STONEWOOD – Stonewood (2018 – Italia – Roma)

STONEWOOD

Un’altra anteprima per gli amici di B-Sides Magazines: STONEWOOD. Disco d’esordio dell’omonima band romana formatasi nel 2014 ma che  riesce solo ora a dare alla luce la prima fatica discografica. Partiamo da quello che vediamo, in un periodo storico difficile come il nostro, dove un libro si giudica dalla copertina (e gli Stonwood in questo giocano bene le loro carte con una copertina colorata ed accattivante disegnata da Fabio Meschini) che ci regala un riferimento a “SPACE GOAT” uno dei brani con più carattere del disco che sicuramente attira l’attenzione anche se un po’ tradisce le aspettative. Ci si aspetterebbe un suono più “frizzante”, qualcosa di più ritmato e moderno, quasi danzereccio e, se devo dirla tutta, anche qualcosa di elettronico e per questo mi scuso con il gruppo. Quello che si trova nelle otto tracce invece è un suono più classico, molto ben eseguito e registrato, le influenze stoner, hard rock e grunge si percepiscono immediatamente, anche se sovente è la parte stoner a prevalere, ma mai in modo troppo deciso. Cambi, pause e accelerazioni sono presenti in tutti i pezzi tanto da farne un tratto distintivo del gruppo.

             

Il Disco

Nel primo pezzo “DOWN FROM THE STARS” ne abbiamo subito un esempio proprio quando inizia la seconda parte: un taglio del tempo con un piccolo assolo di chitarra come l’intervallo tra i due tempi di un film che, in questo caso, si conclude con un altro assolo molto più importante. “LEGS” è forse il pezzo più grunge del disco, anche se il termine “grunge” potrebbe sembrare un po’ forte: il basso distorto e il noise delle chitarre è tipico del genere anche se manca la voce rotta… ma non siamo a Seattle. Il terzo pezzo è “OUT OF SIGHT” ed è decisamente stoner, talmente stoner da farmi alzare di corsa dalla scrivania per fiondarmi a vedere sul calendario: voglio la conferma che siamo nel 2018, e quando l’ho trovata sento a crederci. Potrebbe essere la perla nera del disco, ma il parziale troppo lento risulta anacronistico agli ascoltatori troppo legati ai suoni attuali, non per me. La rivincita arriva con “BLUESTONE” che aumenta il ritmo (e ci sta), il titolo dice tutto: blues e stoner, forse il brano che ho ascoltato più volte, anche la voce acquista quella rabbia che tanto giova a questo stile e inizio a pensare che i ragazzi ci sappiano fare. Anche la seconda parte ha un non so che di psichedelico ed ipnotico e che mi accompagna in un lungo viaggio.

Stonewood
Stonewood

Le tracce

Inizia “CHINA WHITE” e per un secondo credo di essere a Manchester nei primi anni 80’, ma è solo per un attimo, tutto torna normale anche se i riferimenti alla scena ed al periodo (magari involontari) sono evidenziati dalla chitarra solista… poi, la sorpresa: l’accelerazione finale, deliziosa e forse troppo breve. Arriviamo a “SPECE GOAT” vera regina del disco, non solo per il riferimento-omaggio in copertina, apice dalla sonorità. Identità forte e carattere deciso fanno di questo brano un singolo naturale, un riassunto di tutta la pubblicazione, dove anche la voce riesce a trovare un giusto effetto creando un’armonia orecchiabile facile da ricordare e canticchiare. ”PARTY CRASHER” è la canzone lineare, priva del cambio di velocità a cui ormai ero abituato, ma ha una vena ipnotica, i riff di chitarra ed il brave giro di basso distorto danno modo di concentrarsi solo sulla voce che, anche in questa occasione, è ben bilanciata ed incorniciata in un tappeto sonoro che le rende giustizia. “ASK THE DUST” ultima fatica del disco. Finalmente sento la batteria pestare di rabbia e la chitarra solista parte in un piacevole delirio rabbioso, che ritrovo anche nella voce. Brano con un’identità precisa che ci lascia intuire la potenzialità di un gruppo che sono certo sentiremo ancora e, mi auguro, in contesti importanti. Loro lo sanno, infatti  sono partiti con il piede giusto.

Stonewood
Stonewood

 

Releases: 02.11.2018
All songs written and performed by Stonewood.
Augusto Antinori (drums)
Carlo Turchetti (guitar)
Fabio Mingrone (guitar)
Francesco Papadia (bass)
Vito Vetrano (vocals)
Live recorded by Pierangelo Ambroselli at The Lab Studio, Rome (IT) in 2018
Mixed by Luca Spisani at Kaos Studio, Monticelli (Fr, IT) in 2018
Mastered by Pierangelo Ambroselli at Pro Cube Studio, Rome (IT) in 2018
Artwork and layout : Fabio Meschini

-CONTACTS
FB: www.facebook.com/stonewoodband
Instagram: www.instagram.com/stonewoodit
Reverbnation: www.reverbnation.com/stonewood

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Articolo di PAOLO PALETTI

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