LA TRILOGIA DI GORMENGHAST – Una saga gotico weird pronta a rivivere.

Nel mezzo di una fitta foresta attorniata da fiumi, paludi e deserti sorge il castello di Gormenghast.
Tutte le famiglie che hanno governato il castello hanno contribuito a costruirne una nuova ala rendendolo gigantesco e allo stesso tempo decadente.
Nessuno conosce esattamente la sua estensione visto che per la maggior parte è disabitato.
All’interno delle sue mura vivono gli abitanti di Gormenghast; persone le cui esistenze sono rigidamente dettate dal Rituale: un insieme di usi e consuetudini completamente inutili, racchiusi in un gigantesco libro e fatti rispettare con scrupolosa devozione dai Maestri del Rituale.

GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake – disegnato da Dave McKean

Se all’interno delle mura vive una nobiltà strutturata in modo piramidale, fuori un’altrettanto estesa baraccopoli si appoggia letteralmente al castello.
Nelle povere case di fango, legno e pietra vivono gli scultori eterni.
Famiglie che vivono tutto l’anno fabbricando sculture.
Le migliori tre verranno scelte dal Conte di Gormenghast in un preciso giorno dell’anno secondo il Rituale. Grande è l’onore e l’ammirazione di tutto il popolo della baraccopoli per i tre scultori prescelti. A loro è accordata addirittura la possibilità di entrare per un anno al castello.
Le altre sculture saranno bruciate.

Passato quel giorno la vita degli Abitatori Esterni torna normale:  “L’amarezza era il loro pane e la rivalità il loro vino”.

GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake – disegnato da Dave McKean

La trilogia di Mervyn Peake (1911 – 1968) scritta fra il 1946 e il 1959 inizia con la nascita di Tito de’Lamenti settantasettesimo conte di Gormenghast.
Suo padre Sepulcrio è un uomo ombroso e oppresso dai suoi doveri nei confronti del Rituale.
Sua madre Gertrude è una donna gigantesca e anaffettiva, nella cui chioma di capelli rossi fanno il nido gli uccelli, ed è attorniata costantemente da cento gatti bianchi.

GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
La stanza di Cora e Clarice

Tito è il protagonista di tutti e tre i libri: è l’unico personaggio ricorrente nei tre capitoli della saga.
Nei primi due capitoli il vero centro dell’attenzione è il castello stesso, con i suoi enormi saloni vuoti e polverosi, i contorti corridoi bui, le infinite distese di tetti, le soffitte dai pavimenti sfondati…
Le sue dettagliate e barocche descrizioni rendono i primi due libri unici e pervasi di un meraviglia sognante.
Indimenticabile la stanza delle radici:  l’appartamento dove vivono le zie matte di Tito, in cui cresce orizzontale lo scheletro di un albero secolare. Il tronco e i rami escono dalla finestra mentre le radici occupano quasi interamente l’interno. Solo le due sorelle riescono a passare agilmente nel labirinto di radici che, nel tempo, hanno dipinto ognuna con un colore diverso.

La trilogia è un originale connubio di letteratura gotica, surreale e weird. Molti hanno fatto delle giuste analogie con i film di Tim Burton, ma, aggiungo io, anche con il cinema espressionista tedesco.

LA TRILOGIA DI GORMENGHAST

GORMENGHAST Mervyn Peake
GORMENGHAST Mervyn Peake – Le copertine di Victor Hugo scelte da Adelphi

La saga racconta la vita nel castello, nel primo capitolo (Tito di Gormenghast); l’insofferenza di Tito per l’assurdità della vita regolata dal Rituale, nel secondo capitolo (Gormenghast); e l’esplorazione di Tito del mondo fuori delle mura del suo regno, nel terzo capitolo (Via da Gormenghast).

Tito di Gormenghast

GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake – disegnato da Dave McKean

Tito di Gormenghast inizia con l’annuncio della nascita del settantasettesimo conte. Lisca, il Primo Maggiordomo, ne dà la notizia a Stoccafisso, il custode della Sala delle Sculture Radiose, un uomo che vive isolato dal resto del mondo in una delle tante soffitte del castello e che ha come unico scopo spolverare le sculture di legno degli Abitatori Esterni.
Gormenghast avrà un insperato erede. La discendenza e l’onore dei De’ Lamenti è salva.

Nel suo eterno muoversi attraverso i corridoi più segreti del Castello, Lisca mostra gioia per la nascita e, contemporaneamente, rancore per non essere entrato nella strettissima cerchia di persone vicine al Conte Sepulcrio in quel momento.

Il suo peregrinare lo porta nei sotterranei del castello, dove si trovano le fumose e puzzolenti cucine governate dal mostruoso e obeso Capo Cuoco Sugna.
Come il vecchio Lisca è austero, Sugna è sudicio, untuoso, violento e sboccato. I due si odiano a tal punto che si sfideranno in un duello mortale al chiaro di luna, in una soffitta dal tetto sfondato.

Dalle cucine sfugge al controllo del cuoco uno sguattero che si rivelerà il peggior nemico di Gormenghast: Ferraguzzo.
Il ragazzo è preso subito in antipatia da Lisca per la sua mancanza di rispetto nei confronti della stirpe reale. Per punizione e per capriccio, il Primo Maggiordomo lo chiude in una delle tante stanze vuote del castello.
Ferraguzzo è giovane, scaltro, furbo e fortunato. Inaspettatamente, riesce a evadere dalla finestra, arrampicandosi pericolosamente all’edera che ricopre quasi interamente la torre.
Giunto in cima, cerca di trovare un modo per scendere. Salta di tetto in tetto e scopre, così,  il castello dall’ alto. Lo studia sbirciando i suoi abitanti. Grazie all’assurda situazione in cui si trova è il primo uomo a capire la vastità e la conformazione di Gormenghast, ammirandone albe magnifiche da visuali improbabili. Come un assetato che striscia nel deserto, il ragazzo è stanco, affamato e distrutto dal caldo cocente del giorno e dal gelo notturno.
In queste condizioni inizia a prendere coscienza di sé, della sua ambizione e del disprezzo per quel luogo.

Per uno scherzo del destino riesce a entrare in una finestra che si rivela essere la stanza segreta l’ingenua contessina Fucsia, la sorella di Tito.
Da questo incontro inizia l’ascesa sociale di Ferraguzzo e una serie di complessi piani per distruggere Gormenghast, che tanto l’ha umiliato in precedenza.

Gormenghast

GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake – disegnato da Dave McKean

Gormenghast riparte molti anni dopo gli avvenimenti del primo capitolo. La biblioteca è bruciata. Il conte Sepulcrio sparito, forse trasformato in gufo. Sugna ucciso. Lisca esiliato. Tito è adolescente. Ferraguzzo a piede libero con grandi piani di vendetta.

Come il precedente, anche questo è un romanzo corale che racconta le vite dei tanti bizzarri personaggi del castello. Occorre arrivare a metà libro prima che inizi una vera storia avvincente.

Un diluvio di proporzioni bibliche, che dura giorni interi, fa straripare i fiumi attorno al castello, e lo sommergono. La Contessa Gertrude, uscita dal suo apparente letargo, riesce a dare ordini precisi a tutta la popolazione di Gormenghast per salvarsi, riparandosi nelle stanza più alte del suo regno. Durante il diluvio partono anche le ricerche di Tito, fuggito durante la selezione della miglior scultura degli Abitanti Esterni, e di Ferraguzzo, l’assassino di Barbacane.

Entrambi giovani, entrambi insofferenti del Rituale. Il primo ha compromesso uno dei più importanti eventi che tiene unita la comunità, il secondo ha addirittura ucciso un Maestro del Rituale, detentore delle conoscenze che regolano  la vita della comunità.

Indimenticabili i lunghi capitoli in cui la popolazione di Gormenghast dà la caccia all’assassino, su barche costruite per l’occasione dagli Scultori, in un castello semiallagato. Le barche, con le loro lanterne,  galleggiano piano nelle stanze devastate del castello, vaste come laghi.  Decisivo il duello finale fra Tito e Farraguzzo.

Via da Gormenghast

GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake – disegnato da Dave McKean

Via da Gormenghast è molto diverso dai precedenti romanzi, e anche meno bello.
Mervyn Peake era già molto malato di Parkinson.

Tito, in fuga da mesi o forse anni dalla sua città natale, si imbatte nella modernità. Scopre una nuova città fatta di grattacieli, automobili, aerei e fantasiose invenzioni meccaniche.
Scambiato per un mendicante, scappa imbattendosi in nuovi bizzarri personaggi come Musotorto, un avventuriero che cura una specie di zoo ai margini della città, Giuna, una donna che diventa la sua amante, tre barboni che vivono nelle fogne, la crudele figlia di uno scienziato, che schiavizza le persone in una fabbrica che ricorda un campo di concentramento.

In questo romanzo sono evidenti i terribili ricordi di guerra di Peake e le sue ansie su un futuro che teme  disumanizzato, sempre più servo di macchine e persone mediocri incapaci di provare sentimenti.

Splendidi, comunque, i capitoli dedicati a Sottofiume, la comunità di derelitti che vive nelle fogne sotto la città.

Un mondo di suoni e di silenzio cuciti insieme. Sottofiume: una colonia sottoterra… sotto il fiume; un paese di reietti, fuggiaschi, falliti, mendicanti, cospiratori, un mondo segreto dove il soffitto non smetteva mai di gocciolare…Tutto si rifletteva nelle pozzanghere. … Sopra ogni cosa l’eterno ruggito del fiume.

Per chi ignorava la povertà estrema e il suo degrado; per chi non sapeva cosa significasse aver commesso degli errori e dover fuggire; per chi non conoscesse le opposte follie dell’amore e dell’odio; per chi non conosceva certe cose non c’era alcuna ragione di tollerare un luogo del genere. La grande città si accontentava di sapere vagamente del Sottofiume. …

Sarà stato per vergogna o per paura perché avevano deciso di ignorare o perfino di non credere a ciò che sapevano esistere.

I LIBRI E I FILM

GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake – disegnato da Dave McKean

La trilogia Gormenghast non è semplice da leggere. La prosa barocca, che abbonda di dettagli, immerge il lettore in mondi cupi e stravaganti, come il castello o Sottofiume. Quando si attarda a descrivere le caratteristiche dei suoi personaggi grotteschi, talvolta è noiosa. Alcuni di loro sono delle macchiette un po’ datate. La lunghezza dei primi due libri, in particolare, non aiuta certo il lettore contemporaneo.

Superato questo ostacolo, Gormenghast vi resterà impresso nella memoria come un prezioso ricordo della vostra infanzia.
Una saga surreale, grottesca e oscura che non ha eguali.

Non è un caso che il capolavoro di  Mervyn Peake sia tanto amato da numerosi registi, come Guillermo del Toro, artisti, come Dave McKean, Ian Miller, e scrittori, come Anthony Burgess, Michael Moorcock e Neil Gaiman.

Proprio quest’ultimo nel 2018 annunciò il suo interesse a trarne una serie televisiva.
Speriamo che dopo il successo di pubblico di Sandman i tempi siano maturi per un progetto così interessante.

La BBC nel 2000 produsse una serie televisiva in quattro parti di Gormenghast, ma i risultati furono decisamente fallimentari.
Nonostante la fedeltà alla storia originale, è totalmente assente l’atmosfera gotica e misteriosa del romanzo, e viene dato risalto più che altro ai suoi aspetti comici.
La regia è  piatta, le scenografie, inadatte, sembrano scarti del film Il ritorno dello Jedi e le recitazioni sono improvvisate, nonostante nel cast compaia Christopher Lee nel ruolo di Lisca.
Ovviamente vent’anni fa la produzione di serie televisive era incredibilmente scarsa rispetto ai moderni prodotti.

Eccellente la traduzione di Roberto Serrai che reinventa i nomi dei personaggi di Peake conservandone le loro caratteristiche fisiche e psicologiche.

GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake – disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake – disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake - disegnato da Dave McKean
GORMENGHAST Mervyn Peake – disegnato da Dave McKean
Gormenghast - personaggi
Gormenghast – personaggi

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