HORROR SOVIET – TAXIDERMIA – un grotteschorror ungherese

TAXIDERMIA è un film folle, divertente e disgustoso, per questo ci è piaciuto un sacco.

HORROR SOVIET: Taxidermia
Taxidermia

IL FILM

Tre generazioni di perdenti si alternano in questa pellicola ungherese di pochi anni fa firmata dal regista György Pálfi.
La prima, vissuta durante la guerra fra misere catapecchie di frontiera, è solo il prologo alla nascita di Kálmán che dimostrerà, fin da bambino, di avere la stoffa del grande sportivo. Peccato che lo sport in questione sia una gara di abbuffata in cui gli sfidanti, tutti obesi, devono finire nel minor tempo possibile intere passatoie di cibo.
Fra una portata e l’altra c’è una breve pausa in cui i partecipanti possono vomitare tutto quello che hanno divorato, lubrificare l’esofago per poi scagliarsi sul nuovo pasto.
Kálmán e il fratellastro, sotto l’attenta guida del loro coach, sono delle star del blocco comunista. Per i campionati europei sognano di fuggire in Finlandia, nonostante questo sport sia ancora poco conosciuto all’Ovest, ma un attacco cardiaco stronca i suoi sogni di gloria.
Nel frattempo sposa l’ex campionessa di abbuffatte femminili da cui avrà un figlio. Il fratellastro, invidioso, riuscirà a scappare in Finlandia rubandogli la moglie e lasciandogli il figlio settimino, grande vergogna della famiglia.

HORROR SOVIET:
Taxidermia

Ormai cresciuto,  Lajoska, il disprezzato figlio, si dedica all’arte della tassidermia: impagliare animali morti…e non solo.
Il ragazzo, anoressico e patologicamente timido, deve prendersi cura del padre (divenuto talmente grasso da non potersi più muovere dalla poltrona) e dei suoi gatti (giganteschi e ferocissimi persiani tenuti in una gabbia speciale).
Il finale splatter a sorpresa resta in bilico fra “Buio Omega” e “Psycho”. Epilogo surreale.

IMPRESSIONI

HORROR SOVIET:
Taxidermia

Un film per pochi che ricorda la mancanza di compromessi di tanti film degli anni 70. Un esperimento coraggioso con una regia virtuosa che diventerà presto un CULT.
Il film è stato proiettato a Cannes nella sezione Un Certain Regard nel 2006.

Musiche di Amon Tobin rinomato DJ elettronico brasiliano.

Dello stesso regista “Hukkle” del 2002 e “I’m not your friend” 2009, di cui non so nulla. Sono gradite informazioni.

Full cast on IMDB

 

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