Incontro con i LANCASTERS
THE LANCASTERS
Fuzzy Cracklins Records 2020
Non ricordo molto bene come sono venuto a conoscenza dei The Lancasters, non ricordo nemmeno com’è avvenuto il nostro primo contatto, avvenuto pochi giorni prima del freeze da virus. Una volta fuori dalla bolla da Covid e ripreso il lavoro, ho subito riallacciato i rapporti e, una volta ricevuto il materiale, sono stato assalito letteralmente dalla curiosità.
Riusciamo a trovare un momento per incontrarci, un caldissimo pomeriggio di Giugno. Chiedo le indicazioni per raggiungere la loro saletta, luogo designato per l’incontro e mi propongono nel parcheggio di uno sperduto cimitero di campagna… Che si tratti di un gruppo satanista e che mi vogliano sacrificare a qualche fantomatica divinità minore? Sono perplesso ma accetto, lo faccio perché la curiosità prevale sul timore, almeno fino a quando non sono arrivato al cancello del luogo indicato (proprio in prossimità di quel cimitero). Valico il passaggio e vengo adocchiato da un vecchio con lo sguardo vitreo, degno protagonista di un film di Carpenter, che carica la paglia sul rimorchio di un trattore con un forcone . Brividi sulla schiena ma continuo per la strada sconnessa fino ad un capannone dove parcheggio e vedo Federico, un Lancaster, conversiamo mentre aspettiamo il resto della band.
Da questo incontro è montata la videointervista.
La Band
Rompiamo subito il ghiaccio (magari ci fosse del ghiaccio!) salendo le scale che postano nella mansarda-sala prove, il luogo più caldo del pianeta! Parliamo molto e le risate si sprecano tra luoghi comuni e le urla di un rivenditore di auto che sta al piano di sotto (?). Ho trovato la conversazione con i tre The lancasters molto confortevole, mi sono sentito a mio agio e noto subito che la personalità di Davide (chitarra e voce) è molto forte, meritatamente frontman, ma è anche chiaro che la sua personalità seppur forte, non mette mai in ombra gli altri membri, ho la sensazione che l’alchimia sia forte e che ognuno si trovi a proprio agio nel ruolo che ricopre, cosa no affatto scontata.
Davide prende spesso la parola facendo trasparire il suo amore per la musica, aanche Stefano (basso) e Federico (batteria) ricalcano il solco inciso da Davide, c’è armonia. I ragazzi hanno un progetto e, a quanto ho capito, una facilità sorprendente nel trovare e provare le tracce nuove per i loro album. Per ora I The Lancasters hanno in ballo la promozione del loro primo disco , Self titled, ed è sorprendente.
Il Disco
Le citazioni del miglior Rock (quello con la R maiuscola) si sprecano, lo stile è decisamente quello in voga dal ’67 al ’72, cinque anni che hanno definito la musica che ascoltiamo tutt’ora.
I pezzi hanno uno stile che muta continuamente, figli di un periodo più che di un soggetto emulato, con un carattere ben preciso e la voce di Davide, così “effettata” da risultare decontestualizzata ma così caratteristica al contempo. Solo dopo aver parlato con il gruppo capisco appieno il significato del disco e il modo con cui è stato scritto, a getto parlando di tematiche profonde, purtroppo comuni.
I 9 pezzi sono molto diversi e abbastanza espliciti (uno dei vantaggi delle opere prime), anche se un disco non è certo basta per identificare uno “stile”. Il risultato è particolarmente efficace: specialmente nei momenti in cui Davide e Stefano corrono a braccetto (Sharp 683, Powder) e i ritmi rallentano. Incredibile sorpresa è Get a good lawyer , così fresca, vivace , così Frisco Bay anni ’70 che, in questo” lega abbastanza con Stellar, anche se quest’ultima mantiene un carattere molto più British…
Scoprire i The Lancasters è stato un vero piacere e lo è stato ancora di più assistere ad un loro live…
Il Live
E’ calda la serata del 31 Luglio a Mantova, dove i The Lancasters stanno per tenere la loro (per ora ) unica data italiana. La spedizione di Bsidesmagazine è pronta per assistere allo spettacolo e, quando arriviamo in loco, scopriamo che la Band è piacevolmente “in temperatura” con il motore già caldo, pronti per lo show. A proposito di motori, lì a Mantova le zanzare girano con l’Harley-Davidson (cit.)… mi chiedo se ne valesse la pena.
Lo spettacolo inizia e i The Lancasters partono a manetta, molto nella parte, regalano uno spettacolo travolgente tanto che sotto il palco iniziano ad accalcarsi le persone (sempre nei limiti della normativa anti-covid). Qualcuno muove il corpo a ritmo, molti solo la testa. Da freddo osservatore mi concentro sui movimenti della band che continua nello spettacolo, dritti come un treno, concedendosi poche interazioni con il pubblico, ma ci sta, sarà parte del personaggio. Il lavoro di Davide è calamitare l’attenzione dei presenti senza mai mettere in ombra Stefano e Federico, riuscendoci molto bene.
Il basso di Stefano sorprende per il “tiro” e la semplicità delle linee ( semplici, non BANALI) e ricordo quando nel nostro incontro lui stesso diceva che il suo compito è “sostenere la canzone”, ci riesce bene… regalandosi anche qualche momento da protagonista ( è lui che guida la band in Powder, ma anche in Howitzer ed è sublime in Ged a good lawyer).
La batteria di Federico è sempre lì, che spinge lo show da dietro, martellante. Ora capisco perché ha come uno dei suoi riferimenti artistici Tommy Lee.
Determinante il contributo in Sweet Cross forse non percepibile dal disco, ma dal vivo… è tutta un’altra storia…
I brani volano come le birre in questa calda serata padana. Un lento crescendo fino al finale (Sweet Cross) che si conclude con un florilegio di distorsioni e altri effetti come nelle migliore opere teatrali. Peccato, ne avrei voluto ancora!
Decisamente maturi, i ragazzi sanno cosa stanno facendo e premono il piede sull’acceleratore.