TSFF – THE TROUBLE WITH BEING BORN – La sottomissione della bambina robot

The Trouble With Being Born (Sandra Wollner) è un film di fantascienza coraggioso per le tematiche affrontate, ma le affascinati premesse e le originali promesse sono disattese.

IL FILM

La prima parte del film mostra un apparentemente innocuo quadretto familiare: una bambina che passa le giornate nella piscina della raffinata villa del padre immersa nel verde. I dialoghi fra loro, però, spesso si fanno ambigui e la sera gli atteggiamenti mostrano ben altri tipi di legami fra loro due.

Ma la bambina è un androide di proprietà dell’uomo. L’uomo si cura del suo funzionamento, della sua pulizia e che risponda correttamente alle sue “richieste”.

La bambina robot un giorno si perde nel bosco e si ritrova nella squallida periferia austriaca, dove viene salvata da una vecchia signora.

Ma la bambina è un androide, quindi ora deve colmare la nostalgia della vecchia per il nipotino morto. Le cambia sesso e le riprogramma per rispondere correttamente alle nuove “richieste”.

IMPRESSIONI

THE TROUBLE WITH BEING BORN
THE TROUBLE WITH BEING BORN – Trieste Science Fiction Festival

The Trouble With Being Born è un film morboso ed elegante. Tutte le scene di pedofilia non sono mostrate, ma solo suggerite, tanto da far dubitare esistano veramente dei legami scabrosi fra l’uomo e quella che inizialmente si pensa sia la figlia. Nonostante questo certe frasi che dice la giovane protagonista mettono a disagio.
La scena della pulizia del robot sono disturbanti perché chiarificatrici.
Sandra Wollner è, però, brava a turbare senza ridurre gli spettatori a voyeur.

Altrettanto fastidiose le esigenze della vecchia che pretendono una trasformazione fisica e comportamentale da parte dell’androide.

The Trouble With Being Born parla di pedofilia, di identità, di desideri malati, di sottomissione, di libero arbitrio, di memoria e di manipolazione, tanto da dividere il pubblico alla passata edizione della Berlinale e al Trieste Science+Fiction Festival.

Ma le intenzioni e le intuizioni non sono sempre sufficienti per costruire un buon film.

Lena Watson: la giovanissima protagonista del film

La seppur brava Sandra Wollner sceglie uno stile fra il gelido e lo squallido che può ricordare quello di Ulrich Seidl con lunghe scene in cui non succede nulla e convenzionali inquadrature su non luoghi desolati. Una scelta che diluisce la potente tensione scabrosa di tutto il film in una prevedibile noia.

I 100 minuti di film scorrono con sconfortante flemma.
La voice over non aiuta, anzi disturba il racconto.
L’abbandono della casa paterna alla periferia della città come altri momenti della seconda parte sono piuttosto confusi.

Peccati di presunzione di chi punta sull’autorialità, ma scade nella convenzionalità.
The Trouble With Being Born, però, è anche la dimostrazione di come la fantascienza sappia ancora raccontare storie importanti e adulte.

Full cast on IMDB

Lena Watson: la giovanissima protagonista del film

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: