SOLAR MANTRA – Solar Mantra

SOLAR MANTRA – Solar Mantra

copertina di SOLAR MANTRA
il disco

Il gruppo

Ok, non riesco a capire perché riesce così difficile parlare dei SOLAR MANTRA, non perché non siano una band che meriti anzi, ci sono molte peculiarità degne di nota, ma è l’insieme che riesce difficile, trovare il bandolo della matassa dalla quale partire. Si presentano (a me) come una band stoner e giuro che fino a metà disco ne sono convinto anch’io: chitarre pesanti e voce possente sono un ottimo biglietto da visita per una band stoner. Poi, continuando con l’ascolto, arriva il turno di “SEVEN HAZE” che sconvolge l’idea che mi sono fatto fino ad ora, dove la voce possente di Tommaso Santillo si fa a tratti più acuta, il ritmo cala, compaiono delle pause che attenuano la tensione, intravedo quel poco di psichedelia, determinante in questo è la chitarra di Carlo Loffredo, che culmina con quel giro di basso (Fabio Terragnoli) dove la voce danza in una spirale caleidoscopica degna del migliore disco blues. Credetemi, questo è un gran complimento. Così, sfondiamo il muro dei 6 minuti (6:11)  senza rendercene conto, aiutati anche da un testo introspettivo e facilmente modellabile ad ognuno di noi. Continuando a parlare del testo, resto colpito dalla forza di “KILLER CHRIST”, dalla potenza della musica, dalla rabbia della voce, dalla batteria di Simone Bianchini che pesta duro ma è il testo di questa canzone che mi lascia senza parole:

“The priest is sweating and his lust is stronger than his bloody faith
Where is your god to stop him now”…

il loro sound

Non ci sono mezze misure, audace e matura la scelta di affrontare tematiche critico-religiose che spaventano anche gli artisti più navigati, d’altronde, con un titolo simile mi sarei stupito del contrario.

Il disco inizia con “RISE” dove le tonalità gravi e avvolgenti accompagnano la voce in un compito non facile di urlare con rabbia quello che a tutti gli effetti è un testo triste, nostalgico: come se il protagonista dovesse rialzarsi, risorgere da un’esperienza fallimentare… Rise, appunto. Interessante è la parte finale che ricorda molto (come modalità d’esecuzione e struttura) la seconda parte di “Seven Haze” dalle atmosfere più desert grazie alla chitarra di Carlo

 

Anche “THAT DESRT STUFF” si parla di rivalsa, di riscatto morale:

“And tonight
We must fight
Just to have our future back
No more lies…”

Testo che mette a dura prova le abilità vocali di Tommaso, portandolo a sforzi notevoli per incastrare alcuni versi nella metrica. Questo è anche il pezzo dove la batteria di Simone e il basso di Fabio s’intrecciano e dialogano in modo più fluido, dando corposità e sostanza all’intera struttura, sembra che sia la chitarra a seguire il basso, ma è una danza a tre che fa dimenticare all’orecchio la complessità del brano.

Il resto dell’album

Solar Mantra ci regalano quattro tracce con carattere, con testi brevi, audaci e di spessore senza diventare pesanti. Bravi a non eccedere in difficili e fuorvianti virtuosismi artistici. La loro musica è piena e forte, figli di una scena romana che si rivela sempre più interessante.

Solar Mantra

Buoni sono anche  mixaggio e registrazione capaci di dare equilibrio in ogni brano.

 

All songs written by Solar Mantra.
credits
released November 9, 2018
Tom Stone – Vocals
Simone Bianchini – Drums
Fabio Teragnoli – Bass Guitar
Carlo Loffredo – Electric Guitar
Recorded in July 2018. Mixed by Feel Prev.
Album artwork made by Onìkarus Art.

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