DIONE – Lai Delle Nubi

DIONE – Lai Delle Nubi     2020 Shunu Records

Con grande piacere B Sides Magazine incontra (nuovamente) i Lai Delle Nubi. Avevamo avuto modo di conoscere questa formazione post-rock romana nel 2019, con il loro disco d’esordio: TUERI. Ma, devo ammettere, riuscire finalmente ad “incontrarli” dal vivo è stato piacevole.

Il ritorno dei Lai Delle Nubi con DIONE segna anche il loro passaggio alla SHUNU RECORDS , un mini-disco che ci ha messo finalmente in contatto per  fare due parole…

Lai Delle Nubi

copertina di DIONE
DIONE il mini disco dai Lai Delle Nubi

Ricordiamo brevemente la formazione: Andrea “BODZ” Bozio (basso); Andrea “Reds” Rossi (chitarra); Max Napoli (chitarra) e Stefano Mosena (batteria).

Dopo qualche scambio veloce di messaggi, riusciamo a trovare un momento per videochiamarci e, con grande piacere, riesce a partecipare tutta la band. Parliamo del più e del meno, e sono sorpreso nello scoprire che c’è molta spontaneità dietro a questo progetto, contrariamente a quanto (erroneamente) pensavo. Max usa il termine “alchimia” per spiegare quello che accade all’interno del gruppo. Chiedo se Dione sia un punto di passaggio nel processo di maturazione del sound dei Lai Delle Nubi, se questo sound avesse delle radici lontane insomma, se il carattere del gruppo fosse ancora in work in Progress, ma vengo stoppato perché Max ribadisce che, a parte una piccola parentesi “un po’ più noise” agli inizi, il caratteristico sound del gruppo è già formato, la mia mente (plasmata in altri ambienti musicali) fatica a comprendere il concetto di spontaneità dietro a un “suono” apparentemente così complesso ma il risultato è oltremodo efficace.

L’esoridio

I ragazzi, sorridendo, mi raccontano dell’inaspettato successo del loro esordio e di come internet abbia contribuito a regalare loro un discreto mercato in ogni parte del mondo,… letteralmente. Il fatto che si tratti di musica strumentale ha, di fatto, ampliato la platea di ascoltatori che, liberi dal vincolo linguistico, apprezzano a pieno il “viaggio”proposto dalla band romana.  Parliamo dell’inesistente “scena romana” o meglio, di come l’ermetica scena romana si fagocitata dalle dimensioni della stessa Roma, rendendo difficile se non impossibile aprirsi ad un potenziale bacino di spettatori che una capitale può offrire, ma il problema non è solo geografico, è più una questione di mentalità. Si guarda all’estero con speranza.

il Disco

Dione è un “mini-disco” di due tracce che unite hanno al durata di un concerto Punk. Uscirà oggi ,11 dicembre 2020 e, come gli stessi Lai Delle Nubi precisano, non è il numero delle tracce, ma la durata totale che conta…quindi Dione è un disco a tutti gli effetti!

Ancora una volta voglio scappare dalle soliti suggerimenti della press page  ma mi trovo comunque a fluttuare nel vuoto cosmico coccolato dal caldo tepore dell’avventura. Fatico a credere che dieto questo disco ci sia spontaneità, ma è un mio limite e mentre fluttuo mi rendo conto che sono altrove, ancora una volta sono altrove, trasportato da una musica evocativa e crescente che mi guida passo passo, come se stessi leggendo un libro. Sono ancora stupito (ancora!) di come sia mutata FAREWELL TO DIONE e mi immagino il passaggio ravvicinato del 2015 effettuato dalla sonda Cassini (immagine di copertina) intorno ai due satelliti di Saturno: l’oscuro DIONE e il candido ENCELADO.

Per poi partire e schiantarsi su SATURNO.

I satelliti di Saturno Dione e Encelado

Queste due tracce sono una vera e propria colonna sonora anzi, sono una DESCRIZIONE sonora di quello che è successo nel cosmo. GRAN FINALE ha una forza evocativa eccezionale , un inesorabile crescendo, nitido che non solo rende inutili l’uso delle parole, ma che addirittura rilega a superflue anche le immagini…il potere della mente!

Il finale stesso di GRAN FINALE (inutile gioco di parole) è una sorpresa: mi sarei spettato un’esplosione sonora mentre invece, un’altra volta sono sorpreso di questo lento scemare e resto così, sospeso a mezz’aria in attesa di qualcosa che non arriva mentre Cassini si perde nell’atmosfera di Saturno.

Conclusione

Una scelta bizzarra quella di voler raccontare “gli ultimi giorni di Cassini” ma un’esecuzione così calzante e precisa da sfociare nel soundtracking.

Una descrizione sonora dettagliata. Un mini disco che è una conferma, un viaggio al quale non avrei mai pensato di poter partecipare, una sorprendente esperienza.

Lai Delle Nubi propongono la loro versione di “Post Rock”, decisamente poco commerciale ma di altissimo valore.

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