WHITEHOUSE = urla + frastuoni
Urla, rumore bianco, testi shock. Era il 1980 quando irruppero i Whitehouse nel panorama musicale con la grazia di una malattia venerea.
Urla, rumore bianco, totale assenza di melodia, testi shock. Era il 1980 quando irruppero i Whitehouse nel panorama musicale con la grazia di una malattia venerea.
La loro ricerca musicale estrema e intransigente li ha tenuti lontani dalla notorietà e anche dalla recente riscoperta della musica anni 80. Difficile, effettivamente, resistere a più di due brani di seguito. Eppure sono riferimenti fondamentali dell’industrial noise o, come la chiamarono loro, della power electronics.
Gli amanti delle etichette e dei sottogeneri si possono sbizzarrire, ma il filone da loro percorso era quello iniziato dai Throbbing Gristle. Bennett (cantante e unico membro costante del gruppo) collaborò, prima di lanciarsi nel progetto Whitehouse, anche con Daniel Miller (fondatore della Mute records) e JG Thirlwell (Foetus) da cui attinse le attitudini punk, ma la sua fonte d’ispirazione principale fu Yoko Ono (!).
Dedicated To Peter Kürten
Le perle nere di questo primo periodo sono “Dedicated To Peter Kürten” (1981) famoso serial killer tedesco chiamato il vampiro di Düsseldorf e “Psychopathia Sexualis” (1982) i cui primi 6 brani sono i nomi di famosi serial killer: “Peter Kürten”,”Edward Paisnel“, “Boston Strangler“, “Peter Sutcliffe“, “Fritz Haarman“e la più bella coppia del mondo “Ian Brady and Myra Hindley”
I brani sono a volte preceduti da stralci di radiogiornali che annunicano l’arresto di uno di questi assassini.
Peter Sotos
Dopo una lunga pausa il progetto musicale viene rispolverato. La musica diventa meno low-fi rispetto agli esordi, i sintetizzatori analogici vengono abbandonati per un uso maggiore del computer e al gruppo si unisce lo scrittore Peter Sotos. I testi diventano ancora più estremi grazie a lui. Sesso sadico, misoginia, nazismo, omicidio seriale, disturbi alimentari, abuso di minori, e altre forme di violenza e di abiezione diventano il cardine dei recitati (o meglio degli urlati) di William Bennett. Forse è proprio questo il decennio più interessante dei Whitehouse.
2000
Dopo l’abbandono di Sotos nel 2002 i subiscono una terza fase in cui inseriscono campionature di ritmi e percussioni africane, ma la stanchezza inizia a sentirsi, la formula trasgressiva ed eccessiva ormai è metabolizzata e clonata. L’inutilità degli ultimi album è imbarazzante.
Criticatissimo, censurato e perseguitato Bennett è sempre rimasto fedele all’utilizzo della musica per vomitare in faccia malanni, ossessioni e malesseri umani.
Gabirel Angel Martin
I fumetti di Gabirel Angel Martin spesso sono pieni di riferimenti a questa musica.
In Brian the Brain un gruppo di musicisti paraplegici suona i loro brani, mentre i brevi episodi di Psychopathia Sexualis si concludono con citazioni delle loro canzoni.