VIENNALE 2019: YOKOGAO di Koji Fukada

“Yokogao” è un film che parla della solitudine di una persona che, nonostante le avversità della vita, non demorde e continua a vivere. Parla della difficoltà di perdonare e di essere perdonati. In “Yokogao” entra prepotentemente in gioco l’importanza del non detto e del fraintendimento. Proprio la mancata espressione dei sentimenti e delle paure dei personaggi coinvolti porteranno a un’escalation drammatica.

"Yokogao" di Kôji Fukada. Il fim drammatico presentato alla Viennale 2020
“Yokogao” di Kôji Fukada. Il fim drammatico presentato alla Viennale 2020
VIENNALE 2019: YOKOGAO (A Girl Missing) di Koji Fukada (Giappone/Francia, 2019, 111´)
LA STORIA

Ichiko lavora come infermiera presso una famiglia, che la stima e l’apprezza al punto di ritenerla un membro in più della stessa. Quando la figlia minore sparisce, i media scoprono che il rapitore è il nipote di Ichiko!

Tutti i film di Kôji Fukada pongono l’attenzione sull’apparente stabilità della società giapponese. Quest’ultimo film non è da meno. Come suggerito dal titolo – “Yokogao”, profilo laterale –, vi sono molte storie nascoste e oscure che si celano dietro la figura della protagonista. La trama appare inizialmente semplice e ben delineata, ma porta con sé un aspetto indefinibile della vita di Ichiko (Mariko Tsutsui), che osserviamo districarsi tra due personalità diametralmente opposte. Da una parte la donna perfetta e gentile, piena di premura per la famiglia dove lavora come ragazza alla pari e con un matrimonio in arrivo. Dall’altra una femme fatale, pronta a farsi strada nella società usando qualunque mezzo. Sembra vergognarsi del suo stato sociale.

Ma chi è davvero Ichiko? Una dualità nella persona e nella narrazione dai risvolti misteriosi, il cui senso verrà svelato anche grazie alla crudeltà mediatica che caratterizza il nostro mondo. Due personalità costrette in una realtà fatta di false apparenze e inconsistenti gentilezze, dove solo chi non ha scrupoli sopravvive.

I NOSTRI COMMENTI

L’estetica del film presentato alla Viennale 2019 esalta la grande sensibilità di Koji Fukada. Le immagini di quotidianità si mescolano a immagini caratterizzate da una delicatezza inconsueta: sogni e visioni di Ichiko che finge di essere un cane e sale sulle ginocchia, cammina a quattro zampe, abbaia per spaventare i vicini, corre sul prato. Oppure lei di fronte a un lago in montagna in cui si immerge piano piano: il posto dell’anima, la sua ferita, la solitudine.

È un film che parla della solitudine di una persona che, nonostante le avversità della vita, non demorde e continua a vivere. Parla della difficoltà di perdonare e di essere perdonati. In “Yokogao” entra prepotentemente in gioco l’importanza del non detto e del fraintendimento. Proprio la mancata espressione dei sentimenti e delle paure dei personaggi coinvolti porteranno a un’escalation drammatica.

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