MOTORPSYCHO – Heavy Metal Fruit
Recensione dell’album dei MOTORPSYCHO – Heavy Metal Fruit a due anni dal caotico rock progressvie “Little Lucid Moments”
Tornano dopo 2 anni dai grandiosi insuccessi di “Little lucid moments” i norvegesi Motorpsycho con questo “Heavy metal fruit” che dichiara gli intenti già nel titolo.
“Questa è la cosa più pesante che abbiamo fatto in 15 anni”, ha dichiarato Bent Sæther cantante e autore della maggior parte dei brani. In realtà l’album non contiene grandi novitá stilistiche rispetto ai precedenti. Durante i 60 minuti di ascolto i Motorpsycho si lasciano trascinare come al solito dalla loro indole progressive/psichedelica attraversando sonorità metal, momenti free-jazz e ballate melense.
Il poderoso “Starhammer” è un ottimo inizio, veloce e aggressivo, anche se rallenta, si dilunga e perde l’energia che regala nei primi minuti. Ripresa e crescendo arrivano troppo tardi. Segue“X3” dai ritmi funkeggianti e cori rock anni `60 in simbiosi con l’ottima “The Bomb-Proof Roll and Beyond” edificata su una fondamenta di potenti bassi e riff ipnotici di chitarra. Fuori luogo la noiosa “Close your eyes”. Ci si risveglia con 3 minuti di fastidiose improvvisazioni alla King Crimson prima di entrare nel vivo della bella “W.B.A.T.” Chiude l’epica “Gulliver’s Travail”: 20 minuti di canzone che alterna momenti magici a eccessi inutili.
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L’album è compatto e piú lucido del precedente, un po’troppo autoreferenziale, e i fan dei Motorpsycho ne rimarrano sicuramente entusiasti. Ma sembra che la nostra amata band di norvegesi sappia rivolgersi, ormai, solo al proprio pubblico e la lunghezza media dei loro brani talora annoia.
Sono lontani i tempi di “Demon Box” e “Timothy’s Monster” che sapevano alternare ballate folk, brani hard rock, digressioni psichedeliche, sperimentazioni e brevi pezzi demoniaci, spiazzandoci continuamente.
Prolifici e strabordanti questa band riesce, comunque, ad imporre sempre la sua originale formula anche dopo 20 anni di carriera e 14 album pubblicati.
Discografia:
Album ufficiale d’esordio dalle influenze grunge.
1992 – 8 Soothing Songs for Rut
Album più maturo del precedente è l’anticamera dei prossimi due successi.
Stupendo album della vecchia formazione. Alterna capolavori, sperimentazioni poco ascoltabili e ballate icona dei Motorpsycho
Ottima continuazione di Demon Box.
Un po’sottotono rispetto ai due precedenti album.
1997 – Angels and Daemons at Play
Nonstante l’ottima qualità inizia a sentirsi la stanchezza.
Altro mastodontico (doppio) album il cui titolo è una promessa.
Album spiazzante. Canzonette pop con echi progressive.
Continua il periodo Pop del gruppo. Canzonette dai facili ritornelli.
Ultimo album del poco apprezzato periodo easy dei Motrpsycho
2006 – Black Hole/Blank Canvas
Cambio di formazione. Ritorno al suono più vicino al passato anche se meno ispirato.
Folle e controcorrente ritorno al progressive totale. Per questo un insuccesso, per questo un cult.
In occasione della loro carriera un breve gioiellino (40minuti) reperibile solo in vinile.
2010 – Heavy Metal Fruit
Il ritorno a un equilibrio musicale ispirato.
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