Swamp King – LITTLE ALBERT

Swamp King – Little Albert     -Treviso

copertina del disco
Little Albert – Swamp King

Little Albert

Al secolo, Alberto Piccolo, Già Chitarrista dei progetti “Messa” e “Glincolti”. Arriva, aiutato da Mattia Zambon (batteria) e Christian Guidolin (basso), a proporci il progetto Little Albert. Una figura di cultura musicale che ha sfruttato i suoi studi    (diplomato al conservatorio in chitarra jazz) per indicarci una nuova via, una strada di confine con molteplici sfumature e contaminazioni.

“Ho cercato di suonare il blues in chiave più oscura, più vicina al metal forse e al doom. 
Principalmente perchè trovo rispecchi il mio carattere e anche perchè trovo che l’ambiente del blues classico sia ormai stagnante e assolutamente poco seguito.” 
Questa è stata la sua risposta alla domanda Come sei arrivato a queste sonorità?
… e Credo non ci sia bisogno di aggiungere altro, il Background musicale dell’artista strappare in ogni pezzo, riuscendo a confondere… fortunatamente mi aggrappo alla definizione Hard Blues per non perdermi del tutto.

Il Disco

Tocca ad un artista italiano spiegare con i fatti cosa sia l’ “Hard Blues”. La definizione che lo stesso Little Albert suggerisce è molto calzante per descrivere quello che sostanzialmente è un disco che, sebbene sia sfacciatamente Blues, lascia trasparire in molte sue parti delle caratteristiche tipiche di generi più massicci. Queste sfumature si percepiscono in ogni brano, a livelli diversi anche se, paradossalmente, trovano più spazio in “Blues Asteroid”, esulando dalle premesse del titolo… o in  “Mary Claire”  che raggiunge una profondità abissale, per poi riemergere a sonorità e ritmi tipici del genere. Un disco CONVINCENTE che lascia ben poco spazio ai rimandi o similitudini. Carattere da vendere, elude la gabbia del tempo danzando tra blues e rock più pesante, suggerendo il background culturale dello stesso artista

Suoni sporchi

Sono proprio i suoni sporchi , gli effetti sulla voce e quel velo dark-doom a dare a Swamp King  un carattere preciso che spazia tra la vecchia scuola blues e il martellare più pesante del rock stoner: Prendiamo ad esempio le prime due tracce, “Swamp King” e “Bridge of sign”, così diverse e così complementari… Credo, a maggior ragione, che sia inutile etichettare o  cercare di imbrigliare in qualche definizione un disco che si fa ascoltare tutto, rimbalzando come una pallina del flipper tra stoner, Doom e blues. Little Albert   ci regala un lavoro d’altri tempi, quelli belli, quelli dove era ancora lecito regalarsi mezz’ora di buona musica. Ascoltare Swamp King  è piacevole e poco importa se sovente l’atmosfera si increspa, la batteria si fa pesante o se le distorsioni prendono il sopravvento, perché è tutto così armonico, questo disco è una compagnia che fatico a lasciare, non voglio lasciare.

Rapito

Sono rapito da questo disco che ti avvolge come la coperta della nonna, attuale e classico. Little Albert ci mostra come si possa fare buona musica blues senza sembrare datati, spogliandosi dai soliti cliché, ci insegna una nuova dimensione di “Crossover” proiettando questa definizione in un futuro che sembra non essere più così nero… “Outside woman blues”  è notevole.

 

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