo lavoro: il tema del doppio, l’orrore della violenza, la devastazione della guerra, gli ambienti decadenti e l’amore come follia.

Diabel (1972)
Poster polacco realizzato da Wieslaw Walkuski
Poster polacco realizzato da Wieslaw Walkuski

Segue (nel 1972) il bellissimo,  “Diabel”, recentemente riproposto in DVD, censurato dal Ministero della Cultura Polacco.

Ambientato nel 1793 durante l’invasione dell’esercito prussiano in Polonia è una chiara metafora dell’oppressione comunista. In seguito alla seconda spartizione della Polonia, l’esercito Prussiano invade il paese.
Il nobile Jakub viene liberato dalla prigionia da  uno strano individuo vestito di nero. Jakub vuole tornare a combattere per la libertà del suo paese, ma l’uomo che l’ha salvato gli consiglia di tornare a casa. Qui troverà i suoi legami distrutti e corrotti: la fidanzata sta per sposare un suo amico, il padre si è suicidato, sua sorella ha un legame incestuoso con il fratello più giovane e sua madre è diventata una prostituta.
Jakub inizia a uccidere chiunque incontri con un rasoio che appare in circostanze misteriose, sobillato dal losco consigliere vestito di nero (il Diavolo? un doppio di Jakub? metafora della dittatura comunista in grado di manipolare le azioni umane?).

I primi 10 minuti rappresentano da soli un cinema superbo: il mefistofelico straniero vestito di nero entra a cavallo in un convento diroccato adibito a ospedale mentre viene saccheggiato dai soldati prussiani. Inquietante il ritorno a casa di Jakub in cui trova il cadavere in decomposizione del padre steso sul letto e accudito da un nano.

Sul Globo d’Argento (1977 -1989)
Zulawski - On the Silver Globe
Poster polacco realizzato da Andrzej Pagowski

Sul Globo d’Argento” ha una gestazione lunga e complicata. Le riprese furono bloccate del Ministero della Cultura Polacco che ne impose la distruzione della pellicola e dei maestosi costumi di scena.

A distanza di dieci anni il girato sopravvissuto verrá montato nell’edizione attualmente in circolazione.

Il film si basa su una libro di fantascienza scritto dal prozio Jerzy Żuławski introno al 1910 e le premesse sono affascinanti. Quattro astronauti composti da tre uomini e una donna abbandonano la terra per dare vita ad una nuova civiltà all’insegna dell’assoluta libertà, ma un guasto alla loro astronave li obbliga a naufragare su un pianeta desolato simile al nostro.
Qui i sopravvissuti creano una nuova comunità e danno origine ad una civiltà primitiva costituita dai loro discendenti. L’astronauta più longevo viene riconosciuto dalla tribù come loro Profeta.  Prima di morire l’ultimo astronauta, invia un videomessaggio indirizzato alla Terra. Una seconda generazione di astronauti, una volta ricevuto e decodificato il messaggio, approda al pianeta sconosciuto per scoprire cosa resta della nuova civiltà.
Uno di loro viene scambiato dalla ormai numerosa popolazione umana come reincarnazione del Profeta, facendosi coinvolgere nelle guerre tribali scoppiate in seno alla comunità. Ormai immedesimatosi in questo ambiguo ruolo dovrà combattere nemici umani e strani esseri telepatici che hanno schiavizzato buona parte degli umani, incrociandosi con loro per crescere una nuova razza ibrida. La guerra contro gli esseri telepatici sarà sanguinosa e il nuovo Profeta verrà smascherato presto e crocefisso sulla spiaggia dai suoi stessi seguaci.
Purtroppo quanto raccontato è quasi incomprensibile durante la visione del film, a causa di piani temporali sfasati e di più di 3 ore di pellicola perdute per sempre, rimpiazzate con una voce fuori campo che narra l’azione mentre scorrono banali scene girate nella metropolitana di Varsavia.

L’Importante è Amare (1975)
Zulawski L'importante è amare
Zulawski L’importante è amare

Il clima oscurantista che bloccò questo ambizioso progetto, portò Żuławski a trasferirsi in Francia dove girerà qualche anno più tardiil melodramma “L’Importante è Amare” con Romy Schneider, Fabio Testi e Klaus Kinski. Un film spiazzante che dietro una banale trama (lui si innamora di lei, lei non sa decidere fra l’amante e il marito) nasconde una ricchezza di contenuti, di sottotrame e di personaggi tragici e squallidi, rara nel cinema.

Eccezionale Klaus Kinski felicissimo di sfogare tutto il suo narcisismo e la sua follia recitativa per la gioia di un regista a caccia di attori eccessivi.
Ottimi anche Fabio Testi  (un “paparazzo” che immortala le debolezze e i vizi altrui al soldo di loschi e laidi personaggi) e Romy “Principessa Sissi” Schneider (un’attrice e una donna sul viale del tramonto, incapace di amare – forse un’anticipazione del suo tragico futuro).

Possesion (1981)
Zulawski - Possesion
Zulawski – Possesion

È il 1981 quando “Possesion” segna definitivamente la fama negativa di Żuławski. Regista dannato e incomprensibile, insostenibile per attori e spettatori (leggenda narra che Isabelle Adjani fu a un passo da impazzire durante le riprese e guardando la sua recitazione ci crediamo!) Ovviamente è uno dei capolavori del regista e uno dei migliori film maledetti mai realizzati. Censurato e tagliato quasi fossimo stati in Polonia, circolano le versioni da 80 e da 90 minuti da evitare come la peste, e quella migliore (ma non uncut) da 127.  Se cercate in questo spazio delle illuminazioni su questo film così oscuro, avete sbagliato di grosso. Limitatevi a immergervi nel delirio. Entrate nel decadente appartamento in cui Anna incontra il suo satanico amante. Subite i reciproci ricatti isterici di una coppia in crisi. Smascherate il mistico rivale in amore di Mark. Aiutate il povero Bob a barcamenarsi fra i doppioni di sua madre e suo padre. E, ultima cosa, evitate la terza guerra mondiale.

La Femme Publique (1984)
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Nel 1984 tocca alla bellissima Valérie Kaprisky spogliarsi, non solo fisicamente, nella nuova controversa opera del regista franco/polacco: “La Femme Publique”. Un’ingenua e sbandata giovane tenta la via del cinema. Viene scritturata per la riduzione cinematografica de “I Demoni” di Dostoevskij. Manipolata, usata e violentata da tutti gli uomini che incontra non sa più distinguere fra vita reale e finzione.

Un po’ come “L’Importante è Amare” 10 anni dopo. Scene bellissime e struggenti a partire dai titoli di testa (la camminata della Kaprisky per una squallida stradaripresa poi in “La Sciamana”), alle famose scene di ballo in cui l’attrice si concede nuda all’occhio lascivo del fotografo in uno squallido scantinato.

Amore Balordo (1985)
Zulawski – Amour braque

Un anno dopo scivola in un film pretenzioso come “Amore Balordo” ispirato sempre a Dostoyevsky (“L’Idiota”). Il fatto che sia un film poco riuscito non significa che non sia un’opera significativa. In questo noir  Żuławski lavora sul linguaggio. L’unico a parlare un corretto francese è “l’idiota”, mentre i logorroici criminali usano un meta-linguaggio sputacchiante, non sense, sudato, spesso in rima.

L’idiota è straniero al linguaggio comune di questa gente che non lo capisce e continua a definirlo idiota. Così lui non capisce queste persone che per amore finiranno per uccidersi l’un l’altro. Il linguaggio, forse, è il fulcro del film, tema che sarebbe stato caro a Burroughs.
Tutto questo è stato polverizzato dai doppiaggi (italiani e non) che hanno ignorato completamente questo ambizioso sforzo.

Le Mie Notti sono Migliori dei Vostri Giorni (1989)
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Anche nella commedia nera “Le Mie Notti sono Migliori dei Vostri Giorni” il linguaggio è importante tanto che i due innamorati parlano una loro lingua diversa da tutti gli altri personaggi.

Blanche (un’attrice-veggente che si esibisce nei più ricchi alberghi d’Europa) parla solo in rima mentre svela la vera anima degli spettatori fra uno scherzo e un gioco di prestigio.
Lucas (il suo amante) a causa di un cancro al cervello inizia a dimenticare le parole o il loro significato e si esprime solo per logorroiche associazioni di idee. La parola è, forse, un inganno e mentre il senso del linguaggio si sfalda emerge la purezza dell’azione: l’amore per Blanche.

La Nota Blu (1991)

L’unico elemento degno di essere citato per “La Nota Blu” del 1991 è la terza interpretazione consecutiva di Sophie Marceau nei film del marito.

La Sciamana (1996)
Zulawski - la Sciamana
Zulawski – la Sciamana

La Sciamana”, del 1996, con “Possesion” è il film più folle e bizzarro del nostro regista. Dopo aver spogliato tutte le più belle attrici francesi, Żuławski torna in Polonia, incontra per strada la meravigliosa e psicopatica Iwona Petri e le confeziona attorno un capolavoro.

Michal, un docente di antropologia, sta studiando il corpo mummificato di un uomo, risalente a più di tremila anni prima, rinvenuto in un cantiere di Varsavia. Da un’analisi dei tatuaggi presenti sul cadavere scopre essere appartenuto a uno sciamano.
Il professore, invasato dagli studi, instaura una relazione extraconiugale distruttiva con una studentessa universitaria incontrata lo stesso giorno del ritrovamento della mummia.
I due amanti sprofondano in una violenta passione le cui posizioni durante gli amplessi assumono posizioni alchemiche, indifferenti a un mondo in disfacimento che ruota attorno a loro. La moglie di Michal si suicida a causa dell’indifferenza del marito, l’amante rifiutato della ragazza sceglierà di schiantarsi in moto contro un camion, uno degli studenti di Michal, per arrotondare, inizia un commercio clandestino di uranio dalle conseguenze disastrose e inaspettate.
Lo sciamano sembra reincarnarsi nella figura della ragazza, ma durante un’allucinazione del professore la mummia gli confessa essere stata uccisa da una donna. Lo sciamano, forse, è Michal stesso che decide di farsi prete alla fine del film e per questo farà una brutta fine. Tutto immerso in una metropoli grigia, fredda e tetra su cui risuonano ipnotici i ritmi industrial della colonna sonora di Andrzey Korzynski.

Zulawski – Femme Publique
Zulawski – Femme Publique
Zulawski - La Sciamana
Zulawski – La Sciamana

Tante le scene memorabili come quelle girate nell’altoforno, o le scene di sesso a forma di croce, o il disgustoso finale con un banchetto a base di cervello durante l’apocalisse.
Iwona Petri recita come una vera squilibrata e altra leggenda vuole che Żuławski abbia praticato riti voodoo contro la sua volontà per farla entrare meglio nella parte. Unica cosa certa è che la poveretta ha poi abbandonato il cinema, peccato.

L’ultimo film del regista risale al 2000 “La Fidélité” altro film inutile tantto quanto “La Nota Blu

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Żuławski è sempre stato coerente nel suo modo di intendere il cinema, fin troppo. È proprio a causa di questa coerenza che ottimi film si ingarbugliano in storie sconclusionate recitate in modi improbabili. Ma il suo universo resta sempre estremamente colto e virtuoso, mai scontato e tuttora unico. Nonostante questo viene ricordato solo come il regista che ha fatto recitare nude le più belle attrici francesi.

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