THE YES MESS – Land of the Laughing

Laughing/Explode

Il gruppo

Parlare degli “THE YES MESS” è complicato, ma non ne sono stupito. E’ complicato perché è molto difficile riuscire a trovare informazioni a riguardo, provo a chiedere direttamente a loro, sembra una buona idea, ma non lo è. Sono schivi, evasivi e non prendono mai sul serio il loro interlocutore, comunque cerco di entrare in contatto con loro.

Mi rispondono con un copia\incolla di quello che c’è in rete sui siti ufficiali e non è molto, giocano con il mistero, ma cascano male. L’idea di lasciare tutto e passare ad un altro gruppo mi accarezza sempre più e comincia a sedurmi, ma non cedo. No, non cedo perché intravedo un non so che di geniale, di coraggioso e allora continuo la ricerca mentre ascolto il loro ultimo lavoro “Land of the Laughing / Explode” e già dal titolo, qualcosa non torna: sono 2.

uno dei loro famosi “home live”

Sono confuso, lo ascolto  e scopro che in realtà è spacciato per un doppio EP (le mie certezze di sempre vacillano).

Dentro il disco

Ad un primo ascolto vengo ingannato dal carattere danzereccio-funky del primo pezzo “Land of the laughing” che con i suoi cori e ritmo incalzante fa presagire tutt’altro, rispetto alla realtà dell’EP (doppio). La voce, graffiante, del leader del gruppo, il carismatico cantautore Danthedan (spero con tutto il cuore che sia un gioco di parole) è troppo blues e alla fine si scoprono le carte, man mano che passano le tracce il sound muta e tra folk pop si rivela per quello che è: blues acustico, ed in questa nuova chiave di lettura assume una valenza artistica rispettabile.

Le prospettive

Sono un gruppo pieno di sorprese: attivi dal 2010 spesso si avvalgono di due voci, maschile e femminile che dialogano, cantano all’unisono e a volte scendono in conflitto sono solo la punta dell’iceberg, anche se tutto gira intorno al leader in modo evidentemente marcato. Ci sono tre bassisti negli “THE YES MESS”, ma come loro stessi affermano sulle loro pagine ufficiali “uno alle percussioni, uno alla chitarra acustica e solo uno effettivamente al basso”, si percepisce chiaramente dal sound della band che è privilegiato il lato beat, un martello e forse è per questo che sono una folk-blues band, ormai ne sono certo.

Sono in tanti, più di sei, ma il numero effettivo muta costantemente, in base al progetto, ma a dispetto di questa eccentricità il suono risulta piuttosto pulito, mai confuso e sapientemente elementare. Non riesco a togliermi dalla testa che “Danthedan” sia una specie di dandy, un personaggio costruito, uno di quelli alternativamente omologati.

… e Dan?

A Dan piace giocare con il pubblico prendendolo in giro, insomma sembrerebbe un gruppo di artisti improvvisati, quelli che… poi, d’improvviso parte “Explode”, title track di quello che dovrebbe essere il secondo Ep, ed il blues diventa chiaro, la voce rotta e baritonale del cantante assume ancora più carattere abbandonando lo stile “festa al pub” per assumere dei connotati decisi. I cori, che sono notoriamente difficili da dosare, qui hanno senso ed il duetto con la voce femminile diventa danza. Il carattere diverso dei due EP è forte, le prime quattro tracce sono registrate nei RAK studios di Londra, loro città natale, prodotti da Mike Horner. dalla traccia 5 alla 8, invece, sono autoprodotti in “cucina” (credo che non sia un modo di dire e guardando i video postati me ne convinco).

Nel complesso il lavoro presenta un sound leggero, gradevole e dall’ascolto non impegnato, tipico dello stile “THE YES MESS”, uno stile con solide basi folk-blues, ma con evoluzioni senza dubbio fuori dal comune.

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Articolo di PAOLO PALETTI

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