LOVECATS – Lovecats (2019)

 

self title dei Lovecats

Il Mood

Dopo una lunga giornata di lavoro finalmente arrivi a casa, doccia, divano e LOVECATS. Il trio laziale dei LOVECATS esordisce con un EP che porta lo stesso titolo del gruppo (Self Title) con sole cinque tracce che hanno il pregio di definire molto bene lo stile del gruppo, ma il terribile difetto di non saziare l’ascoltatore, ed è un peccato  ma è un rischio che si è disposti a correre sapendo di produrre un EP. Colpa che è subito perdonata sapendo che il disco è completamente autoprodotto. “INDIE” non solo per l’autoproduzione, ma anche come genere musicale, che si rifà alle più canoniche sonorità di genere attingendo a piene mani allo stile anglosassone, riuscendoci anche bene.

I LOVECATS hanno un sound morbido, si sente subito che i musicisti hanno esperienza ( specialmente estera) e l’intesa musicale tra i tre si percepisce, aiutata dalla reale amicizia che lega i membri del gruppo. Questi fattori e la continua ricerca di un sound preciso danno buoni frutti regalando uno stile ben definito dove i sintetizzatori non risultano invadenti e non rischiano mai di rubare la scena alla voce, fondendosi con gli altri strumenti.

Il Singolo designato

Il singolo designato (al quale  seguirà un video ancora in lavorazione) è “MRS MOON”, struggente quanto basta per caratterizzare una melodia malinconica senza risultare strappalacrime, d’altronde Come afferma il cantante e chitarrista Piero MeglioMrs Moon è la fine di una storia, non necessariamente una storia d’amore; sta a segnare una fine. Talvolta alcune cose finiscono lasciando uno strascico di sofferenza e livore (grab your fake tears) e in questo caso Mrs Moon ha lasciato solo sofferenza alle sue spalle”.  Mi piscerebbe conoscerla questa Mrs. Moon, qualsiasi cosa voglia significare.

Ogni brano vale

Non cadiamo nell’errore che le rimanenti quattro tracce siano dei “B- Sides”, sono altrettanto valide a riconoscibili, magari meno malinconiche… ma solo un poco, “THE STRONGEST” è l’esempio perfetto per esprimere il concetto di poche righe sopra riguardo all’uso del sintetizzatore: forte e deciso senza mai rubare la scena né alla voce e tanto meno alla chitarra con quel riff così particolare. Anche se è in “3 MILES” che il synth trova l’utilizzo più ampio, con delle sovra incisioni ( una naturale, come piano e l’altra ben modulata) che restano comunque in secondo piano rispetto alla voce, in questo caso grave, del cantante. Il sound anglosassone è invece ben rappresentato in “AFTER ALL THESE YARS” che ricorda molto quei gruppi con delle micro produzioni che hanno trovato fortuna in Inghilterra nella prima metà del decennio scorso ed è un ottimo punto di partenza. Secondo i LOVECATS il loro EP  “si rifà alle sonorità di band come Death cab for cutie, Motorpsycho, Black Keys” ma potrei continuare con gli esempi…

Il Disco

LOVECATS è un disco che cela molto bene la complessità che lo rappresenta, c’è molto lavoro di ricerca alle sue spalle, sperimentazione ma ha le radici ben piantate nell’INDIE più classico (inglese), comunque uno stile musicale insolito e a modo suo, coraggioso.

 

 

 

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