THE PAINTED BIRD (Nabarvené ptáče) del 2020 di Václav Marhoul

169 minuti … estremi e diabolici. Questa è la durata corposa e dilatata di questo nuovo probabile cult del cinema più estremo: “THE PAINTED BIRD”

"THE PAINTED BIRD"- Václav Marhoul
“THE PAINTED BIRD” – Václav Marhoul
Una recensione tratta dal sito Horror Estremo

169 minuti … estremi e diabolici. Questa è la durata corposa e dilatata di questo nuovo probabile cult del cinema più estremo: “THE PAINTED BIRD
Tratto dal celebre romanzo di Jerzy Kosiński, pubblicato nel 1965 e oggetto di critiche contrastanti sin dalla sua uscita, questo nuovo film, figlio di una lunga gestazione, mette sul piatto una quantità esagerata di violenza, gore, abusi, sevizie e torture aberranti (durante la seconda guerra mondiale in un luogo imprecisato sul fronte orientale tra Polonia e Germania), che hanno quasi sempre come protagonista o faro centrale della vicenda un ragazzino senza nome (lo scopriremo solo alla fine).

IL FILM

Abbandonato dai suoi genitori, nascosti dalla razzia nazista, il ragazzino sarà affidato ad una donna anziana, rude ma che si prende cura di lui senza infamia e sena lode.
Quando lei morirà di crepacuore all’improvviso e la sua casa brucerà in pochi minuti dopo un incidente domestico, il ragazzino è costretto a contare per sopravvivere solo sulle proprie forze.

Inizia cosi una lunga serie di disavventure che, associate alla guerra che imperversa brutale e senza sosta tra Russia comunista e Germania nazista, lo porterà da un luogo all’altro finendo spesso in mani poco rassicuranti.
Tra puttane zingare, cosacchi bastardi, vecchie streghe, pedofili, personaggi che fanno della violenza la loro unica ragione di vita, orfanotrofi, esercito nazista ed esercito russo, la sua sopravvivenza è sempre appesa ad un filo.

In particolare, per colpa di miseria e di superstizioni che imperversano sempre di più, finirà per essere accusato di essere il diavolo e un portatore di sventure.
In questo mare di desolazione e morte, troverà anche alcuni angeli che lo salveranno e aiuteranno nel suo percorso poco chiaro verso una sempre più improbabile salvezza …

IMPRESSIONI

"THE PAINTED BIRD" - Václav Marhoul
“THE PAINTED BIRD” – Václav Marhoul

Girato in un bianco e nero mortificante, pessimista, ricco di sfumature e che ricorda pellicole apocalittiche come “HARD TO BE A GOD” e “MARKETA LAZAROVA” ma anche più recenti come “NOVEMBER” e “DER HAUPTMANN“, questo film presenta buona parte degli orrori della seconda guerra mondiale nelle zone di confine, nei villaggi nascosti e non sempre al centro delle battaglie cruciali.
Una guerra brutale che porterà gli uomini a raschiare il peggio della loro (dis)umanità, provando zero empatia (lo stesso vale stranamente anche per lo spettatore) per un ragazzino abbandonato dal destino e finendo più volte per accanirsi contro di lui con una rabbia selvaggia, figlia dell’impotenza nei confronti dei potenti dell’epoca, esercito russo e tedesco (incredibilmente i due eserciti saranno quelli più clementi con lui).

Le sfumature, come accennato in precedenza, in un periodo così nero per l’umanità sono infinite e spaziano dal sesso selvaggio alla violenza domestica, dagli omicidi gratuiti alle razzie infami, senza dimenticare come sia stato questo periodo estremo visionato attraverso gli occhi di un ragazzino abbandonato al suo destino.
L’evoluzione dello stesso (bullizzato sin dai primi minuti) non sarà mai unidirezionale verso il bene dettato dal puro istinto di sopravvivenza o per la fede, alla quale però si aggrappa ogni tanto per opportunismo.

Se la storyline principale lo porterà come per il protagonista di “COME AND SEE” a vedere gli orrori della guerra, lo stesso finirà per vivere un percorso educativo accelerato e purtroppo per lui fatto di torture, abusi e sofferenze aberranti, senza escludere quelle visionate contro la sua volontà.
Da una puttana zingara alla quale hanno ficcato una bottiglia rotta nella vagina ad un uomo al quale hanno strappato entrambi i bulbi oculari, da un impiccagione di massa ad un infanticidio allucinante.

Questi e altri orrori (decapitazione di un caprone compreso) saranno compensati dalle figure accennate in precedenza: un soldato nazista, un prete, un soldato russo ed in parte da un allevatore di uccelli.
Sarà proprio quest’ultimo lo spartiacque per illuminare il ragazzino con un esempio di malvagità collettiva che darà il titolo anche al romanzo da cui è tratto questo omonimo film.
Un uccello viene dipinto di bianco e poi liberato dal ragazzino quando uno stormo passa sopra la sua testa. Una volta raggiunto lo stormo, non essendo riconosciuto come simile, viene respinto e infine ucciso perché diverso dagli altri.

Un tema, quello della diversità, che sarà sempre centrale e diverrà simbolo di quasi tutti gli orrori mostrati.
Questi saranno sempre estremizzati e quasi mai censurati, trasformando una pellicola di base drammatica in un vero e proprio horror estremo, con tanto di gore, splatter, sesso animalesco, zoofilia, necrofilia e torture varie.

Se il ragazzo che interpreta il protagonista è sconosciuto, nel film troveremo dei veri mostri sacri del cinema, come Stellan Skarsgård (un soldato delle SS), Barry Pepper (l’ufficiale dell’armata Rossa), Julian Sands (un sadico pedofilo), Udo Kier (uno psicopatico e violento padre e padrone) e Harvey Keitel (un prete).

THE PAINTED BIRD” in definitiva è un’opera impegnativa per la durata, per la grande quantità di personaggi presentati e per le situazioni spesso inverosimili nelle quali cade quasi gratuitamente e con troppa semplicità il ragazzino (alcune sembrano citare addirittura “EL TOPO” di Alejandro Jodorowsky).
Nonostante tutto questo ed il finale troppo nebuloso e privo di emozioni, siamo al cospetto di un’opera super estrema e titanica sotto diversi punti di vista, con una regia mai banale e dei frangenti che non lasceranno indifferente nemmeno il più avvezzo e scafato agli horror estremi più brutali di sempre. Imperdibile!

"THE PAINTED BIRD" - Václav Marhoul
“THE PAINTED BIRD” – Václav Marhoul

 

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