Speciale: SERIE TV.
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Per un regista affermato, fino a qualche decennio fa, lavorare per la televisione era una vergogna, nonostante tanti lo facessero quasi di nascosto. Per lungo tempo solo Alfred Hitchcock aveva capito come giocare con le regole di un media diverso dal grande schermo, ma bisognerà aspettare il 1990 per vedere un regista affermato come David Lynch concepire una serie televisiva originale nella forma e nei contenuti.
“Twin Peaks” fu un fenomeno anomalo di enorme richiamo, purtroppo fu rovinato in corso d’opera da ottusi produttori che costrinsero David Lynch e Mark Frost a rivelare in anticipo l’identità dell’assassino di Laura Palmer.
La seconda serie dà sempre più importanza alle banali storie dei personaggi secondari con stile da soap opera, perdendo quell’atmosfera cupa e ironica che lo caratterizzava. Con un colpo di spugna il regista si riappropria della sua creazione firmando l’ultima puntata in cui avvenimenti poco plausibili cancellano metà delle sottotrame, terminando la serie con un finale onirico e spaventoso che lascia turbati.
25 anni dopo Lynch continua la saga di Twin Peaks con una terza stagione di 18 episodi in bilico fra il capolavoro e la presa in giro in cui amplifica tutte le sue ossessioni oniriche, esasperando lo spettatore. Questa geniale follia è supportata da un bravissimo Kyle MacLachlan che interpreta il doppio ruolo dell’agente Cooper cattivo e dell’agente Cooper con l’Alzheimer.
A distanza di pochi anni dall’esordio di “Twin Peaks” Lars vonTrier dirige il superbo “The Kingdom” (1994) due serie ambientate in un ospedale infestato di fantasmi che mischiano l’orrore alla commedia in un mix spaventoso.
Ora, alle soglie del 2020, la tendenza si è invertita. Le sale cinematografiche si riempiono di saghe supereroistiche mentre i prodotti d’autore sono da cercare nelle serie televisive. Da un lato piattaforme streaming come Netflix e Amazon e canali televisivi come HBO sono a caccia di autori per entrare a 360 gradi nel mercato cinematografico, dall’altro i registi hanno (apparentemente) più libertà e controllo sulla loro opera e non sono costretti a confrontarsi con i 90/100 minuti canonici di un film.
>Serie TV tratte da libri di fantascienza.
>Le trasposizioni televisive del libro cult di China Miéville e della scioccante opera di Margaret Atwood.
>Visioni future prossime in “Black Mirror“, “Love, Death and Robots” e “Future Sex”
>Grandi registi e Serie TV. Non sempre un accoppiata riuscita.
>Le nostre recensioni: “Utopia“, “3%“, “Red Riding“, “Too old to die young“, “Candele cove“.