LA CITTÀ & LA CITTÀ – la città schizofrenica di China Miéville

Come tutti i noir che si rispettino, “LA CITTÀ & LA CITTÀ” di China Miéville  si apre con un omicidio. A chi appartiene il corpo senza vita della ragazza?

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The City and the City di China Miéville

Come tutti i noir che si rispettino, “LA CITTÀ & LA CITTÀ” (2009) di China Miéville  si apre con un omicidio. A chi appartiene il corpo senza vita della ragazza dal viso sfigurato che la polizia trova nella zona portuale, fra due bidoni dell’immondizia vicini alla pista di pattinaggio? E dove è avvenuto esattamente il suo omicidio?

Disvedere

Sono domande a cui è molto complicato rispondere perché ci troviamo nel cuore di una città spaccata in due (che può ricordare Berlino durante la guerra fredda, ma senza il muro). La spaccatura è così schizofrenica che le due parti della città si sono date un proprio ordinamento politico e amministrativo, hanno leggi, lingue, culture e abitudini diverse, e impongono ai propri cittadini di ignorare (“disvedere”) i cittadini dell’altro lato.

Due nazioni diverse sorte all’interno della stessa città, che devono in qualche modo spartirsi le vie, le piazze, i palazzi… Ed è crudelmente surreale che la “cortina di ferro” segua confini bizzarri e non sempre evidenti: di fatto esistono spazi che si sovrappongono fra di loro (“intersezioni”). Provate a guidare lungo una strada parzialmente intersecata con l’obbligo assoluto di “disvedere” (“unsee”) le auto e i guidatori dell’altra città che vi stanno venendo addosso o che state rischiando di tamponare!

la Frattura e la Violazione

Le due nazioni sono Besźel e Ul Qoma, sorte sulle rovine di un’antica città romana del sud-est europeo. Hanno 1.700 anni di storia, forse di più.
Sono nate divise o quella che viene definita da tutti come la “Frattura” è un evento successivo? Gli storici si stanno ancora interrogando sulla questione.
Ciò che accomuna le due nazioni è il crimine della “violazione”. Violare i confini (più o meno consapevolmente) e guardare gli abitanti dell’altra città è il crimine più grave e più temuto di cui ci si possa macchiare. Viene punito immediatamente e severamente da un organo di vigilanza al di sopra delle parti, chiamato con lo stesso nome del crimine che persegue: “La Violazione” (una sorta di Stasi e di Grande Fratello). Come afferma il protagonista: “Ci sentivamo tutti osservati”.

China-Miéville
China Miéville

Paradossale che a Besźel esista anche una setta che “adora la Violazione. E’ scandaloso, ma non del tutto sorprendente, visti i poteri coinvolti. Non c’è una legge contro la congregazione, anche se la natura della loro religione mette in apprensione tutti”. Per altri “la Violazione è… un potere alieno (…) e noi gli deleghiamo la nostra sovranità a nostro rischio e pericolo”.

Besźel e Ul Qoma

Ritornando al cadavere della sconosciuta, il corpo è stato rinvenuto a Besźel. Quando l’ispettore incaricato riceve da uno sconosciuto un’inquietante telefonata che proviene da Ul Qoma, diventa subito chiaro che per risolvere il caso la polizia di Besźel dovrà contattare il temutissimo organo della Violazione, affinché l’ispettore possa indagare in entrambe le città con un permesso speciale.
La vittima viveva, infatti, a Ul Qoma, era una ricercatrice universitaria e aveva la cittadinanza americana. Forse il suo assassinio è legato a un libro proibito, che favoleggia l’esistenza di una misteriosa terza città, annidata negli interstizi delle due città. “E’ lì che si tirano i fili.
Il fatto che il cadavere della sconosciuta fosse stato nascosto sotto un materasso, fra due bidoni della spazzatura, potrebbe essere una metafora della presenza di una città segreta rinchiusa fra le due città sotto gli occhi di tutti.
Un luogo in parte intersezionato fra Besźel e Ul Qoma è quello degli scavi archeologici, coordinati da un’università canadese, presso cui lavorava la vittima, che ha portato alla luce antichissimi manufatti pre-Frattura.

Il finale è un po’ raffazzonato, però la soluzione del caso non deluderà il lettore.

Noir e ucronia

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The City and the City di China Miéville

Bella l’indagine della polizia fra le comunità underground del dissenso: nazi, rossi nostalgici, sette religiose e fautori dell’unificazione. Alcuni gruppi di unificazionisti, presenti in entrambe le nazioni e in contrasto con i nazionalisti, erano considerati da tempo illegali: “Quelli messi al bando avevano, in certi momenti della loro evoluzione, invocato l’uso della violenza per ricondurre le città alla loro unità, voluta da Dio, dal destino, dalla storia o dal popolo stesso”.

Curioso che nella città di Besźel una sorta di unificazione sia davvero avvenuta, ma non quella auspicata dagli unificazionisti, bensì quella fra due popolazioni che noi siamo abituati a vedere costantemente in guerra: ebrei e musulmani.

Da almeno duecento anni, da quando i profughi dei Balcani erano venuti a caccia di un santuario, incrementando la popolazione musulmana, ébru, l’antica parola besź per ‘ebreo’, era entrata prepotentemente nell’uso per indicare anche i nuovi migranti ed era diventato un termine collettivo per entrambe le popolazioni.” Popolazioni povere e minoritarie “tradizionalmente alleate, non senza tensione, a seconda della politica del momento”, famose per il “vivace dialogo, vecchio di secoli, fra il rabbino capo di Besźel e il suo imam più importante, a proposito dell’intemperanza della Chiesa ortodossa di Besźel”.

Miracoli dell’ucronia. Lo dimostra l’invenzione del DöplirCaffé: “un locale musulmano e uno ebreo presi in affitto fianco a fianco, ognuno con la sua cassa e la sua cucina, halal e kosher, ma che condividevano lo stesso nome, la stessa insegna, gli stessi tavoli, essendo stata rimossa la parete divisoria. (…) Se il DöplirCaffé sia un solo locale, o se siano invece due, dipende da chi pone la domanda: per gli esattori delle tasse è sempre uno”.

Nel 2018 è stata tratta una miniserie televisiva per la BBC2.

The City and the City di China Miéville - disegno di Matt Needle
The City and the City di China Miéville – disegno di Matt Needle

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