AKAB – un ricordo di Umberto Baccolo

“Gabriele Di Benedetto in arte AkaB, che è stato per me uno dei più interessanti artisti della sua generazione, fumettista, pittore, regista, editore,…

AkaB ritratto da Ernest Yesterday - co-autore, con AkaB, del fumetto "Arca vuota".
AkaB ritratto da Ernest Yesterday – co-autore, con AkaB, del fumetto “Arca vuota”.

Gabriele Di Benedetto in arte AkaB, che è stato per me uno dei più interessanti artisti della sua generazione, fumettista, pittore, regista, editore, figura tanto unica quindi inimitabile quanto influente, odiava i salamelecchi e la retorica. Cercava, nella scrittura, la verità. In un paio di occasioni, lodando miei scritti, disse che era perché erano privi di retorica, erano al contempo veri, teneri e crudeli. In altre occasioni, quando gli consegnavo mie prefazioni, le bocciava o tagliava proprio perché troppo incensanti e appunto retoriche nei suoi confronti. Questo capitava non per leccaculismo insopportabile, ma perché lo adoravo come ho adorato poche persone. Anche quando riusciva, con le sue frasi taglienti, a farmi male come pochi altri.
Di AkaB si è detto tanto e ha poco senso fare ulteriori riassunti del suo percorso personalissimo e potente. Io voglio ricordare il mio amico per una cosa fatta notare di meno: il suo sapere essere, nel suo egocentrismo, un amico vero che sapeva valorizzare chi lo meritava. Per me Gabriele ha fatto tanto. Mi ha spinto e supportato (a volte sopportato) da tutti i punti di vista, artistico, lavorativo, umano, sempre, partecipando ai tanti progetti più o meno folli nei quali spesso lo coinvolgevo, con grande generosità, o tirandomi lui dentro ai suoi. Cosa che ha fatto per tantissimi giovani artisti. Ha saputo soprattutto essere duro. Farmi il culo quando me lo meritavo. Farmi piangere, dirmi di ripigliarmi che avevo rotto i coglioni, per poi farmi i complimenti più grandi quando mi rimettevo in sesto e mettere una pietra sopra i miei errori. Era una persona capace di essere arrabbiata con te, e tu gli mandavi una sceneggiatura, lui la leggeva controvoglia con l’idea di mandarti a quel paese, e poi ti scriveva: “ero in una pessima disposizione nei tuoi confronti, come immagini e ti meriti, ma il tuo lavoro è potentissimo e farò di tutto per fartelo pubblicare al meglio”. E anche se tu eri nessuno, senza valore sul mercato, lui entrava in azione veramente per lo scopo annunciato, spendendo il suo nome per te, e sopportando i tuoi ritardi, le tue stranezze, i tuoi periodi matti, che lui sapeva comprendere, perché diceva sempre che il mondo del fumetto italiano era un po’ un ospedale, psichiatrico. E lui era un internato come noi, ma uno dei più saggi e autorevoli, e sapeva con gli altri essere protettore, fratello maggiore, genitore, promoter, sapeva cioè valorizzare e premiare, ma anche farti i culi peggiori, ma sempre sempre quando era giusto, e nel tuo interesse, facendoti crescere. Gli artisti come lui non sono tantissimi, e sono preziosi, le figure così generose e lungimiranti nell’ambiente nemmeno, ma gli amici veri come lui sono pochissimi, e quando se ne vanno lasciano un vuoto enorme, ma la consapevolezza che averlo avuto nella tua vita ti ha reso, anche nelle difficoltà del relazionarsi con lui, una persona migliore.
ps. Gabri sì lo so sono caduto nella retorica non fulminarmi per favore!”

Umberto Baccolo

AkaB e Umberto Baccolo
AkaB e Umberto Baccolo

 

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