STRADE dell’EST: il regista polacco Roman Polanski

Polanski, Borowczyk, Skolimowski, Żuławski.
Polanski, Borowczyk, Skolimowski, Żuławski.

Se durante la Guerra Fredda la competizione fra i due grandi blocchi internazionali contribuì a un’evoluzione della società tecnologica, nel campo del cinema il Patto di Varsavia formò l’immaginario e la poetica di numerosi talenti nell’Est Europa. L’oppressione, la censura, il clima di controllo, influenzarono caratteri ribelli e trasversali poco inclini all’omologazione. Vite in bilico fra l’esilio e il conformismo forzoso.

CUL De Sac (1967) - Roman Polanski
CUL De Sac (1967) – Roman Polanski

Fra gli anni 60 e 70, Parigi offrì “rifugio” a quattro grandi registi polacchi dal passato comune le cui ossessioni segnarono il percorso artistico: Roman Polanski (1933), Andrzej Żuławski (1940), Walerian Borowczyk (1923–2006), Jerzy  Skolimowski (1938).
Se il primo è famoso (anche per gli scandali della sua vita personale), la cinematografia degli altri tre scivola, ingiustamente, sempre più in un limbo di invisibilità. Żuławski viene ricordato solo per la sua follia, Borowczyk è conosciuto come poco più di un erotomane,  Skolimowski snobbato, come dimostra la mancata distribuzione del bellissimo “Essential Killing” del 2010 con Vincent Gallo.

Di Polanski si sa molto, fin troppo forse.
Una ventina di film di cui noi amiamo particolarmente il primo periodo piuttosto che le stucchevoli raffinatezze intellettuali di “Carnage” (2011).
L’incubo psicoanalitico di “Repulsion” (1965), il grottesco e claustrofobico “Cul de Sac” (1966),  il diabolico “Rosmary’s Baby” (1969) e l’inquietante horror “L’inquilino del Terzo Piano” catapultano il regista nell’universo dei più visionari maestri dell’angoscia.
Ma è la sua vita, forse, la migliore e più drammatica sceneggiatura.
Separato dai genitori (entrambi deportati nei campi di concentramento) e cresciuto con il ricordo delle persecuzioni naziste nel Ghetto di Varsavia. All’apice del successo professionale la sua vita viene travolta dalla follia della Famiglia Manson che nel 1969 trucida la moglie Sharon Tate (all’ottavo mese di gravidanza).

Sharon Tate
Sharon Tate

Nel 1977 abbandona gli Stati Uniti per evitare il processo per violenza ai danni di una minorenne, dopo aver scontato 40 giorni di prigione, in accordo con quanto patteggiato fra gli avvocati.
Si costruisce una nuova vita in Francia grazie anche all’amore delle bellissime Nastassja Kinski (prima) e Emmanuelle Seigner (dopo).
Fra alti e bassi la carriera cinematografica continua fino a un nuovo scandalo legato al suo passato. Nel settembre del 2009, mentre si recava allo Zurigo Film Festival per ricevere il premio alla carriera, viene arrestato su richiesta delle autorità statunitensi. L’arresto fu poi commutato con gli arresti domiciliari durati quasi un anno, e una cauzione di 4,5 milioni di franchi svizzeri. Un’operazione avida e mediatica, più che una  necessità di fare giustizia. Fra botta e risposta legali, il settantottenne Polanski fa i conti nuovamente con le ombre del suo torbido passato, reagendo come meglio sa fare: facendo film, “L’Uomo nell’Ombra” (2010) e “Carnage” (2011).

"Rosmary's Baby" poster polacco realizzato da Andrzej Pagowski - "What" - "Il Coltello nell'Acqua" poster polacco realizzato da Jan Lenica
“Rosmary’s Baby” poster polacco realizzato da Andrzej Pagowski – “What” – “Il Coltello nell’Acqua” poster polacco realizzato da Jan Lenica

6 thoughts on “STRADE dell’EST: il regista polacco Roman Polanski

  1. Ciao,innanzitutto voglio farvi i complimenti per questo articolo davvero molto interessante.
    Vi voglio segnalare però un errore che avete commesso nella filmografia di Andrzej Zulawski. Il regista è fuggito in Francia subito dopo “Diabel” a causa dei problemi legati alla censura che poi hanno fatto finire il film nell’oblio.A Parigi realizza “l’importante è amare” del 1975 che ottiene un grande successo in tutta Europa e nel mondo.
    Il successo di questo film spinge il governo polacco dell’epoca a chiedere a Zulawski di tornare in patria con la promessa di lasciargli realizzare un film in autonomia senza intereferenze esterne,Zulawski torna in Polonia e inizia i lavori di “Sul Globo D’argento”,siamo nel 1977.
    Tutto il resto poi è corretto.

    1. Vero! La cronologia non è esatta, grazie della correzione. Effettivamente “On the Silver Globe” è un film che ho faticato a reperire, comprendere e collocare nella filmografia di questo grande regista.
      Ciao.

          1. Si si li ho fatti io. E’ stata un pò dura,soprattutto per “Sul Globo D’Argento” ma ero troppo stufo di aspettare che qualcuno pubblicasse un dvd con i primi lavori di Zulawski.

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