BACON TORPEDO – Bacon torpedo

EP SELF-TITLE

Chi sono?

Ok, il sound anni ottanta è tornato prepotentemente alla ribalta e ce ne siamo accorti, iniziando dall’avanguardia elettronica (anche se può sembrare un ossimoro) fino ad arrivare alla più commerciale musica pop ma non solo, anche la moda ammicca in modo evidente a quel decennio…  Poi ci sono i BACON TORPEDO, il loro sound è corposo ed energico come si usava nei tempi d’oro del rock, gli anni ruggenti, quelli della rabbia cotonata, del petto villoso e delle frange fluorescenti delle giacche. Non è un caso se ad un primo ascolto viene spontaneo associare Bacon Torpedo al hair metal, ma c’è di più, c’è molto di più…

Molta energia!

Energia pura concentrata, questo EP racchiude molte delle positività che caratterizzano le “vecchie glorie” come se fosse una sorta di riassunto: velocità, arpeggi della seconda chitarra e urla, solo per fare alcuni esempi, portano lo stile Bacon Torpedo lontano anni luce dalla negatività pessimistica  e dalla lettura introspettiva del testo che hanno caratterizzato la musica rock  degli anni novanta, ma contemporaneamente acquisisce alcune peculiarità della musica moderna, una su tutte, la durata delle canzoni: molto brevi, evitando così il pericolo di apparire anacronistiche, imprigionate in un periodo storico ormai lontano.BACON TORPEDO

Il disco

Bacon Torpedo dura pochissimo, e lo dico seriamente, quattro pezzi che ti lasciano con la voglia di altro “Bacon Torpedo”. La voce urlata di Andreas ti agita, vuoi fare stage diving, ma di palchi non ce ne sono e resti gasato, catapultano in un video glam rock o in un party da confraternita universitaria. Sono molti i tasselli che compongono i pezzi ed è inutile sprecarsi in paragoni e parallelismi con band famose, la verità è che sono forti. “WORK SUCK”  è una cannonata, le pennate sulla chitarra sono come i colpi di una mitragliatrice, così lontano dallo standard attuale e allo stesso tempo moderno, ed è solo l’inizio…

 

I cori in “MEDICINE GIRL” sono un contrappeso alle urla estreme del cantante, come se le corde vocali gli uscissero dalla gola per vibrare di rabbia, ma c’è spazio anche per un bridge che porta ad un finale elettrico… voglio le borchie e le frange, oltre che la permanente.

At the end…

I Bacon Torpedo danno l’idea di divertirsi molto mentre suonano e questo divertimento permea l’ascolto lasciandomi con la voglia di suonare, contagiato dalla voglia di baldoria. Adesso prendo il basso e riprendo la linea di “I DONT WANT YOUR MONEY, HONEY” (bello!), ma non c’è tempo perché inizia “IKNOW YOU WANT TOO” e cerco un amico che, offrendomi una birra si fermi a cantare a squarciagola il ritornello con me.

 

Questi quattro ragazzi norvegesi (ricordo che la Scandinavia è sempre stata  in prima fila per quanto riguarda la musica rock e metal) partono come Cover Band di brani delle “loro canzoni preferite anni ’70 e ‘80” per poi evolvere, definendo il proprio stile musicale con chiari riferimenti  al passato, per cominciare dal nome…

E’ lo stesso Andreas a confessarmi che il nome deriva da una strofa di “Eat the rich” dei Motorhead:

“Come on baby, and eat the rich
Sitting here in a hired tuxedo
You wanna see my bacon torpedo

(sono deluso da me stesso per non averlo capito da solo. scusa Lemmy!).

Grazie Bacon Torpedo.

 

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Articolo di PAOLO PALETTI

 

 

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