Blues Funeral – MARK LANEGAN il becchino del BLUES

Mark Lanegan _ Blues funeral
Mark Lanegan _ Blues funeral

Come iniziare meglio il 2012 se non con una nuova uscita di Mark Lanegan?
Sono passati più di 7 anni dal suo ultimo album solista “Bubblegum”. In questo periodo non è stato certo con le mani in mano: eccezionali le collaborazioni con i Queens of the Stone Age e belle, ma diventate un po’ monotone, quelle con Isobel Campbell. Tutte le canzoni in cui presta la sua voce acquistano una marcia in più, come nella recente collaborazione con U.N.K.L.E. – “Another Night Out“. Ma un suo nuovo personale lavoro era atteso da tempo.

Blues Funeral” ci accoglie con una vecchia tappezzeria floreale in copertina e con l’incalzante ritmo della canzone del becchino (“The Gravedigger’s Song”) a cui segue la ballata “Bleeding Muddy Water”. Cieli cupi e romanticismo decadente che concettualmente richiamano le Murder Ballades di Nick Cave, ma man mano l’ascolto avanza, si insinua un nuovo retrogusto, inusuale per il cantautore statunitense. Dalla spaghetti western “St. Louis Elegie” iniziano a introdursi synth  e pesanti drum-machine che esplodono nella ballabile “Ode to Sad Disco”. Lanegan svecchia, con questa semplice e bella canzone, lo stereotipo del cantautore preso male che vive di melodie passate. “Quiver Syndrome”, con tanto di coretti e effetti speciali, arriva come un paio di allegri schiaffoni. Il finto pop anni 80 di “Harborview Hospital” spiazza. “Leviathan”, con il suo accumularsi di cori e tastiere, sembra uscita da un musical degli anni `60. “Deep Black Vanishing Train” è un blues in cui la voce tuona lenta su un tappeto di flauti e loop in sottofondo. “Tiny Grain of Truth” è un accumularsi di ogni genere di effetti.

Mark Lanegan _ Blues funeral
Mark Lanegan _ Blues funeral

Impossibile annoiarsi in questo album. Lanegan riesce a dare compattezza anche a un album così musicalmente disordinato grazie alla sua inconfondibile voce che prevale su ogni strumento. Poco importa se la canzone più bella, forse, è ancora la più classica. “Blues Funeral” stupisce sapendo spaziare dal blues acido che ha caratterizzato il cantautore, a sonorità elettroniche.
Emblematico a questo punto il titolo.
Un funerale che celebra una rinascita a colori, anche se dal recente concerto non si direbbe.
Lanegan sale sul palco e canta per un’ora e mezza di fila come se si trattasse di un suo affare privato in cui il pubblico non è contemplato. Bellissimo e bravissimo, ma distante, perso nel suo oscuro mondo color whiskey. Lui curvo e quasi immobile sul microfono mentre la sua voce dà spettacolo: furiosa, intima, roca e cavernosa o inaspettatamente melodiosa (in “One Way Street”).  Pochi bis poi un addio con l’alcolica “Methamphetamine Blues”.

A fine concerto il cantautore concede gli autografi, ma non i sorrisi.

with piranha teeth
I been dreaming of you
and the taste of your love so sweet
honest its true

through my heart flows sleep
and the dark heavy rain
where the gravedigger’s song is sung
you’ve been torturing me

tout est noir, mon amour
tout est blanc
je t’aime, mon amour
comme j’aime la nuit

love, is the medicine good?
is the crow flying eight miles high?
over wire and wood

shovel down six feet
with a head heavy pain
the magnolia blooms so sweet
and it fades just the same

to the stars my love
to the sea
to the wheels my love
till they roll all over me

oh love, i been thnking of you
with razor white teeth so sharp
honest its true

in my blood flows sleep
and the dark heavy rain
the magnolia blooms so sweet
only torturing me

to the stars my love
to the sea
to the wheels my love
till they roll all over me

  1. The Gravedigger’s Song
  2. Bleeding Muddy Water
  3. Gray Goes Black
  4. St. Louis Elegy
  5. Riot In My House
  6. Ode To Sad Disco
  7. Phantasmagoria Blues
  8. Quiver Syndrome
  9. Harborview Hospital
  10. Leviathan
  11. Deep Black Vanishing Train
  12. Tiny Grain Of Truth

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